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anziani
13 Nov
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Riforma welfare i sindacati: «Si poteva fare di più»

11 novembre 2017 – Trentino

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anziani
13 Nov
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Welfare anziani, certezza su maggiori risorse da destinare al settore

Welfare anziani, certezza su maggiori risorse da destinare al settore

Cgil Cisl Uil del Trentino: “Bene l’approvazione della riforma, ma sarebbe servito più coraggio. Adesso provvedimenti amministrativi per superare la frammentazione”

 

“L’approvazione della riforma del welfare anziani segna un passaggio importante per il nostro sistema di politiche sociali e dunque per la nostra comunità. Restiamo, però, convinti che si sarebbe dovuto osare di più per riuscire a superare la frammentazione dei servizi sui territori, a vantaggio degli anziani e delle loro famiglie e chiediamo che vengano previste risorse aggiuntive per rispondere ai bisogni della terza età”. Cgil Cisl Uil del Trentino si dicono soddisfatte per l’approvazione, ieri, in Consiglio provinciale del ddl anziani, allo stesso tempo, però, sottolineano la necessità che si agisca adesso sul piano amministrativo con provvedimenti che facilitino e incentivino le aggregazioni. “Questo per noi resta un passaggio fondamentale se non vogliamo che la riforma del welfare anziani resti monca – dicono Andrea Grosselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti -. Abbiamo condiviso l’impostazione della riforma che prevede una presa in carico pubblica dei bisogni delle famiglie, un ampliamento dei presidi socio-assistenziali sul territorio e la qualificazione del lavoro di cura. Questi obiettivi si potranno realizzare efficacemente solo superando la frammentazione della filiera dei servizi. La riforma così come è non risolve il problema della frammentazione sul territorio e del nanismo dei soggetti pubblici che offrono servizi alle persone anziane ed è indispensabile intervenire per via amministrativa per colmare le lacune della legge”. In particolare sul punto del maggiore coordinamento ed integrazione tra le Apsp i sindacati chiedono di essere coinvolti.

Altro nodo da sciogliere è quello sulle risorse. “Ben venga l’annuncio dell’assessore Zeni sui 5milioni di euro previsti nella prossima manovra finanziaria – proseguono Grosselli, Pomini e Alotti -. Vogliamo però certezze sulle risorse aggiuntive e sulla loro destinazione e verificheremo una volta adottata dalla giunta provinciale la legge di stabilità”.

Infine la questione della governance degli Spazi Argento. “Se, come si ipotizza nello Spazio Argento in ogni comunità verranno coinvolti rappresentati del terzo settore e dell’Upipa, crediamo allora necessario estendere la partecipazione anche ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali”, concludono i tre sindacalisti.

Scarica il pdf: 20171109_welfare anziani

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CgilCislUil
10 Nov
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Autonomia e servizi sociali

10 novembre 2017

Autonomia e servizi sociali

 

Negli ultimi trent’anni l’Autonomia trentina ha posto al centro del proprio modello di sviluppo l’inclusione sociale. Investimenti su servizi pubblici efficienti, qualificati e decentrati, un coinvolgimento del terzo settore nella gestione e progettazione di servizi sotto la regia di Provincia ed enti locali, politiche innovative come il reddito di garanzia ed ora l’assegno unico, ci hanno consentito di ridurre in modo significativo le diseguaglianze in Trentino. Oggi però la sfida si fa più ardua e nessuno può tirarsi indietro.

A questo proposito, il regolamento per l’accreditamento è uno dei tasselli di un sistema che deve puntare a qualificare i servizi verso i cittadini più deboli, in un’ottica evoluta di welfare di attivazione, anche grazie al riconoscimento di una nuova partnership tra istituzioni locali, operatori dei servizi socio-assistenziali e organizzazioni delle lavoratrici e dei lavoratori.

