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27 SETTEMBRE 2023 PRIME RISPOSTE ECONOMICHE IN TASCA AI LAVORATORI DEL PUBBLICO IMPIEGO
TRENTO. Piena soddisfazione espressa da parte dei Segretari Provinciali di CISL FP Beppe Pallanch, UIL FPL EE.LL. Andrea Bassetti, UIL FPL SANITA’ Giuseppe Varagone e NURSING UP Cesare Hoffer, per il nulla osta da parte della Corte dei Conti che conferma la validità degli impegni fino ad oggi sottoscritti con la Provincia Autonoma di Trento.
In primis l’accordo definitivo per l’UNA TANTUM 2023 che andrà in erogazione con la retribuzione di settembre 2023, primo segno tangibile del risultato di chi lotta e firma i Protocolli, con responsabilità, trasparenza ed impegno verso i lavoratori del pubblico impiego, in vigile attenzione per il rispetto di quanto inserito all’interno del Protocollo d’Intesa Politico del 18.07.2023.
Per il Comparto della Sanità, inoltre, sono stati certificati i 5 milioni, come previsto dal Protocollo d’Intesa del 5.12.2022, risultato raggiunto grazie anche alle pressioni esercitate nella manifestazione del 6 settembre 2023. L’augurio di vedere anche queste risorse nelle tasche dei lavoratori già nel mese di settembre.
Ulteriore risultato il riconoscimento d’erogazione del valore buono pasto di € 5,29 sulle Autonomie Locali, per quanto inserito nell’accordo transitorio del 19.06.2023, per quelle lavoratrici e lavoratori penalizzati dalle disdette delle convenzioni degli esercizi commerciali.
Ora attendiamo l’emanazione delle direttive da parte della Giunta Provinciale, per il proseguo della trattativa in APRAN.
CISL FP UIL FPL EE.LL. UIL FPL SANITA’ NURSING UP
Beppe Pallanch Andrea Basse/ Giuseppe Varagone Cesare Hoffer
Scarica il pdf: 27 SETTEMBRE 2023 27 SETTEMBRE 2023 PRIME RISPOSTE ECONOMICHE IN TASCA AI LAVORATORI DEL PUBBLICO IMPIEGO – Comunicato OO.SS. 14.09.2023

Mercato del Lavoro. A giugno disoccupazione in calo al 3,5% e occupazione in crescita. Sindacati: dati positivi. Adesso però agire su due fronti, aumento delle retribuzioni e misure anticicliche che attenuino della frenata dell’economia
A giugno il mercato del lavoro trentino viaggiava ancora di corsa. Secondo i dati Istat relativi al secondo trimestre di quest’anno, infatti, la disoccupazione è calata al 3,5%, oltre un punto percentuale in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente quando la percentuale dei senza lavoro era il 4,7%. Parallelamente è cresciuta l’occupazione che ha raggiunto il 70,7%. In lieve salita anche il tasso di inattività, cioè la percentuale di quanti non hanno un’occupazione né la cercano, che nei primi sei mesi dell’anno ha raggiunto il 26,7%.
I dati sono positivi sia per le donne sia per gli uomini; entrambi i segmenti fanno registrare un calo di disoccupazione e un aumento degli occupati. Ancora migliore la performance del mercato del lavoro altoatesino che registra un tasso di disoccupazione di oltre la metà inferiore a quello trentino e pari all’1,3%.
“L’Istat registra un andamento ancora dinamico del mercato del lavoro fino a giugno, nonostante il secondo trimestre l’economia risulti in contrazione. Le ragioni sono sicuramente legate alla crescita del turismo, con le assunzioni per la stagione estiva – spiegano i tre segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti – . I timori arrivano dagli ultimi dati sulla cassa integrazione. Nei primi sei mesi di quest’anno sono state autorizzate 978mila ore di cassa. Cifra che potrebbe raddoppiare da qui alla fine dell’anno se verranno confermate le previsioni sull’andamento del comparto industriale. Così torneremmo ai livelli del 2011 quando anche in Trentino si sentivano ancora le code della Grande Recessione provocata dalla crisi finanziaria americana”.
Dunque l’attenzione deve restare massima per evitare l’avvitamento in una recessione vera e propria. Per questa ragione i sindacati invocano una politica industriale anticicliche, sostenendo gli investimenti delle imprese che puntano su innovazione e transizione ecologica.
Allo stesso tempo il calo della disoccupazione si lega anche alla carenza di manodopera. Ci sono meno lavoratori e lavoratrici in cerca di occupazione perché ce ne sono meno in assoluto. “In questo quadro la prima mossa dovrebbe essere quella di rendere più attrattive le offerte di lavoro, migliorando le condizioni retributive, puntando su occupazione stabile e di qualità”, aggiungono Grosselli, Bezzi e Alotti che al tempo stesso sottolineano ancora una volta la necessità di gestire in modo adeguato e lungimirante anche il fenomeno dell’immigrazione. “Abbiamo bisogno di più lavoratori stranieri e non lo dice il sindacato, ma le imprese. E servono dunque più politiche di integrazione e accoglienza. Oggi gli stranieri si allontanano dal nostro mercato del lavoro. Ed è un problema per il sistema, al di là della propaganda spicciola”.
Trento, 13 settembre 2023

