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09 Nov
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Bilancio Pat, conoscenza e lavoro le priorità dei sindacati

7 novembre 2017

Bilancio Pat, conoscenza e lavoro le priorità dei sindacati. Oggi il confronto con il presidente Rossi e gli assessori Olivi e Ferrari

Dichiarazioni dei segretari Franco Ianeselli (Cgil del Trentino), Michele Bezzi (Cisl del Trentino) e Walter Alotti (Uil del Trentino)

 

Si è svolto questa mattina il confronto sulla prossima finanziaria provinciale tra i segretari di Cgil Cisl Uil del Trentino, Franco Ianeselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, e il presidente Ugo Rossi.

All’incontro hanno partecipato anche il vicepresidente Alessandro Olivi e l’assessora Sara Ferrari.

Le tre confederazioni hanno ribadito la centralità degli investimenti in conoscenza come leva strategica per lo sviluppo del Trentino e hanno insistito sull’importanza della formazione continua dei lavoratori, strumento fondamentale per gestire il cambiamento tecnologico già in atto.

Cgil Cisl Uil del Trentino hanno, dunque, sottolineato la necessità di mettere in campo maggiori risorse e di potenziare gli strumenti nell’ambito delle politiche del lavoro. In particolare è stato chiesto un potenziamento dell’organico dei centri per l’impiego provinciali; è stata ribadita l’opportunità di creare un osservatorio sui fabbisogni occupazionali delle imprese e di dare attuazione alla certificazione delle competenze.
Appare inoltre fondamentale coordinare i vari interventi provinciali sulle politiche del lavoro, in particolare per i giovani e nell’ambito dei lavori socialmente utili, così come sul piano degli incentivi alle imprese, per evitare il rischio che la molteplicità di misure oggi in essere da una parte crei ai cittadini e alle imprese difficoltà di accesso agli stessi e dall’altra focalizzi l’attenzione più sullo strumento in sé che nel reale obiettivo, che per i sindacati resta il lavoro stabile edi qualità.

Sul piano della tassazione Cgil Cisl Uil del Trentino hanno insistito sul fatto che le attuali agevolazioni fiscali sono già sufficienti. Si sono detti, comunque, disponibili a ragionare sull’ipotesi di rafforzare il credito d’imposta, ma a condizione che s’individuino precisi ambiti come nel caso del welfare contrattuale, che non può essere orientato tanto al semplice beneficio fiscale, ma ai bisogni e ai servizi qualificati espressi dal territorio.

Infine, per quanto riguarda la contrattazione, Cgil Cisl Uil del Trentino hanno auspicato che si chiudano positivamente tutti i tavoli di trattativa aperti con le categorie sui rinnovi contrattuali e sulle assunzioni per il comparto pubblico e per il pubblico allargato cioè la formazione professionale paritaria, l’intervento 19 e le società partecipate. Si attendono risposte positive, infine, anche sui prepensionamenti che dovranno riguardare non solo la Provincia, ma tutto il comparto delle autonomie locali e la sanità.

p.la CGIL del Trentino

Il Segretario Generale

Franco Ianeselli

p.la CISL del Trentino

Il Segretario Generale

Lorenzo Pomini

p.la UIL del Trentino

Il Segretario Generale

Walter Alotti

 

Scarica il pdf: bilancio COM 071117

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studio
08 Nov
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Borse di studio provinciali. Ancora non ci siamo.

Borse di studio provinciali. Ancora non ci siamo.

Sul sostegno allo studio la Uil del Trentino continua a non comprendere le scelte della Provincia Autonoma di Trento, proprio oggi peraltro esposte alle OO.SS in sede di illustrazione della Legge di Bilancio in gestazione.

Ora il calo degli iscritti all’università nella nostra Provincia è manifesto (da 7.708 a 5.870 in cinque anni) e, viene da dire, prevedibile. Da molto tempo noi affermiamo che in tale contesto un buon sostegno allo studio è vitale, in particolare laddove i ragazzi si dimostrano studenti meritevoli alle scuole superiori o manifestano, con l’avvicinarsi del diploma, una propensione o una concreta e autonoma volontà a proseguire gli studi.

La Provincia, dal canto suo, ha agito decurtando le borse e dando alle rimanenti un’impostazione che non condividiamo. I nuovi tanto decantati Piani di Accumulo, infatti, non sono che i fondi – alquanto ridimensionati – stanziati dopo la “definitiva ridefinizione delle misure per il diritto allo studio” annunciata nel 2015. Questi vengono impiegati, appunto, per contribuire ai piani d’accumulo (a partire da 50 euro al mese) previdentemente effettuati dalle famiglie – sempre che lo abbiano fatto – all’inizio del percorso delle superiori.