Chi oggi, tra i soggetti della cooperazione sociale, punta il dito contro il nuovo sistema di accreditamento sembra non accorgersi di quanto accade ormai da anni nel settore dell’assistenza sociale: una progressiva privatizzazione dell’accesso ai servizi, in particolare nel campo della disabilità e degli anziani, con la diffusione di cooperative spurie, società di intermediazione e di fenomeni di dumping. Il sistema di accreditamento punta a frenare questi fenomeni e a costruire una cornice di regole che qualifichino e innovino i servizi rivolti ai cittadini, a partire da un investimento forte su chi quotidianamente opera nell’assistenza alle persone e alle famiglie. Non può essere un meccanismo rigido ed ingessato, bensì un processo che punta a innalzare la qualità rendendo progressivamente più elevati i requisiti di chi opera in nome e per conto della pubblica amministrazione.

Va detto però che neppure un sistema di accreditamento perfetto può “magicamente” risolvere ogni problema. Processi di esternalizzazione dei servizi da parte degli enti locali, procedure d’appalto che scaricano su imprese, lavoratori e utenti i costi della contrazione degli stanziamenti pubblici, la riduzione delle tutele contrattuali, l’eccessiva frammentazione nell’offerta dei servizi sono fenomeni che registriamo anche in Trentino.

Per provare ad invertire questa tendenza, non è più sufficiente lamentare le inadempienze degli altri. Bisogna invece rinnovare il patto che ha reso socialmente coeso il nostro Trentino e ridisegnare insieme politiche e servizi. A questo proposito, anche in un quadro di risorse pubbliche non più crescenti, il sistema di welfare locale deve scommettere su un più equilibrato rapporto tra gestione pubblica dei servizi e gestione da parte del privato sociale convenzionato, perché è questo equilibrio un fattore di maggiore qualità dei servizi di assistenza. In questo senso, il processo di accreditamento non si conclude con l’approvazione del regolamento ma prosegue con la definizione delle procedure per il convenzionamento e per l’affidamento dei servizi ai soggetti accreditati. In questa secondo fase va garantito il massimo coinvolgimento a tutte le parti sociali per garantire il pieno rispetto delle tutele contrattuali e di legge ai lavoratori coinvolti.

Per il terzo settore è invece essenziale continuare ad investire sul proprio capitale umano, sulle professionalità di migliaia di operatrici ed operatori sociali. Per questo è tempo che si riapra il tavolo per il rinnovo del contratto provinciale delle cooperative sociali, bloccato ormai da più di otto anni.

Per il sindacato trentino questa è una sfida decisiva. Se è vero che il nostro territorio deve saper crescere economicamente a ritmo più spedito, ciò può avvenire con più facilità proprio grazie alla maggiore coesione sociale garantita fino ad oggi dall’Autonomia. Coesione che dobbiamo saper consolidare anche per il prossimo futuro.

 

p.la CGIL del Trentino  p.la CISL del Trentino           p.la UIL del Trentino

 

Andrea Grosselli                             Lorenzo Pomini                      Walter Alotti

Scarica il pdf: COM 101117 editoriale_servizi_sociali

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Sait
09 Nov
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Meno esuberi con più produttività Tavolo Sait, sindacati ancora distanti Uiltucs contro Filcams: «Così si muore di strategia».

9 novembre 2017 – Trentino, Corriere del Trentino

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09 Nov
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Lavori gravosi, i dubbi dei sindacati Pensioni, la Uil boccia la lista del governo. La Cgil vede dei rischi. La Cisl approva la linea: «Riconosciuto un principio»

9 novembre 2017 – Trentino

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Imis
09 Nov
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«Sconto dell’Imis, assalto alla diligenza» I sindacati contrari al taglio per le imprese: «Mancano selettività e criteri»

9 novembre 2017 – Trentino, Corriere del Trentino

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studio
09 Nov
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Borse di studio, la Uil attacca la Provincia

8 novembre 2017 – Trentino

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Pat
09 Nov
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Cgil, Cisl e Uil alla giunta «Agevolazioni sufficienti Qualificare di più il lavoro»

8 novembre 2017 – Trentino, Corriere del Trentino

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Pat
09 Nov
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Bilancio Pat, conoscenza e lavoro le priorità dei sindacati

7 novembre 2017

Bilancio Pat, conoscenza e lavoro le priorità dei sindacati. Oggi il confronto con il presidente Rossi e gli assessori Olivi e Ferrari

Dichiarazioni dei segretari Franco Ianeselli (Cgil del Trentino), Michele Bezzi (Cisl del Trentino) e Walter Alotti (Uil del Trentino)

 

Si è svolto questa mattina il confronto sulla prossima finanziaria provinciale tra i segretari di Cgil Cisl Uil del Trentino, Franco Ianeselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, e il presidente Ugo Rossi.

