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07 Lug
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«Hydro Dolomiti Energia sia pienamente pubblica»

Corriere del Trentino, Il T – 07 luglio 2023 (altro…)

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07 Lug
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Tasse e obbligazioni per distribuire valore

Il T – 07 luglio 2023 (altro…)

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07 Lug
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«Apss, troppe dimissioni»

l’Adige – 07 luglio 2023 (altro…)

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Multiservizi, Uiltec contro Tonina

Trentino – 07 luglio 2023 (altro…)

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07 Lug
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Metalmeccanici, sciopero per il rilancio del settore

Trentino, Corriere del Trentino, Il T – 06 luglio 2023 (altro…)

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07 Lug
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Sanità, pronti cinque milioni da distribuire ai dipendenti

Trentino, Corriere del Trentino – 06 luglio 2023 (altro…)

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«Materne: disagi di un sistema ferito»

l’Adige – 06 luglio 2023 (altro…)

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Hde: Dichiarazione stampa Walter Alotti Segretario UIL Trentino del 6.7. 2023

Hde: Dichiarazione stampa Walter Alotti Segretario UIL Trentino del 6.7. 2023

In riferimento alle notizie di stampa circa la possibile aggregazione di una cordata di soggetti privati che hanno manifestato interesse a rilevare tutta o parte della quota del 40% di HDE in rilascio dalla banca d’investimento Macquarie, la UIL esprime forte  preoccupazione e ripropone il modello altoatesino pubblico al 100% per la società idroelettrica trentina HDE.

Il rischio è quello che forti soci/azionisti trentini non pubblici, che peraltro rappresentano interessi legittimi, possano puntare più ai dividendi ed ai profitti, piuttosto che minimizzare il costo energia per le aziende e cittadini trentini.

La Uil rilancia inoltre l’idea, per ridurre il costo per la PAT della rilevazione delle quote di HDE oggi in possesso di mani private, di far intervenire direttamente i risparmiatori trentini sul mercato per la raccolta delle risorse necessarie, organizzando un azionariato diffuso, magari con una public company creata appositamente.

 

Walter Alotti

Segretario Generale

Uil del Trentino

Scarica il pdf: Dichiarazione Stampa UIL su cordata privati per rilevazione 40% HDE

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07 Lug
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Metalmeccanici in sciopero per il rilancio del settore e l’occupazione

Metalmeccanici in sciopero per il rilancio del settore e l’occupazione

Anche le tute blu trentine incroceranno le braccia per quattro ore venerdì 7 luglio. “Industria centrale per lo sviluppo del Paese. Servono politiche industriali che puntino su innovazione e transizione ecologica”

Anche le metalmeccaniche e i metalmeccanici trentini venerdì 7 luglio incroceranno le braccia per quattro ore, aderendo allo sciopero nazionale indetto unitariamente da Fiom, Fim e Uilm.

Le tute blu protestano per chiedere un rilancio del settore, che non può non passare da politiche industriali che puntino su innovazione e transizione ecologica e tecnologica, e che nel contempo valorizzino l’occupazione nel settore. Tutti temi su cui i governi hanno dimostrato invece di essere assenti.

Sono anni, infatti, che il Paese vede ridursi la sua base produttiva e, nell’attuale fase di grandi trasformazioni e di processi di transizione — ecologica, digitale, energetica e tecnologica — sono mancati da parte della politica gli orientamenti e le scelte sui temi del lavoro e dell’industria. Per il settore, invece, sono sempre più urgenti interventi di politica industriale che ancora non si vedono da parte del governo attuale e senza i quali si rischia di peggiorare la condizione economica, industriale e sociale, già caratterizzata da prospettive di particolare incertezza.

Fiom Fim e Uil chiedono anche di rimettere al centro il lavoro dell’industria metalmeccanica e impiantistica, altrimenti si rischia di aggravare la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori già appesantita da pandemia, crisi, instabilità geopolitica e da un’inflazione a livelli record, che erode il potere di acquisto dei salari. Accanto a questo le tute blu puntano l’accento sulla riforma degli ammortizzatori sociali, che dovrebbe prevedere strumenti adeguati per gestire in modo equo la transizione ecologica e digitale favorendo la riqualificazione di quanti si troveranno ai margini del mercato del lavoro. Allo stesso tempo serve incentivare i contratti di espansione e di solidarietà, per ridurre l’orario di lavoro e favorire l’occupazione giovanile.

