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Tavolo retribuzioni. Per produttività e salari servono misure concrete e innovative.
Oggi è ripartito il confronto tra Provincia e parti sociali. Cgil Cisl Uil chiedono maggiori attenzioni su mercato del lavoro e sgravi fiscali selettivi. “Pronti a fare la nostra parte per migliorare l’intesa”
Dopo cinque mesi si è riunito oggi nuovamente il tavolo provinciale sulle retribuzioni. La giunta provinciale, con l’assessore Spinelli, ha proposto una bozza di testo che verrà esaminato dalle organizzazioni sindacali nelle prossime settimane per la predisposizione di proposte di integrazione e modifica. “Prendiamo atto del lavoro svolto dalla Giunta e dagli uffici provinciali e ci impegniamo a valutare i contenuti del documento. E fin dai prossimi giorni lavoreremo per migliorare i contenuti dell’intesa. È positivo che si sia tornati a convocare il tavolo anche perché da maggio ad oggi non c’è stato spazio per alcun confronto o approfondimento che coinvolgesse le organizzazioni sindacali”, hanno dichiarato a margine dell’incontro i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti.
Le tre sigle hanno comunque evidenziato, nel corso del confronto di questa mattina, come nel documento manchino alcune questioni che le parti sindacali ritengono centrali per sostenere la crescita reale delle retribuzioni, che in Trentino restano stagnanti e al di sotto della media del nord Italia.
In particolare i sindacati hanno ribadito la necessità di agire sulla leva fiscale sia con una rimodulazione dell’addizionale Irpef per accrescere la capacità di spesa delle famiglie, sia con l’introduzione di meccanismi selettivi degli sgravi Irap per le imprese, finalizzando l’incentivo a sostenere la contrattazione integrativa sul modello dell’intesa adottata a Bolzano.
Detto che i riferimenti ad agricoltura e turismo come priorità per gli enti locali sarà stralciato, mancano, allo stesso tempo, previsioni di rafforzamento del welfare per le famiglie. L’aumento dei prezzi e i bassi salari hanno prodotto un impoverimento reale dei nuclei familiari, non bilanciato da misure di welfare adeguate all’inflazione. Quindi pur apprezzando i ragionamenti sulla previdenza e sulla sanità integrative, resta l’assenza di un maggiore investimento sulle misure di sostegno, a partire dall’indicizzazione dell’Icef.
Cgil Cisl Uil hanno chiesto dunque maggiori attenzione al mercato del lavoro ed in particolare su salute e sicurezza, giovani, donne e soprattutto una più convinta attenzione alla questione produttività, inserita nelle premesse del documento. “Servono politiche selettive e innovative per sostenere la crescita del valore aggiunto, crescita che passa da maggiori investimenti in ricerca e sviluppo, transizione digitale e sostenibilità. Solo in questo modo il Trentino potrà puntare su un mix produttivo equilibrato, in grado di competere e creare ricchezza e dunque anche un miglioramento delle condizioni di lavoro e dei redditi delle lavoratrici e dei lavoratori”, hanno concluso i tre segretari provinciali.
Trento, 10 dicembre 2024



Mercato del lavoro. Prosegue la perdita di posti di lavoro della manifattura
Cgil Cisl Uil: “Quando l’assessore Spinelli interverrà per arginare l’emorragia occupazionale nell’industria?” Calano i posti di lavoro stabili ed è boom di contratti a chiamata
Non si arresta la perdita di posti di lavoro nel settore industriale in Trentino. Anche a settembre di quest’anno le assunzioni nella manifattura si sono contratte di ben il 9,1% rispetto allo stesso mese del 2023. A lanciare l’allarme sono i rappresentanti di Cgil Cisl Uil del Trentino in Agenzia del Lavoro, Andrea Grosselli, Lorenzo Pomini e Walter Largher, che reclamano interventi immediati da parte della Provincia.
“Nei primi nove mesi di quest’anno – ricordano i tre sindacalisti – sono ben 790 i posti di lavoro in meno creati dall’industria in senso stretto per un calo di assunzioni pari a -8,4%. A questi si somma il calo registrato già nel corso del 2023. A settembre di dodici mesi fa infatti la contrazione era stata pari ad altre 1.365 assunzioni per un -12,7% rispetto al periodo gennaio-settembre 2022. Negli ultimi 25 mesi solo due volte si è registrata una seppur timida inversione di tendenza con una parziale e purtroppo sporadica ripresa di assunzioni con segno positivo sul mese precedente. Per il resto è sempre stata una continua discesa”.
Di fronte a questi segnali di frenata della manifattura non consolano i dati complessivi che vedono una tenuta complessiva delle assunzioni fino a settembre di quest’anno. Infatti, il calo del secondario (-983 assunzioni, con una riduzione del 6,1%) è stato parzialmente compensato dalle assunzioni nell’agricoltura (+633 per un aumento del 2,4%) e negli esercizi pubblici (+596 con un incremento dell’1,6%). Anche nel terziario però calano i settori più avanzati legati alla manifattura, in particolare i servizi alle imprese che registrano una flessione delle assunzioni pari a -6,1% nei primi nove mesi dell’anno.
“Ormai da diversi mesi – ribadiscono Grosselli, Pomini e Largher – i segnali sono incontrovertibili. La manifattura sta rallentando vistosamente complice l’incertezza sui mercati globali e la recessione tedesca cui oggi si aggiungono l’aggressività dell’export cinese nei settori tecnologici e l’incognita dazi dopo l’elezione di Trump. La riduzione dei posti di lavoro nell’industria è allarmante perché così peggiora anche la qualità generale dell’occupazione e si aggrava l’emergenza salariale: nella manifattura infatti i posti di lavoro non sono stagionali e le retribuzioni sono in media più alte degli altri settori privati”.
Ed in effetti l’ultima nota mensile di Agenzia del Lavoro conferma il deterioramento della qualità delle assunzioni in atto da diversi mesi. Crollano infatti i contratti di apprendistato (-11,4% fino a settembre), calano le assunzioni a tempo indeterminato (-4,4%) e le stabilizzazioni (-4,5%) mentre prosegue il boom dei contratti a chiamata (+5,4%) che non garantiscono alcuna stabilità lavorativa.
“Ci chiediamo – concludono i rappresentanti di Cgil Cisl Uil del Trentino – quando l’assessore al lavoro Spinelli si accorgerà di questi numeri e interverrà per frenare l’emorragia occupazionale nell’industria. Da mesi chiediamo che la Provincia condivida ed attui un piano di rafforzamento della manifattura, invece di occuparsi solo dei bilanci già ricchi degli albergatori e temiamo che quando l’assessore si sveglierà dal suo torpore, sarà troppo tardi”.