Cosa significa? Significa che ancora una volta ci guadagnerà solo chi ha lungimiranza e i mezzi economici e culturali per provvedere al futuro dei propri figli con così largo anticipo. Significa anche che i giovani sono deresponsabilizzati nel momento in cui la scelta sulla propria formazione futura ricade in maggior misura sui famigliari e meno sull’arbitrio di chi, con l’approssimarsi della maggiore età, deve cominciare a pensare da solo a cosa vuol fare da grande. Vuole anche dire che ci stiamo avvicinando a un sistema di liberalizzazione più simile a quello dei Paesi (vedi USA) in cui l’accesso allo studio è particolarmente esclusivo e vi accedono solo i ricchi o chi ha potuto permettersi di accumulare per molti anni, quando da europei e da italiani dovremmo sapere che sull’istruzione pubblica oltreoceano hanno poco da insegnarci.

«Abbiamo aumentato di un milione i soldi per le borse di studio che sono di meno, ma molto più corpose di prima» – obbietta l’assessora. Dobbiamo perciò dedurre che le borse di studio sono di meno, sono ottenibili perlopiù da chi ha già mezzi da investire per tempo nei piani d’accumulo e, per questa minoranza, hanno importi più consistenti. Francamente auspicheremmo un sistema più democratico e che premi i meriti dello studente piuttosto che quelli delle famiglie.

Le borse di merito varate lo scorso 9 settembre ci avevano fatto confidare in un ravvedimento dell’assessora dopo l’affossamento del Fondo Giovani e del Prestito d’onore, ma l’istituzione di questi Piani associata a un tanto rilevante calo degli iscritti all’università non ci fa ben sperare per il futuro. Ci rivedremo a dicembre, quando saranno scaduti i termini per la presentazione delle domande finalizzate alla concessione del contributo per quantificarne i fruitori e fare le conseguenti valutazioni.

 

Walter Alotti Segretario generale Uil Trentino

Scarica il pdf: borse di studio com 071117 (1)

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aquafil
08 Nov
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Aquafil. I sindacati cercano il dialogo, ma la proprietà non tratta.

7 novembre 2017 – Corriere del Trentino

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07 Nov
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Indicazioni preliminari in vista della predisposizione della legge di bilancio per il 2018 e della legge di stabilità

Trento, 2 novembre 2017

Egregio Signor

dott. UGO ROSSI

Presidente della Provincia autonoma di Trento

Egregio Signor

avv. ALESSANDRO OLIVI

Vice Presidente e assessore allo Sviluppo Economico e al Lavoro della Provincia autonoma di Trento

Oggetto: indicazioni preliminari in vista della predisposizione della legge di bilancio per il 2018 e della legge di stabilità

Gentili signori Presidente e Vice Presidente,

la ripresa economica in atto rappresenta un’occasione importante per rafforzare il mercato del lavoro locale e per mettere in atto azioni utili alla qualificazione del lavoro nella nostra provincia. La legge di bilancio di previsione per il 2018 e la legge di stabilità debbono quindi sostenere la congiuntura positiva e rafforzare, grazie ad una gestione della finanza pubblica lungimirante, le politiche di investimento negli assi strategici per lo sviluppo del Trentino.

Investimenti strategici
In questo senso la priorità deve restare l’investimento pubblico nel settore della conoscenza come leva fondamentale per uno sviluppo duraturo, sostenibile e di qualità. Istruzione, alta formazione universitaria, ricerca e trasferimento tecnologico debbono essere il fulcro di una strategia che punta alla qualificazione del capitale umano come strumento indispensabile a traghettare il Trentino verso i nuovi assetti produttivi, occupazionali e sociali che si affermeranno grazie alla rivoluzione tecnologica in atto.
Inoltre crediamo vadano necessariamente perseguiti il rafforzamento e la qualificazione della spesa pubblica in conto capitale, anche sbloccando gli interventi già programmati, nei settori della sostenibilità ambientale, della digitalizzazione, delle infrastrutture indispensabili ad innovare non solo le reti (strade, distribuzione elettrica, fibra ottica, ecc) ma anche i sistemi di assistenza per una società che invecchia rapidamente (edilizia a misura di anziano, edifici domotica, ecc.).

