Il T, Corriere del Trentino – Giovedì 17 Aprile 2025

«Accoglienza: tempo di cambiare passo e qualità»

 

Presidio in sala gremita tra operatori, sindacati e cittadinanza. Un’educatrice: «Alla Fersina tante storie di umanità, no alla demonizzazione»

Trento

Rilanciare, nel momento più difficile. Con questo spirito decine di persone si sono ritrovate ieri alla Bookique a Trento per parlare di accoglienza, lavoro, casa e inclusione. Così l’«aperitivo sindacale», lanciato da Fp Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, per parlare di accoglienza tra «tagli e incertezza sul futuro» si è trasformato in un momento di grande partecipazione in cui, accanto ad operatori del settore e sindacalisti, anche cittadini, volontari e pezzi della società civile hanno voluto partecipare, per chiedere in coro «un cambio di passo, per tornare a un sistema di accoglienza vincente e sostenibile per tutti: operatori e ospiti».

Tempo di voltare pagina
«Da un po’ di tempo il settore accoglienza in Trentino è in crisi – Fabio Bertolissi, segretario di Fisascat Cisl Trentino – Vorremmo voltare pagina per il futuro degli ospiti, dei lavoratori e delle lavoratrici». Voltare pagina a una settimana di distanza dalla conferenza in cui le tre sigle hanno dichiarato lo stato d’agitazione per le residenze Adige, Fersina e Brennero. «Tre residenze molto diverse ma accomunate da una grande fatica nel portare avanti un servizio fondamentale e da una grande precarietà e da un silenzio assordante, una mancanza di risposta da parte delle istituzioni, in particolare la Provincia – ha affermato Federico Vitti della Cgil – Gli appalti del sistema di accoglienza sono ormai da tempo scaduti e in deroga e abbiamo un problema di tipo sindacale, derivante da un futuro incerto che accomuna tutti i lavoratori ad ampio spettro, ma anche gli ospiti delle strutture su cui si riversa questa incertezza». «I tagli preventivati al sistema di accoglienza riguardano tutti e tutte – ha aggiunto eco Anna Boneccher di Uiltucs – L’attenzione recentemente si è concentrata su alcuni fatti di cronaca alla residenza Fersina, ma la problematica, noi lo sappiamo, è più profonda e complessa». Le tre sigle chiedono quindi «un sistema d’accoglienza umano, inclusivo e sostenibile, sia per i lavoratori che lavorano in condizioni poco sicure sia per quegli ospiti richiedenti protezione internazionale».

Storie positive
Dopo l’intervento dei sindacati a prendere la parola sono stati alcuni operatori del settore che innanzitutto hanno voluto sottolineare come «la maggior parte degli ospiti sono persone che si impegnano, che lavorano. Sono nei cantieri edili, nelle cucine, alla Music Arena e nei campi». «Io lavoro alla Fersina da due anni e mezzo – ha aggiunto Laura Tonello, operatrice di Kaleidoscopio – Mi ha fatto molto male e mi ha dato fastidio vedere la residenza, chi ci lavora e chi la vive, dipinta in questi giorni come un covo di banditi». La verità, spiega l’operatrice, è un’altra. «Alla Fersina abbiamo 270 ospiti circa. Posso dire tranquillamente che 260 di loro sono bravissime persone e bellissime storie da raccontare». Storie di persone che hanno spesso vissuto viaggi infernali, arrivati in Trentino con la voglia di contribuire tanto alla loro famiglia a casa quanto al territorio in cui si stanno integrando. «Persone che in molti casi sarebbero anche pronte per lasciare la Fersina, perché hanno un lavoro, ma non ci riescono perché nell’attuale emergenza abitativa sono i più penalizzati». Poi certo ci sono alcuni ospiti problematici. «Ci sono – riconosce Tonello – Ma si contano sulle dita di una mano. E parliamo di persone con problemi, vulnerabili o devianti, che non dovrebbero stare alla Fersina, ma in comunità dove possono prendersi cura di loro». Il messaggio di Tonello è «la politica dei muri ha fallito, è tempo di costruire ponti. Tornare ad avere un’accoglienza non solo diffusa, ma anche costruita su un piano e su una programmazione che oggi manca».

 

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IL T ART accoglienza 170425

CORRIERE ART accoglienza 170425