L’investimento su migliori condizioni di lavoro non può prescindere anche da un piano di formazione sulle nuove competenze, la riqualificazione e la valorizzazione dei sistemi educativi e formativi dagli istituti superiori fino all’università.

In tema di qualità dell’occupazione Fiom Fim e Uilm sollecitano un maggiore impegno per incentivare l’aumento dimensionale delle imprese, superare le gare al massimo ribasso negli appalti e stabilizzare il lavoro precario.

Dunque le politiche industriali e le risorse del PNRR che per le tre sigle dovrebbero essere oggetto di confronto anche per il rilancio e lo sviluppo del comparto metalmeccanico e allo stesso tempo l’incremento degli investimenti pubblici e privati nei settori strategici.

Questioni queste che toccano da vicino anche il Trentino che avrebbe bisogno di politiche industriali selettive per le imprese che investono in innovazione, nella transizione ecologica e digitale per essere competitive sui mercati internazionali e creare condizioni di lavoro migliori e più attrattive, contribuendo in questo modo alla crescita economica di tutta la comunità.

Trento, 5 luglio 2023

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07 Lug
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Magazzino Sait. Il Tribunale revoca la procedura di licenziamento

Magazzino Sait. Il Tribunale revoca la procedura di licenziamento

Accolto il ricorso di Filcams, Fisascat e Uiltucs per condotta antisindacale. Tutti i 53 lavoratori dovranno essere reintegrati. Soddisfazione dei sindacati

Sait dovrà reintegrare tutti i magazzinieri licenziati a settembre 2022. Lo prevede il decreto del giudice Giuseppina Passarelli del Tribunale di Trento che ha accolto il ricorso di Filcams, Fisascat e Uiltucs per condotta antisindacale, revocando così la procedura di licenziamento collettivo.

Le tre organizzazioni sindacali seguite dagli avvocati Alberto Ghidoni, Laura Bianchi, Giordano Stella, Alessio Giovanazzi e Federico Fior nel loro ricorso avevano contestato, tra le altre questioni, il fatto che il Consorzio si fosse sempre opposto al confronto con le tre sigle, non permettendo a queste dunque di svolgere a pieno il loro ruolo a tutela dei lavoratori, ma anche la tempistica proposta di cessione del contratto a Movitrento e la genericità e incompletezza delle informazioni sulla procedura.

Il giudice accogliendo il ricorso di Filcams, Fisascat e Uiltucs accerta il comportamento antisindacale di Sait “consistita nell’aver impedito al sindacato di interloquire, come sarebbe stato suo diritto, nella delicata fase di formazione della decisione di procedere al licenziamento collettivo, non prospettando fin da subito la possibilità di ricorre a strumenti alternativi”. In buona sostanza i sindacati sono stati messi da Sait di fronte ad una decisione già assunta e definita, senza poter di fatto in alcun modo confrontarsi su strade alternative al licenziamento. “Ai sindacati – scrive il giudice – non è stato permesso di adempiere alla propria funzione istituzionale”. Sait, inoltre, non ha reso una comunicazione sufficiente per l’individuazione della platea di lavoratori interessati alla procedura di licenziamento.

Il giudice contesta anche la tempistica, eccessivamente ridotta, relativa alla proposta ad ogni singolo magazziniere di cessione del proprio contratto a Movitrento, “lesiva delle prerogative sindacali”. Erano disponibili appena 15 giorni, infatti, tra la data di comunicazione di avvio della procedura di licenziamento, e il termine ultimo entro il quale i magazzinieri dovevano accettare la cessione del contratto alla ditta appaltatrice. Una scelta che allora i sindacati avevano definito un inaccettabile “prendere o lasciare”.

Il decreto revoca la comunicazione di licenziamento e obbliga il Consorzio a reintegrare tutti i lavoratori licenziati.

I segretari provinciali di Filcams, Fisascat e Uiltucs, Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Stefano Pichetti, esprimono soddisfazione per la decisione del Tribunale “che conferma la correttezza della nostra tesi e di fatto ribadisce che quei licenziamenti sono stati messi in atto in modo scorretto, limitando attraverso la condotta antisindacale, i diritti dei lavoratori. E’ un pronunciamento importante anche perché dal nostro punto di vista ribadisce che i dipendenti non sono semplici numeri di cui disfarsi velocemente quando si ritiene non siano più utili. Esistono diritti che vanno rispettati e regole da seguire che devono valere per tutti”.

Trento, 3 luglio 2023

Scarica il pdf: decreto 28 Filcams + 2 – Sait

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