Fiscalità
Le politiche di sviluppo locale debbono poggiare sul giusto equilibrio tra agevolazioni fiscali e capacità di sostenere l’insieme degli investimenti pubblici indispensabili a rafforzare la crescita economica. Per questo abbiamo salutato con favore la volontà del governo provinciale di non intervenire ulteriormente sulle agevolazioni riguardanti l’Irap. A questo proposito chiediamo che venga esteso anche al 2018 lo strumento della deducibilità dall’imponibile Irap dei contributi al Fondo di Solidarietà del Trentino e chiediamo un puntuale coinvolgimento nella definizione dei meccanismi di sussidio alle imprese tramite il credito di imposta, nonché l’avvio di una compiuta analisi degli effetti dell’ingente riduzione fiscale di cui godono le imprese locali.

Lavoro
Riteniamo invece ancora insufficienti gli investimenti sul fronte delle politiche attive del lavoro e dei servizi per l’impiego.
Va rafforzata la capacità di Agenzia del Lavoro di leggere in maniera prospettica la domanda di lavoro delle imprese locali e di rispondere con efficacia alle vacancies registrate nel mercato del lavoro grazie a più evoluti servizi di incontro domanda/offerta di lavoro e a percorsi di qualificazione professionale individualizzata dei disoccupati, in particolare dei giovani, delle donne e dei lavoratori over 50, affinché possano con più facilità cogliere le opportunità di occupazione create dall’economia locale.
Ciò deve avvenire in un quadro di rafforzamento e di miglior coordinamento dell’offerta di formazione continua e apprendimento permanente, nel contesto di Industry 4.0, anche attraverso la piena definizione di un sistema di “riconoscimento delle competenze” da ottenersi con un raccordo più stretto tra politiche del lavoro e della formazione.
Va poi colta l’occasione della soppressione dell’Asdi per avviare una rivisitazione innovativa degli strumenti provinciali di sostegno al reddito in attuazione della delega sugli ammortizzatori sociali, in particolare il reddito di attivazione, adattandola alle modifiche della disciplina nazionale e puntando a riconoscere la capacità delle persone disoccupate di restare attive sul mercato del lavoro, attraverso adeguativi incentivi anche monetari.
Con rifermento ai numerosi strumenti di sostegno all’occupazione giovanile – che vanno dagli incentivi all’assunzione ai sistemi di alternanza scuola/lavoro, dai tirocini al nuovo servizio civile nelle aziende, dai lavori socialmente utili attivati con il sostegno dei Bim al progetto “Garanzia giovani” – sottolineiamo che l’obiettivo deve essere l’inserimento lavorativo stabile dei giovani, anche attraverso il contratto di apprendistato. Al fine di evitare la moltiplicazione degli interventi senza una regia unitaria – con il rischio aggiuntivo della focalizzazione da parte dei soggetti promotori sullo strumento (ad es. il servizio civile nelle aziende) invece che sul fine (il lavoro) – crediamo sia indispensabile il coordinamento delle politiche per l’occupazione dei giovani da parte di Agenzia del Lavoro.
Una analoga necessità di coordinamento vale anche per il settore dei lavori socialmente utili (Progettone, Intervento 19, Bim).

Infine, nell’ambito del superamento del blocco del turn over nella pubblica amministrazione, chiediamo di riservare particolare attenzione alle strutture che si occupano di lavoro (Agenzia del Lavoro, Centri per l’impiego, Servizio lavoro) che – in base alla delega di funzioni in materia di ammortizzatori sociali e all’investimento in politiche attive e nella qualificazione dei servizi pubblici per l’impiego – richiedono nuove professionalità.

Welfare
Sul lato delle politiche di inclusione, l’introduzione del nuovo assegno unico consolida gli strumenti provinciali a sostegno delle famiglie con figli o a rischio povertà contribuendo così a mantenere gli attuali livelli di coesione sociale, superando nel contempo i limiti e le contraddizioni delle detrazioni all’addizionale Irpef previste con la manovra 2017 e le cui risorse ora sono confluite nella dotazione dell’assegno unico.
Il passo successivo, a nostro avviso, è rappresentato da una manutenzione intelligente dell’indicatore Icef, indicizzandolo all’inflazione, aumentando gli incentivi al lavoro e le detrazioni delle spese in particolare quelle legate all’assistenza.
Vanno inoltre rafforzate politiche abitative di tipo sociale per agevolare l’accesso alla casa dei ceti meno abbienti. Se è positivo il fatto di aver recuperato risorse per coprire le domande dell’integrazione al canone per chi avrebbe diritto all’alloggio Itea, va ora ampliato il patrimonio di alloggi a canone sostenibile e moderato e definito un intervento di sostegno all’acquisto della prima casa come accade in Alto Adige grazie al Bausparen.
Chiediamo inoltre risorse aggiuntive per ampliare i servizi alle persone anziane nell’ottica dell’estensione di sistemi di assistenza e cura fondati sulla prossimità e della domiciliarità come previsto dal disegno di legge sul welfare anziani.

