l’Adige, Il T, Corriere del Trentino – Domenica 1 Giugno 2025

Appello della Uil sui referendum
«Al voto per equità e inclusione»

 

«Va abbassato il quorum»

Il segretario Largher: «Non abbiamo partecipato alla raccolta firme perché l’istituto referendario ormai rischia di non raggiungere gli obiettivi, ma nel merito siamo per il sì»

Sui requisiti per la cittadinanza: «L’attuale legge esclude milioni di persone pienamente integrate. Votare significa riconoscere l’Italia com’è oggi e prepararla al futuro»

INIZIATIVA L’associazione «Più democrazia» chiede di cambiare

Vista l’ampio astensionismo che caratterizza questi anni, «un quorum nazionale al 50% è sostanzialmente irraggiungibile. Per modificare “dal basso” il quorum, servirebbe una legge costituzionale di iniziativa popolare, particolarmente complessa, ma soprattutto servirebbe la volontà della politica. Ma chi sta al governo e in parlamento vuole comandare e sente con fastidio la partecipazione popolare diretta». Nell’incontro di ieri a Palazzo Geremia, Alex Marini, presidente dell’associazione “Più Democrazia in Trentino”, riflette sulla probabilità che gli imminenti referendum su lavoro e cittadinanza (8-9 giugno) riescano a superare il fatidico quorum: «È un’asticella troppo alta, anche considerando che dal governo si sostiene attivamente l’astensione», indica Marini. E gli appelli ad andare al “mare” falsano la gara perché finiscono per sommare l’astensione fisiologica all’astensione tattica volta a far fallire la consultazione. Marini ha delineato gli sforzi portati avanti, sia come rappresentante nelle istituzioni regionali e provinciali (è stato consigliere per il Movimento 5 Stelle), sia come associazione, per ridurre gli ostacoli imposti agli strumenti di democrazia diretta: «Nel 2014 abbiamo ottenuto dal Consiglio regionale alcune modifiche importanti, come il referendum confermativo a quorum zero per le modifiche agli statuti comunali, la pubblicazione di un opuscolo informativo per le votazioni comunali e una soglia massima per il quorum di partecipazione al 30% per i comuni con meno di 5mila abitanti e 25% per i comuni con più di 5mila abitanti, – ha spiegato Marini – Ma a livello provinciale in Trentino il quorum è stato abbassato dal 50% al 40%, ancora troppo alto». Oltre all’abbattimento del quorum, l’associazione propone anche l’introduzione di sistemi di voto più agili, come il voto per corrispondenza, e la possibilità di firmare anche digitalmente, ipotesi prevista per i referendum nazionali ma non per quelli provinciali.

Durante l’incontro è intervenuta la professoressa Chiara Cristofolini, docente associata di diritto del lavoro all’Università di Trento, che ha delineato in maniera ampia i contenuti dei referendum e ha sostenuto: «Ci troviamo di fronte a quesiti complessi, soprattutto quelli sul lavoro, e c’è chi sostiene che il referendum non sia lo strumento migliore per affrontarli. Io non lo credo, è giusto che il cittadino si interroghi sulle complessità e possa intervenire».

Votare e votare sì. Questo l’appello da parte di Walter Largher, segretario generale della Uil del Trentino, in vista dei referendum abrogativi sul lavoro e la cittadinanza di domenica e lunedì prossimi. La Uil non ha partecipato alla raccolta firme, ma non perché non condivida nel merito le tematiche.

Largher parte da un concetto base: in tempi di partecipazione scarsa o scarsissima, anche l’istituto del referendum va cambiato: «Abbiamo, come si è visto anche nelle ultime elezioni comunali in Trentino, sindaci eletti nel pieno della loro legittimità, con percentuali del 25%, votati per amministrare un intero comune e abbiamo invece referendum che per abrogare una norma devono raggiungere il 50%+1 dei votanti con il rischio concreto che, in molte circostanze, così com’è strutturato, esso non consenta di raggiungere gli obiettivi prefissati. Per queste ragioni, la Uil non ha partecipato alla raccolta delle firme nè farà parte dei comitati per i prossimi cinque quesiti referendari. Tuttavia, la Uil invita tutti e tutte ad andare a votare, per garantire una massiccia partecipazione democratica».

Com’è noto sono 5 i quesiti: quello per reinserire l’obbligo di reintegra in caso di qualsiasi licenziamento illegittimo (ora vale solo per alcune cause e per chi è stato assunto prima del 2015), quello per obbligare a dichiarare la causa per un contratto a termine, quello che estende al committente la responsabilità in caso di infortunio e quello per cancellare il tetto al risarcimento (per licenziamento illegittimo) da parte di piccole imprese. Infine, c’è il referendum sulla cittadinanza, che punta a ridurre a 5 gli anni di residenza continuativa necessari per chiedere la nazionalità italiana.

Largher invita a votare sì per l’abolizione del jobs act, «contro il quale abbiamo a suo tempo proclamato uno sciopero generale» e quello sulla sicurezza. Quanto alla cittadinanza, il segretario della Uil osserva quanto sia importante per un territorio come quello trentino che «per alcuni settori economici, edilizia, turismo, agricoltura, basa la sua sopravvivenza sulla presenza di lavoratrici e lavoratori stranieri. Persone inserite nel tessuto sociale, che vivono in Trentino, hanno figli/e nati/e in Trentino e studiano nelle scuole e università trentine nelle stesse classi dei trentini da generazioni. Il referendum vuole superare la legge n. 91/1992 sulla cittadinanza. Si tratta di una norma nata quando gli stranieri in Italia erano 625.000. Oggi sono 6,5 milioni – considerando i naturalizzati: cioè 10 volte tanto. Il Paese dunque è radicalmente cambiato. La legge 91, fondata sul principio dello ius sanguinis, esclude di fatto milioni di persone pienamente integrate, soprattutto giovani nati o cresciuti in Italia da genitori stranieri. La Uil sostiene il referendum abrogativo, convinta che serva una riforma che preveda la cittadinanza per i minori nati o arrivati in tenera età in Italia che abbiano completato almeno un ciclo scolastico; per i residenti di lungo periodo si chiede un abbassamento del requisito da 10 a 5 anni. La cittadinanza, per la Uil del Trentino, è uno strumento di giustizia e partecipazione».

 

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