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Comunicato stampa UIL del Trentino del 5 agosto 2021 Ancora un grave infortunio e incidente sul lavoro in Trentino. La Uil: si convochi immediatamente il Comitato provinciale di Coordinamento per la salute e sicurezza sul lavoro, da troppo tempo inattivo per tutte le vicende extra covid.
Ne ha parlato anche il Presidente della Repubblica Mattarella, nei giorni scorsi, di sicurezza sul lavoro, dopo l’ennesima tragedia nel modenese ed il trend di aumento di infortuni, legato certamente alla ripresa delle attività economiche.
Il Segretario della UIL del Trentino Walter Alotti, alla luce del grave infortunio occorso ad un giovane lavoratore in Valsugana, e dei 5 infortuni mortali 2021, chiede l’immediata convocazione del Comitato provinciale per il coordinamento in materia di salute e sicurezza sul lavoro, prevista in via ordinaria trimestralmente, ed in realtà non più effettuata da mesi, fatta eccezione per la vicenda Covid e dell’esame di diversi protocolli di comportamento in presenza del virus sui posti di lavoro, protocolli sostanzialmente ora assorbiti dai DPCM via via emanati dal Governo statale.
La Uil chiede un report della situazione infortuni a tutt’oggi e che sia data informativa al Comitato stesso sulla decisione della Giunta Fugatti di affidare la materia di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro al Dipartimento sviluppo economico, ricerca e lavoro, trasferendola dal Dipartimento salute e politiche sociali. Una decisione certamente legittima che comunque cozza, a parere del Segretario Generale della Uil del Trentino, con la necessità di mantenere e vigilare sugli aspetti relativi alla prevenzione della salute, funzione presidiata e finanziata dal Dipartimento salute e politiche sociali che garantisce anche l’operatività dell’Uopsal e resta collettore delle risorse raccolte con le sanzioni e multe da destinarsi alla prevenzione degli infortuni sul lavoro.
La Uil chiede infine che il Comitato provinciale ragioni e si esprima, anche se trattasi di materia da contrattazione sindacale, circa la proposta di attivazione, anche nel comparto edile, dei Rappresentanti territoriali dei lavoratori per la sicurezza, figura prevista in tutte le aziende dal D.Lgs. 81/08, ma non attuata, nel comparto edile.







Sanità. Una riforma che non guarda al futuro
Sanità. Una riforma che non guarda al futuro
Cgil Cisl Uil perplessi: restano sul tavolo i nodi della carenza di professionisti e della medicina di base. Giudizio sospeso fino al confronto sul merito
Guarda più al passato che al futuro la riforma dell’Azienda sanitaria adottata ieri dalla Giunta provinciale. E’ quanto temono i segretari di Cgil Cisl Uil del Trentino che parlano di “molto rumore per nulla”. A lasciare perplesse le tre confederazioni è soprattutto la mancanza di risposte concrete su alcune delle criticità che rischiano di compromettere nel prossimo futuro l’assistenza sanitaria in Trentino, almeno nei livelli qualitativi conosciuti fino a questo momento. “Concordiamo con l’assessora Segnana quando afferma che il Covid ci ha dimostrato la centralità dell’assistenza sanitaria sul territorio. Crediamo però che il modello organizzativo dell’ospedale policentrico non sia la risposta utile e sufficiente per realizzare in modo realmente sostenibile un modello diffuso e capillare sul territorio – spiegano Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Serve un rafforzamento della medicina territoriale intesa come presidi medici di base, in cui si integrano le figure del medico e quello dell’infermiere di territorio per portare prevenzione, assistenza e cura delle cronicità più vicino possibile al cittadino.”.
Una delle ragioni delle difficoltà a mettere in atto una tale organizzazione decentrata è il nodo della carenza di professionisti e personale sociosanitario, soprattutto di quelli disposti a operare in piccolo presidi ospedalieri. “Concentrare casistiche simili in ospedali non agevola il cittadino, né crea automaticamente quelle condizioni per attrarre i professionisti che spesso hanno bisogno di equipe plurispecialistiche e del confronto continuo con altri professionisti sanitari per assicurare standard qualitativi soddisfacenti per il paziente, ma anche per la crescita del medico e di tutto il personale sanitario”.
Sulla medicina territoriale secondo i sindacati il modello organizzativo delle aggregazioni rischia di essere ancora troppo debole e non sufficientemente attrattivo per i nuovi medici. Soprattutto non si vede il necessario investimento sulla medicina generale. Serviva più coraggio nell’integrazione organizzativa maggiore spinta sui sistemi di telemedicina e teleassistenza.
Infine il nodo delle risorse: ad oggi non è chiaro quali e quante saranno le risorse che la Provincia è pronta ad investire per portare a regime il nuovo modello. In ogni caso, affermano Grosselli, Bezzi e Alotti “attendiamo di disporre nel più breve tempo possibile del progetto nella sua complessità così da poter presentare le nostre osservazioni in modo costruttivo ed avviare il necessario confronto con la Giunta”.