Contrattazione
Per quanto riguarda le relazioni industriali, siamo impegnati a ampliare la copertura della contrattazione di livello aziendale e territoriale per migliorare sia le retribuzioni, sia le condizioni di lavoro di lavoratrici e lavoratori in Trentino, attivando piattaforme unitarie e intervenendo a livello confederale laddove si siano prodotte fratture nelle relazioni sindacali ed industriali. Ci siamo assunti questo impegno certi che sia interesse collettivo quello di avere in Trentino un sindacato confederale plurale ma fortemente unitario, capace di rafforzare la contrattazione come strumento per una efficace regolazione del lavoro, per un accrescimento della qualità della prestazione lavorativa e per una più equa distribuzione della ricchezza prodotta. Crediamo che il rafforzamento dell’azione negoziale, specialmente se inserita in una cultura “partecipativa”, possa anche rivelarsi uno strumento utile a rafforzare la propensione delle aziende insediate nel territorio ad aumentare lo stock degli investimenti nella nostra provincia e a collegarli alle conseguenti modifiche nell’organizzazione del lavoro, prerequisito indispensabile per consolidare i livelli occupazionali e qualificare il lavoro. A questo proposito riteniamo che interventi come le procedure negoziali e gli incentivi alla contrattazione legata alla produttività e alle pratiche partecipative vanno consolidati e semmai estesi.
La nuova fase contrattuale non può prescindere dal rafforzamento degli originali strumenti del welfare negoziale territoriale affermatisi negli anni come preziosi mezzi per integrare l’offerta di benefici e servizi pubblici, in particolare Laborfonds e Sanifonds. Su questo fronte la Provincia non deve restare un attore neutro ma può legittimamente sostenere le parti sociali nella costruzione di un welfare contrattuale non tanto orientato al mero beneficio fiscale ma ai bisogni e ai servizi qualificati espressi dal territorio.

Siamo infine convinti della possibilità di chiudere positivamente i tavoli negoziali aperti nel settore pubblico “allargato” (enti locali, sanità, società partecipate, formazione professionale paritaria, lavori socialmente utili), compresi quelli più complessi e problematici, attivando specifici percorsi di confronto e di contrattazione e destinando le risorse necessarie. In quest’ultimo ambito – che afferisce alla qualità del lavoro, al salario e alla dotazione di personale – le posizioni del sindacato potranno essere sostenute dalle opportune forme di mobilitazione.

per la CGIL del Trentino

Il segretario generale Franco Ianeselli

per la CISL del Trentino

Il segretario generale Lorenzo Pomini

per la UIL del Trentino

Il segretario generale Walter Alotti

Scarica il pdf: 1710_doc_preliminare_lp_stabilita_2018-1

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07 Nov
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Aquafil, la quotazione in Borsa può slittare

5 novembre 2017 – Corriere del Trentino

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voucher
07 Nov
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«PrestO, per ora è un fallimento Strumento ok, ma va corretto»

4 novembre 2017 – Trentino, Corriere del Trentino

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trasporti
07 Nov
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«Pericolo in piazza Fiera alla fermata dell’autobus»

4 novembre 2017 – Trentino

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attive
07 Nov
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«Lavoro, investire ancora in conoscenza» Documento unitario di Cgil, Cisl e Uil su fiscalità, welfare e contratti

4 novembre 2017 – Trentino, Corriere del Trentino

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mobbing
07 Nov
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Arriva il coordinamento per combattere il mobbing

4 novembre 2017 – Trentino

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Alotti
06 Nov
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PrestO. Il ridimensionamento dei nuovi voucher trascina un forte incremento nel 2017 dei contratti a tempo determinato, della somministrazione di lavoro (+20,4%) e, in particolare, dei contratti a chiamata (+124,7%). Certamente, però, una parte dei “vecchi voucher” è tornata nel sommerso.

PrestO. Il ridimensionamento dei nuovi voucher trascina un forte incremento nel 2017 dei contratti a tempo determinato, della somministrazione di lavoro (+20,4%) e, in particolare, dei contratti a chiamata (+124,7%). Certamente, però, una parte dei “vecchi voucher” è tornata nel sommerso.

