Il T – Giovedì 6 Marzo 2025

Aziende, segnali di ripresa ma preoccupano i dazi promessi da Trump

 

«Agricoltura a rischio». Largher (Uil): «I consorzi subiranno le conseguenze»

ECONOMIA

Mentre vengono illustrati i dati positivi della congiuntura economica passata, gli imprenditori pensano già al prossimo futuro. E questo vuol dire dazi. «Le misure promesse, e purtroppo anche messe in pratica in certi ambiti, hanno in principio danneggiato in maniera marginale — ha detto Andrea De Zordo, presidente della Camera di Commercio di Trento —, però ci stiamo rendendo conto che si stanno avvicinando sempre di più a quegli ambiti di riferimento importanti per noi come può essere il mercato alimentare». E ha aggiunto: «Il Trentino è pronto a far fronte alla crisi internazionale, penso al mercato tedesco, piuttosto che ai dazi di Trump. Il nostro tessuto economico è forte, è straordinariamente radicato e abbiamo dei riscontri positivi. È evidente che anche il Trentino non può che allinearsi alle dinamiche nazionali, europee ed internazionali».

Le misure minacciate, ma non ancora ufficializzate, da Trump (25% di dazi per i prodotti europei) rischiano subito di frenare il trend positivo (+1,3%) della manifattura. «Questo dato ci fa ben sperare per il futuro prossimo, anche perché il sentiment dell’imprenditoria è legato a una fiducia nei confronti dei prossimi mesi — ha spiegato De Zordo —, però non dobbiamo neanche nasconderci dietro un dito, dobbiamo anche considerare che tanti elementi sono legati al mercato delle esportazioni che in questo momento sta soffrendo per i dazi introdotti e promessi dalla Casa Bianca».

Preoccupazione tra i sindacati
Anche i sindacati sono preoccupati per quanto riguarda la guerra doganale. «Soprattutto l’agricoltura sarà a rischio — ha detto il segretario della Uil, Walter Largher —. La piccola media impresa agricola può tener botta per qualche giorno, ma i consorzi ne subiscono immediatamente le conseguenze».

«Il rischio è che si vada verso una guerra commerciale della quale credo che nessuno di noi abbia idea di come possa andare a finire», ha detto il segretario della Cisl, Michele Bezzi.

A rischio dazi, come detto, c’è la manifattura. Un settore che per Andrea Grosselli, segretario della Cgil, dovrebbe essere aiutato maggiormente dalla politica: «Bisogna capire se il consolidamento è strutturale o un piccolo rimbalzo. L’aumento è timido perché è al lordo dell’inflazione — ha spiegato —. Sappiamo che in questo momento i rischi sono tutti concentrati sull’ambito industriale, manifatturiero e quindi servirebbe un’azione anticongiunturale della Provincia proprio su quel settore per riattivare gli investimenti». E ha aggiunto: «In questo momento non si fa nulla ed è grave perché se si vogliono sostenere questi timidi segnali di crescita serve fare qualcosa urgentemente».

Ritornando all’analisi della Camera di Commercio, Largher ha posto l’attenzione sui dati della manifattura: «Siamo in una sorta di stagnazione e la preoccupazione è che noi ci stiamo spostando sempre di più sui servizi, sul turismo, ma noi se vogliamo fare occupazione per fare valore aggiunto dobbiamo puntare sulla manifattura».

Bezzi ha commentato invece il calo di fatturato delle vendite in Trentino: «Il mercato interno è abbastanza fermo. Magari con questa situazione di incertezza le persone spendono meno, anche perché i trentini sono risparmiatori». E ha aggiunto: «L’occupazione sta tenendo, ma qui si tratta di una questione di qualità dell’offerta di lavoro».

 

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CORRIERE ART economia 060325