Senza stranieri il Trentino non ha futuro. Miope e ingiusto il vincolo dei 10 anni sui sostegni. Cgil Cisl Uil: accoglienza e integrazione per rispondere al calo demografico e carenza di manodopera. Con la demagogia non si risolvono i problemi
“Il vincolo dei dieci anni per accedere all’assegno unico provinciale è discriminatorio e ingiusto. Lo abbiamo detto nel momento in cui è stato istituito dalla Giunta Fugatti e lo ribadiamo adesso: non è con la demagogia che si governa il fenomeno dell’immigrazione. Non è con la miopia che si costruiscono risposte per una comunità, come quella trentina, che senza l’apporto degli immigrati sarebbe in profonda difficoltà per assenza di manodopera, in crisi per il calo di nascite e l’invecchiamento della popolazione”. Lo affermano Cgil Cisl Uil commentando la notizia che la sentenza contro i dieci anni di residenza per l’assegno unico verrà portata in Cassazione. “La scelta di escludere le famiglie stranieri dalle misure di sostegno è contro la normativa europea e va contro anche le decisioni assunte a livello nazionale dal Governo Meloni sull’assegno unico universale – fanno notare i segretari provinciali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Al contrario vanno messe in campo misure di accoglienza ed integrazione. E questo non solo perché è eticamente giusto, almeno dal nostro punto di vista, ma anche perché è conveniente per il Trentino che ha bisogno di lavoratori, che ha bisogno di famiglie che facciano figli e di persone che assistano i nostri anziani. Sarebbe opportuno che il presidente Fugatti facesse un bagno di realtà”.
A dimostrarlo sono i dati. Nei primi cinque mesi del 2023 i bambini nati in Trentino sono il 17% in meno rispetto al 2019, ultimo anno prima della pandemia. Nello stesso periodo il numero di cittadini stranieri che ha preso residenza in Trentino è cresciuto del 22%. Inoltre dal 2019 al 2023 la popolazione trentina è calata passando da 543mila persone a 542mila. In questo quadro è evidente che è solo grazie all’apporto degli ingressi di cittadini dall’estero che il nostro saldo demografico è meno negativo di quanto sarebbe senza l’apporto straniero. “Questi dati certificano non solo l’impatto nullo dei bonus Fugatti sulla natalità, ma anche l’amara constatazione che senza l’apporto dei cittadini stranieri i trentini sparirebbero. Quindi è tempo che responsabilità e razionalità prendano il posto dei proclami demagogici che piacciono sicuramente ad una parte importante di elettorato”. In sintesi investire sulle misure di accoglienza ed integrazione rende il nostro territorio più attrattivo e più sicuro per tutti. E le misure di sostegno alle famiglie rientrano in questo ambito. Senza dimenticare che l’assegno unico trentino prevede, attraverso un sistema di condizionalità, anche una spinta all’occupazione. “Ignorare tutto questo solo per calcolo politico è inaccettabile”.
Trento, 7 settembre 2023

Autonomia. Bene la revisione dello Statuto, ma la scommessa è l’esercizio coraggioso e innovativo delle competenze
“La prospettiva di una revisione in tempi rapidi del secondo Statuto per recuperare appieno le competenze erose negli ultimi vent’anni e per introdurre il meccanismo dell’intesa è una notizia positiva, che va in una direzione del tutto condivisibile per valorizzare compiutamente la nostra Autonomia speciale. Non si compia, però, l’errore di ritenere che questo sia un punto di arrivo. Definita la cornice, poi bisogna agire, assumere scelte ed esercitare con lungimiranza e coraggio il potere di cui disponiamo. Chi governa dunque è chiamato a non limitarsi alla semplice amministrazione dell’esistente, con uno sguardo sempre rivolto alle scelte nazionali, non tanto per coerenza quanto per paura di innovare. In Trentino l’Autonomia è stata a lungo esercizio di sperimentazione in più campi, dalle politiche economiche e di sviluppo al welfare, fino al lavoro. Spinta che si è persa nell’ultimo quinquennio.
Per questa ragione insistiamo nel ricordare che esercitare l’Autonomia richiede responsabilità e lungimiranza per costruire politiche realmente rispondenti alle esigenze del nostro territorio, non semplici duplicazioni di scelte adottate a Roma.
Per fare questo serve mettere a fattore comune le migliori esperienze e competenze di cui il Trentino dispone, a cominciare dalla sua università e dagli eccellenti centri di ricerca. E bisogna anche ritornare ad un governo “condiviso dell’autonomia”, nel solco del positivo esempio della Sozialpartnerschaft, dunque il coinvolgimento nelle scelte di tutti i soggetti rappresentativi, con uno sguardo sempre rivolto alle migliori prassi europee”
Trento, 7 settembre 2023