 

Analizzando i dati nazionali INPS sul PrestO (il nuovo istituto contrattuale che sostituisce i “voucher”) a tre mesi dalla sua attivazione avvenuta nel luglio scorso, emerge che a livello nazionale, per ora, sono stati coinvolti circa 17 mila lavoratori, 8 mila famiglie e 24 mila imprese per un valore di circa 12 milioni di euro versati. Il monitoraggio dell’Inps uscito a metà ottobre rileva 49 mila utenti registrati tra le due forme del PrestO, cioè quella del ‘Libretto famiglia’ (la tipologia di contratto occasionale riservata alle famiglie e alle persone fisiche non nell’esercizio di attività di impresa) e quella del ‘contratto di presentazione occasionale’ (una tipologia contrattuale previste per le aziende, associazioni, fondazioni e altri enti, basata su una retribuzione minima giornaliera di 36 euro per un massimo di quattro ore di prestazione). Considerando il rapporto medio tra il valore di 10 euro per ora di lavoro, si parla di circa 1,2 milioni di ore per 3 mesi. La proiezione annua si attesta intorno ai 5 milioni di ore, pari a quelle registrate dai vecchi voucher nel 2016 nella sola Regione Trentino Alto Adige (2 milioni a Trento e 3,8 a Bolzano). Si tratta, evidentemente, di numeri che impallidiscono di fronte agli oltre 36 milioni di buoni venduti nei mesi di luglio, agosto e settembre 2016, anno in cui si è raggiunto complessivamente un totale di oltre 360 milioni di euro annui e una stima di circa 400 mila lavoratori coinvolti. Anche se è un po’ presto per fare una valutazione – e senza dimenticare che fino al 31 dicembre prossimo restano validi anche i vecchi tagliandi – si può predire che i PrestO rappresenteranno circa il 4% del valore raggiunto dai voucher a livello nazionale nel 2016.

Si capisce, quindi, che le imprese al momento preferiscono stipulare altre tipologie contrattuali certo più costose, ma magari anche meno complesse o per certi aspetti meno “vincolanti” del nuovo “PrestO”. Questo prevede, infatti, nel caso del contratto di prestazione occasionale, la comunicazione da parte del datore di lavoro (attraverso la piattaforma telematica e almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione) dei dati necessari per consentire all’Inps il pagamento del compenso al lavoratore nonché l’accredito dei contributi previdenziali sulla sua posizione pensionistica. L’Inps liquiderà poi il giorno 15 del mese successivo allo svolgimento della prestazione. Per le prestazioni svolte attraverso il ‘Libretto famiglia’ la comunicazione può essere invece effettuata dopo la prestazione, purché entro il terzo giorno del mese successivo al suo svolgimento. Infine, prima di avviare la prestazione, i datori di lavoro devono versare la provvista finanziaria necessaria per il pagamento del compenso al lavoratore e la regolarizzazione della sua posizione previdenziale attraverso l’utilizzo del modello F24 Elide.

Esaminata dalla parte dei lavoratori, questa nuova tipologia di voucher non è comunque più una mera modalità di pagamento di una prestazione lavorativa, ma improprio un nuovo istituto contrattuale che prevede, oltre alle Assicurazioni obbligatorie INAIL e INPS, tutta una serie di diritti prima non previsti, come il riposo giornaliero, settimanale, le pause, formazione e garanzie circa la salute e la sicurezza.

Si tratta, in sostanza, di uno strumento più completo ma, come si è detto, è evidente la forte riduzione del ricorso al nuovo istituto da parte degli utilizzatori, limitati dalle restrizioni delle attività d’impiego, dai limiti quantitativi e dalla previsione di un sistema sanzionatorio prima assente. Si spiega così l’impennata, fino a tutto luglio 2017, della stipula dei contratti a tempo determinato, occasionali e stagionali, di quelli di somministrazione (+20,4%) ed, eclatante, dei contratti a chiamata (+124,7%). Contratti che dovranno essere probabilmente aggiornati e integrati alla luce di questo più esteso utilizzo da parte delle aziende. Purtroppo rimane però anche la certezza che una parte dei “vecchi voucher” sia tornata nel limbo del sommerso, del lavoro nero. Non serve dire che questo pregiudica la sicurezza del lavoro, del patrimonio contributivo individuale e collettivo previdenziale ledendo oltretutto il principio stesso di legalità della società civile.

 

Walter Alotti Segretario generale Uil Trentino

Scarica il pdf: PrestO com 031117

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