Sostenere l’aumento dei redditi e ridurre il tasso di disoccupazione. Allo stesso tempo costruire un sistema di welfare che riduca le disuguaglianze, favorendo l’inclusione sociale e che non produca nuova esclusione minando la coesione sociale del Trentino. Sono queste solo alcune delle questioni illustrare questa mattina da Cgil Cisl Uil del Trentino alla I Commissione provinciale nell’ambito del confronto sull’assestamento di bilancio. I sindacati hanno colto l’occasione anche per sollevare critiche e sottolineare limiti del nuovo pacchetto famiglia (bonus bebè e riduzione rette asili nido), sottolineando davanti ai consiglieri e all’assessore Gottardi che mai queste sono state rivolte al fine di sostenere la natalità – obiettivo urgente e condiviso – ma alle modalità con cui si intende realizzarlo. Per questa ragione Cgil Cisl Uil hanno messo nero su bianco la propria sorpresa nel vedere che le proposte del sindacato non sono state prese in considerazione né è stato colto il contenuto costruttivo delle critiche avanzate. Oggi comunque l’assessore Gottardi ha fatto una timida apertura, per conto della giunta, sia sulla soglia dell’Icef a 0,40 sia sulla deduzione del lavoro femminile. “Attendiamo i fatti”, è stato il commento delle parti sociali. Nel dettaglio nel corso dell’audizione di questa mattina, per quanto riguarda il lavoro, Cgil Cisl Uil hanno posto l’accento su tre fenomeni preoccupanti, il rapido invecchiamento della popolazione attiva, l’aumento del part time involontario e la concentrazione degli stipendi medi più bassi in particolari settori, in particolare nella ristorazione, nel comparto alberghiero e nei servizi, sottolineando l’urgenza di politiche che sostengano la contrattazione per aumentare il potere d’acquisto, che mettano al centro la salute, la sicurezza e la qualità del lavoro. Ancora sulle politiche del lavoro Cgil Cisl Uil hanno espresso apprezzamento per il potenziamento dei centri dell’impiego, ma hanno sottolineato la preoccupazione per le risorse: quelle stanziate in assestamento non sono sufficienti. Servono maggiori risorse spendibili già con il 2019. Sul welfare i sindacati hanno ribadito la centralità delle politiche di inclusione, strumento indispensabile per rafforzare la coesione territoriale. In tale logica hanno manifestato grande preoccupazione per i tagli previsti (-120milioni di euro) al bilancio d,ell’Azienda sanitaria. -“Non ci bastano le rassicurazioni della giunta sul fatto che si tratti solo di razionalizzazione” – hanno detto i tre segretari generali Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti -. “Se di efficientamento si tratta, allora chiediamo un impegno concreto da parte dell’Esecutivo affinché le risorse risparmiare vengano comunque reinvestite nella sanità”. Allo stesso tempo hanno espresso preoccupazione per lo stallo della riforma del welfare anziani e hanno chiesto che venga realizzato un piano serio di investimento sugli alloggi a canone sociale e moderato. Sulle politiche fiscali hanno puntato il dito contro la reintroduzione, dal 2020, dell’addizionale regionale Irpef per i redditi sotto i 20mila euro, che si traduce in un aumento delle tasse per lavoratori e pensionati più poveri. “Chiediamo che le risorse risparmiate, cioè almeno 25 milioni euro, vengano comunque trasferite ai redditi più bassi”. Sulle politiche della casa Cgil Cisl Uil hanno espresso contrarietà all’innalzamento dei requisiti di residenza. “Questa previsione produce effetti discriminatori ed è a rischio di costituzionalità e quindi facilmente impugnabile”.