l’Adige – Giovedì 15 Maggio 2025

Bene il terziario, giù l’industria

 

TRENTO – Luci ed ombre. Sono ormai mesi che il mercato del lavoro in Trentino presenta dati positivi cui fanno da contraltare segnali preoccupanti.

Le notizie buone reperibili dalla nota mensile dell’Agenzia del lavoro sono sostanzialmente due. La prima è che nei primi due mesi dell’anno la domanda di lavoro è in crescita. Le assunzioni sono infatti in aumento dell’1,5 per cento, da 18.736 a 19.018, grazie al +3,9% del terziario. La seconda è che si assiste fortunatamente ad un incremento dei contratti stabili del 6,4 per cento, tra assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato.

I dati del mercato del lavoro trentino del primo bimestre 2025, però, – e questa è la notizia meno positiva – confermano la tendenza in atto da molti mesi al rallentamento del settore industriale. Ma ormai non è più una notizia visto che l’arretramento persiste da tanti mesi. Le assunzioni nel settore manifatturiero sono infatti calate ancora una volta, con una riduzione del 12,7 per cento nei mesi di gennaio e febbraio rispetto allo stesso periodo del 2024.

Se a questo – come suggeriscono i sindacati – si aggiunge l’aumento del ricorso alla cassa integrazione che da gennaio a marzo è cresciuto nell’industria dell’81,6 per cento, si può comprendere come cresca tra le organizzazioni sindacali la preoccupazione per il comparto manifatturiero particolarmente colpito dal rallentamento della crescita del Pil e dal quadro di grande incertezza legata minaccia (per ora congelata) dei dazi Usa.

«Siamo consapevoli che le dinamiche del settore industriale hanno origini esterne ai confini provinciali – spiegano i componenti del cda di Agenzia del Lavoro Andrea Grosselli (Cgil), Lorenzo Pomini (Cisl) e Walter Largher (Uil) – . Ma i dati continuano ad essere preoccupanti e la politica locale deve intervenire con misure ad hoc per rilanciare la produzione manifatturiera. Il Trentino senza industria non ha futuro: se si riducono le opportunità nel secondario, peggiora infatti complessivamente la qualità dei posti di lavoro in Trentino».

Il ricorso alla cassa integrazione rafforza le preoccupazioni delle organizzazioni sindacali. Nei primi tre mesi dell’anno l’industria ha richiesto ben 385mila ore di integrazione salariale, in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Se a queste si sommano le ore registrate nell’ultimo trimestre dell’anno, nei sei mesi tra ottobre e marzo si rileva un ricorso a cassa ordinaria e straordinaria nell’industria in aumento per quasi 1,1 milioni di ore.

Per questo motivo Cgil, Cisl e Uil rinnovano l’appello alla Provincia. «Serve un piano per affrontare il rallentamento dell’industria – dicono Grosselli, Pomini e Largher -. Solo pochi giorni fa l’assessore Spinelli ha annunciato la volontà di costituire un tavolo per le emergenze. Crediamo sia la strada giusta ma bisogna avviare il confronto rapidamente per permettere al sistema provinciale di adottare le misure più utili per rilanciare la manifattura e il terziario evoluto».

 

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