Economia in frenata. Sostenere la crescita delle imprese e la transizione ecologica. Cgil Cisl Uil: assurdo puntare su sostegni a pioggia. Il nostro sistema ha bisogno di più produttività, competitività e sostenibilità
Se la crescita dell’economia trentina è in frenata l’unica soluzione è adottare misure anticicliche che ne invertano l’andamento in positivo. Ne sono convinti Cgil Cisl Uil che guardano ai dati contenuti nell’analisi della Camera di commercio con estrema attenzione, ma senza allarmismi. “Il rallentamento è evidente, ma è altrettanto vero che l’economia provinciale crescerà più della media prevista a livello nazionale. Troppo poco per dormire sonni sereni, ma abbastanza per agire tempestivamente per sfruttare questo vantaggio e permettere al nostro sistema di tornare a crescere su basi più stabili”, dicono i segretari provinciali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti. Per i sindacati in questo quadro l’unica strada da imboccare è una politica di interventi anticiclica, basata su scelte lungimiranti che puntino su rafforzamento dell’export, crescita dimensionale delle imprese, aumento della produttività e del valore aggiunto, innovazione e green. Una ricetta agli antipodi di quanto sollecitato dal presidente della Camera di commercio, Giovanni Bort. “Il Trentino non ha bisogno di più imprese piccole. Indirizzare in questa direzione gli incentivi pubblici è condannare all’asfissia il nostro sistema economico – insistono i tre segretari -. Al contrario bisogna sostenere la crescita delle imprese e la loro competitività indirizzando le politiche industriali e gli incentivi pubblici all’innovazione tecnologica, alle transizione ecologica, con in cima il tema dell’energia pulita. Solo così le nostre aziende cresceranno, saranno più competitive e attrarranno manodopera specializzata. Il problema del Trentino è il lento processo di deindustrializzazione che certo non aiuta a far crescere la presenza del nostro sistema economico sui mercati internazionali”.
Cgil Cisl Uil guardano con particolare interesse alla transizione energetica, terreno su cui si gioca anche per i sindacati la partita più importante per la competitività e la crescita. “Il Trentino sulla sostenibilità può giocare una partita fondamentale, sfruttando al meglio le opportunità offerte dall’Unione Europea ed investendo risorse importanti che sono nelle casse di Piazza Dante”.
Il riferimento è il piano con cui Bruxelles sostiene la svolta green delle economie dei paesi membri. In pratica tutti i sostegni pubblici indirizzati alla transizione ecologica sono privi di vincoli, dunque la Provincia potrebbe sostenere oltre il tetto del “de minimis” le imprese che investono in questa direzione. “Un’opportunità doppia per il nostro tessuto economico: gli alti tassi di interesse frenano gli investimenti delle imprese, ma se questi investimenti sono sostenuti dall’ente pubblico che allo stesso tempo li vincola alla sostenibilità si ottiene un duplice risultato, a beneficio della produttività e competitività delle nostre imprese e al rafforzamento del nostro sistema che, di fronte ad un nuovo aumento dei costi energetici, non si troverebbe con le armi spuntate. In questa logica il ragionamento della Camera di commercio ci appare miope. Ci saremmo aspettati un invito alla Giunta perché investa subito parte dei 500 milioni di fondi di riserva nella direzione di ammodernare il nostro sistema produttivo. Sentire parlare ancora di incentivi a pioggia e contributi alle piccole imprese lascia basiti”, concludono.
Trento, 7 settembre 2023

Mod.RED: ATTENZIONE LA NON PRESENTAZIONE DEL MOD.RED PUÒ COMPORTARE LA SOSPENSIONE DELLE PRESTAZIONI
Mod.RED: ATTENZIONE LA NON PRESENTAZIONE DEL MOD.RED PUÒ COMPORTARE LA SOSPENSIONE DELLE PRESTAZIONI
L’Inps verifica annualmente i redditi personali dei pensionati e dei familiari che possono influire sulle prestazioni collegate, come:
Maggiorazioni sociali sulle pensioni;
Assegni di invalidità;
Trattamenti di famiglia;
Pensioni sociali;
Assegni sociali;
Prestazioni per invalidità civile;
Quattordicesima
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