Il T – Sabato 6 Settembre 2025
«Armani, genio dei dettagli e attento ai lavoratori»
Il ricordo dello stilista. La testimonianza dei sindacati e dei dipendenti della fabbrica di Mattarello che conta al suo interno 170 addetti
ECONOMIA
«Si sentiva la sua presenza anche se non c’era, Giorgio Armani ti faceva sentire parte di qualcosa di diverso. Così me lo hanno raccontato i lavoratori di Mattarello». Mario Cerutti, sindacalista della Filctem Cgil, che per 20 anni ha seguito le relazioni sindacali nello stabilimento trentino della Giorgio Armani Operations, saluta con affetto il re della moda, italiana, e non solo. Sì perché forse non tutti ne sono a conoscenza ma dell’impero di Re Giorgio, scomparso ieri all’età di 91 anni, faceva parte anche un grosso stabilimento industriale a Mattarello, che dava lavoro a 170 dipendenti. Armani non faceva spesso visita allo stabile, anche se negli anni qualche dirigente lo aveva conosciuto e incontrato. Ma anche a distanza, la sua “mano” si sentiva, dalla cura maniacale dei dettagli che aveva anche per la linea industriale, fino alle relazioni sindacali. «Aveva un’attenzione per il personale diversa da quella che si riscontra in altre multinazionali anche più grandi (e qui forse pare di cogliere una frecciatina a Dana ndr). Sulla falsa riga della Luxottica di Delvecchio. Le relazioni sindacali erano di alto livello. Poi, certo, non regalava nulla neanche il signor Armani», afferma Cerutti con un sorriso. «Anche nell’ultima trattativa per il rinnovo del contratto integrativo, che pure è stata lunga – aggiunge Cerutti – aveva dato l’input ai dirigenti locali di resistere in tutti i modi senza fare la cassa integrazione. Cosa che invece oggi stanno facendo anche gruppi molto grossi nel settore della moda. Ha fatto un sacco di soldi ma ha fatto tanto per l’Italia anche dal punto di vista sindacale. Intendiamoci il lavoro in azienda era pesante e con ritmi di un certo tipo ma c’era un disegno industriale di un certo livello».
Il sindacalista spiega poi di cosa si occupa lo stabilimento di Mattarello: «Si tratta di lavorazione industriale. La direzione generale creava e organizzava una serie di capi, molti dei quali venivano completati a Mattarello, che è sempre stato un sito di un certo livello con professionalità di un certo tipo, implementate nel corso di anni. Lì si sono fatti e si fanno prodotti per personaggi politici, dello sport e della cultura». Non manca poi anche un aneddoto: «Una cosa curiosa che mi hanno raccontato è che controllava tutto, ogni dettaglio. Quando i modelli indossavano i suoi capi lui doveva dare l’ok ad ogni abito – rivela – Se ci fosse stato qualcosa che non era in linea con quello che aveva in mente, si sistemava ogni dettaglio anche sul momento. Aveva un’attenzione quasi maniacale, anche sulla linea industriale, che è quella destinata magari ad un pubblico più ampio rispetto alla linea su misura».
Un commento, infine sul futuro dell’azienda e dello stabile trentino: «Era un genio. Personaggi così creano governance che vanno avanti anche dopo di loro. Nell’immediato non cambia nulla, poi bisognerà vedere nel tempo. Ha lasciato un prodotto classico che non va mai fuori di moda e una realtà industriale importante, costruita a sua immagine e somiglianza. L’auspicio è che si tuteli questo patrimonio», conclude Cerutti. A commentare la scomparsa del grande stilista c’è anche il segretario della Uiltec, Alan Tancredi: «Con la scomparsa di Giorgio Armani l’Italia perde un gigante della moda e un interprete autentico della identità italiana nel mondo – afferma – Maestro indiscusso di stile ed eleganza, con il suo lavoro ha contribuito in maniera determinante a rafforzare l’immagine del made in Italy, unendo creatività, innovazione e capacità imprenditoriale». Armani, prosegue Tancredi, «non è stato soltanto un innovatore del gusto e della bellezza: ha rappresentato un modello imprenditoriale fondato su qualità, competenza e visione internazionale, valorizzando il talento delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno reso possibile il successo della sua maison». La sua eredità, dice il segretario «continuerà a vivere non solo nella moda, ma nella cultura e nell’identità del “made in Italy”», dice Tancredi riprendendo le parole della segretaria nazionale Uiltec, Daniela Piras. «Sappiamo che aveva già predisposto l’organizzazione societaria successivamente alla sua morte ma servirà la lettura del testamento per avere dettagli precisi», aggiunge il sindacalista.
Nel dettaglio, all’interno dello stabilimento di Mattarello «sono impiegate circa 170 persone, a prevalenza femminile, e si occupano della prima linea del classico (Giorgio Armani uomo e donna) dalla sfilata alla produzione, ma anche dei capi “Su misura”, cioè quelli personali su richiesta». Una considerazione, infine, sulle relazioni sindacali: «Sono buone anche se sono serviti 7 mesi per il rinnovo dell’integrativo – conclude Tancredi – E ad oggi, considerazione sindacale retributiva, le retribuzioni dei lavoratori e delle lavoratrici sono sostanzialmente basse rispetto alla media industriale e soprattutto in relazione al valore aggiunto di un prodotto di lusso e di nicchia. Stiamo parlando di 1400 euro al mese circa, e visto il costo delle vita trentina e delle case, sicuramente sono ancora pochi».
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