1 aprile 2018 – Corriere del Trentino

Cgil, Cisl e Uil al centrosinistra

«Agenda su lavoro e sociale»
I tre segretari: «Sbagliato rincorrere la destra, ma parlate dei bisogni»

«Non scimmiottare la destra, ma imporre una propria agenda politica fatta di lavoro, sviluppo e sociale». È questo l’accorato consiglio che arriva al centrosinistra autonomista dai segretari di Cgil, Cisl e Uil.

«Noi non ci riposizioniamo» premette il timoniere di via Muredei. «Rivendichiamo con forza la concertazione fatta con la Provincia che ha permesso a questa terra di avere il welfare più avanzato d’Italia: il Progettone, di cui perfino la Germania pare ora volersi dotare, il reddito di garanzia, non l’irrealistica promessa di un reddito di cittadinanza, ma uno strumento equo e operativo. Il centrodestra — continua Franco Ianeselli — è un insieme di rancori e populismo e nulla lascia supporre che, se governassero loro, ci sarebbe ancora spazio per un confronto con associazioni e sindacati». La maggioranza, però, deve darsi una mossa. «Io spero che il Pd abbia capito che questa volta il problema non è chi farà il presidente, ma chi governerà il Trentino e oggi mi pare più probabile che sarà il centrodestra. Occorre un segretario autorevole, non uno che “mettiamo lì per un po’”. Sono preoccupato — ammette il segretario della Cgil — perché non ho visto reazioni adeguate: in una decina di giorni la coalizione deve serrare i ranghi e prendere atto che il voto del 4 marzo è stato un voto di risentimento contro le élite. Al netto delle tante cose ben fatte, se si andrà avanti con i litigi su chi deve occupare questo o quel ruolo, il rischio concreto è che non ci siano ruoli da ricoprire. Occorre rinnovare, anche rinunciando a persone che hanno fatto bene e occorre interrogarsi sull’agenda. Lo dobbiamo fare in Cgil, perché se ci sono addetti delle pulizie che guadagnano 350 euro al mese, dobbiamo rimettere in discussione la nostra azione nei luoghi di lavoro. Lo deve fare il centrosinistra: va bene che ci siano sensibilità diverse in coalizione, ma rincorrere non serve. Ciò che serve è un denominatore comune: lavoro e sociale».

Lorenzo Pomini parte da una preoccupazione: la possibile rottura. «Nelle parole usate da Rossi per negare il patrocinio al Gay Pride io intravedo la ricerca di un pretesto per rompere con il Pd, anzi, per fare in modo che sia il Pd a rompere con lui. Per questo ai dem dico: non cadete nelle provocazioni, in questo momento la tenuta del centrosinistra è un valore superiore da tutelare». Per Pomini il riposizionamento a destra di Rossi è evidente. «Ma davvero se Salvini parla di pistole e legittima difesa lo deve fare anche il centrosinistra? Qual è il modello di riferimento, quello americano? Vogliamo che i nostri figli si sparino nella scuole come fanno negli States? L’immigrazione è un problema? Cominciamo — continua il numero uno della Cisl — a dare i numeri reali di un fenomeno che è tutto tranne che un’invasione. Quanti corrieri che portano i pacchi in Trentino sono italiani, quanti giovani trentini raccolgono ancora le mele? Ve lo dico io da sindacalista: gli stranieri fanno i lavori che i trentini non vogliono più fare. Lasciamo ad altri agitare la paura come unico argomento: se ho mal di testa, è più probabile che abbia mangiato troppo che mi stia venendo un ictus». Pomini ne ha anche per Pd e Upt. «Inutile meravigliarsi che la gente non ti vota, se da anni con la gente non parli: mettano insieme alla svolta un’agenda fatta di lavoro, sociale, economia, scuola e territorio». Infine, gli imprenditori: «Non deve essere tabù dire che gli imprenditori trentini hanno ottenuto tantissimo e dato poco, che ricorrono a montagne di straordinari piuttosto che assumere. Non tutto può essere fatto dalla politica».

Per Walter Alotti (Uil), la maggioranza «ci ha messo del suo» per perdere le elezioni. «Su scuola, sanità, politiche della casa ha fatto scelte lontane dalla gente. Alle nostre osservazioni sulle liste d’attesa ci hanno sempre risposto che abbiamo la migliore sanità del mondo e poi si muore di malaria: un po’ più di umiltà. Sulla casa si rendono conto che le giovani coppie di oggi, quasi tutte con contratti privati, hanno bisogno di affitti e non di aiuti per comprare una casa che comunque non si possono permettere? Per quanto riguarda gli insegnanti, sono sicuro che tantissimi dei nostri iscritti hanno votato 5 Stelle. D’altronde, in sanità e nella scuola stiamo ancora aspettando il rinnovo dei contratti. Hanno fatto prima a livello nazionale». Anche il segretario della Uil non risparmia il Pd. «Ora Rossi cavalca la destra, ma non si può avere un partito dove solo Olivi si occupa di sociale, servono persone autorevoli. Si sveglino, non basta puntare a conservare la propria sedia».

Scarica il pdf: politica prov ART 010418