A marzo , i consiglieri provinciali riceveranno un’indennità, compresa di arretrati, per una cifra attorno ai 20.000,00 € che corrisponde alla retribuzione media annua di un lavoratore. Ancora una volta, ci troviamo di fronte a un adeguamento economico che va ben oltre ogni misura ragionevole, rispetto ad un corretto riconoscimento per l’impegno e la responsabilità della gestione della cosa pubblica in una provincia autonoma, diventando di fatto privilegio.
Mentre l’inflazione erode il potere d’acquisto e il caro casa riduce drasticamente i redditi delle famiglie, la politica rischia di apparire sempre più distante dai problemi reali dei cittadini. In un momento in cui lavoratrici e lavoratori faticano a far fronte all’aumento del costo della vita, l’ennesima decisione di aumentare le indennità e pagare arretrati così cospicui risulta non solo inopportuna, ma profondamente ingiusta.
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