Il T – Sabato 13 Settembre 2025
«Buoni numeri ma si investa sulla qualità»
Le reazioni | Cgil, Cisl e Uil commentano i dati: crescono solo i settori a minor valore aggiunto, politiche da rivedere
«Si conferma un andamento generale positivo. Ma gli occupati crescono solo nei settori a minor valore aggiunto. Bisogna rivedere le politiche e attuare il patto sulla crescita delle imprese per sostenere competitività, produttività e salari», così Cgil, Cisl e Uil commentano i dati sull’occupazione in Trentino. A giugno, in provincia, il tasso di disoccupazione è calato al 2,4 % rispetto al 3,5% dello stesso periodo del 2024; le persone senza un’occupazione sono circa 6.100 contro le 8.900 del giugno dello scorso anno. Cresce in parallelo l’occupazione: le persone che hanno un lavoro sono circa 252.600, 3.600 in più rispetto a giugno 2024. Il tasso di occupazione, dunque, si attesta al 71,4% rispetto al 70,9 % dello scorso anno. A guadagnare occupazione è la componente maschile: gli occupati passano da 135.700 a 137.600, mentre i disoccupati calano da 5mila a 2mila. Guardando alle percentuali il tasso di disoccupazione tra i maschi è dell’1,4% contro il 3,6 % del 2024.
L’occupazione cresce anche tra le donne, da 113mila a 115mila, ma le disoccupate salgono a quota 4mila circa con un tasso che si attesta al 3,5%, in lieve crescita rispetto al 2024. «Quantitativamente la fotografia dell’Istat ci restituisce l’immagine di una situazione positiva del mercato del lavoro trentino con un tasso di disoccupazione ai minimi storici — commentano i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher — È importante però guardare anche alla qualità, dunque vedere in quali settori cresce l’occupazione, quali sono le dinamiche legate a produttività e retribuzioni. Sono queste le questioni decisive per il futuro del nostro territorio».
Purtroppo però, proseguono i tre segretari, «l’occupazione cresce soprattutto in settori a bassa produttività e a basso valore aggiunto. Per questa ragione è fondamentale rivedere rivedere rapidamente le politiche economiche provinciali, in particolare quelle sugli incentivi alle imprese, puntando su una maggiore selettività a favore dei settori che possono contribuire di più alla crescita dell’innovazione e della qualità della domanda di lavoro».
E su questo punto si inserisce la risoluzione che Ada, l’Alleanza Democratica autonomista ha presentato e fatto approvare all’unanimità dal Consiglio provinciale, con l’obiettivo di affrontare le sfide dell’evoluzione tecnologica e dell’intelligenza artificiale nel settore industriale locale. «Riconoscendo le enormi potenzialità dell’intelligenza artificiale e le sue inevitabili ripercussioni occupazionali, i gruppi consiliari di minoranza sottolineano la necessità di agire per tempo, prima che gli impatti diventino irreversibili per il tessuto industriale trentino. Per questo, la risoluzione impegna la Giunta provinciale a: intensificare il confronto con Confindustria e le parti sociali per monitorare la situazione del settore produttivo e prevenire future crisi aziendali, promuovere e incentivare la formazione continua nelle aziende per proteggere i posti di lavoro e riqualificare il personale in esubero. E infine ribadire il ruolo dell’Agenzia del Lavoro nel sostenere la crescita del capitale umano e l’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche.
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