All’incontro hanno partecipato anche il vicepresidente Alessandro Olivi e l’assessora Sara Ferrari.

Le tre confederazioni hanno ribadito la centralità degli investimenti in conoscenza come leva strategica per lo sviluppo del Trentino e hanno insistito sull’importanza della formazione continua dei lavoratori, strumento fondamentale per gestire il cambiamento tecnologico già in atto.

Cgil Cisl Uil del Trentino hanno, dunque, sottolineato la necessità di mettere in campo maggiori risorse e di potenziare gli strumenti nell’ambito delle politiche del lavoro. In particolare è stato chiesto un potenziamento dell’organico dei centri per l’impiego provinciali; è stata ribadita l’opportunità di creare un osservatorio sui fabbisogni occupazionali delle imprese e di dare attuazione alla certificazione delle competenze.
Appare inoltre fondamentale coordinare i vari interventi provinciali sulle politiche del lavoro, in particolare per i giovani e nell’ambito dei lavori socialmente utili, così come sul piano degli incentivi alle imprese, per evitare il rischio che la molteplicità di misure oggi in essere da una parte crei ai cittadini e alle imprese difficoltà di accesso agli stessi e dall’altra focalizzi l’attenzione più sullo strumento in sé che nel reale obiettivo, che per i sindacati resta il lavoro stabile edi qualità.

Sul piano della tassazione Cgil Cisl Uil del Trentino hanno insistito sul fatto che le attuali agevolazioni fiscali sono già sufficienti. Si sono detti, comunque, disponibili a ragionare sull’ipotesi di rafforzare il credito d’imposta, ma a condizione che s’individuino precisi ambiti come nel caso del welfare contrattuale, che non può essere orientato tanto al semplice beneficio fiscale, ma ai bisogni e ai servizi qualificati espressi dal territorio.

Infine, per quanto riguarda la contrattazione, Cgil Cisl Uil del Trentino hanno auspicato che si chiudano positivamente tutti i tavoli di trattativa aperti con le categorie sui rinnovi contrattuali e sulle assunzioni per il comparto pubblico e per il pubblico allargato cioè la formazione professionale paritaria, l’intervento 19 e le società partecipate. Si attendono risposte positive, infine, anche sui prepensionamenti che dovranno riguardare non solo la Provincia, ma tutto il comparto delle autonomie locali e la sanità.

p.la CGIL del Trentino

Il Segretario Generale

Franco Ianeselli

p.la CISL del Trentino

Il Segretario Generale

Lorenzo Pomini

p.la UIL del Trentino

Il Segretario Generale

Walter Alotti

 

Scarica il pdf: bilancio COM 071117

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studio
08 Nov
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Borse di studio provinciali. Ancora non ci siamo.

Borse di studio provinciali. Ancora non ci siamo.

Sul sostegno allo studio la Uil del Trentino continua a non comprendere le scelte della Provincia Autonoma di Trento, proprio oggi peraltro esposte alle OO.SS in sede di illustrazione della Legge di Bilancio in gestazione.

Ora il calo degli iscritti all’università nella nostra Provincia è manifesto (da 7.708 a 5.870 in cinque anni) e, viene da dire, prevedibile. Da molto tempo noi affermiamo che in tale contesto un buon sostegno allo studio è vitale, in particolare laddove i ragazzi si dimostrano studenti meritevoli alle scuole superiori o manifestano, con l’avvicinarsi del diploma, una propensione o una concreta e autonoma volontà a proseguire gli studi.

La Provincia, dal canto suo, ha agito decurtando le borse e dando alle rimanenti un’impostazione che non condividiamo. I nuovi tanto decantati Piani di Accumulo, infatti, non sono che i fondi – alquanto ridimensionati – stanziati dopo la “definitiva ridefinizione delle misure per il diritto allo studio” annunciata nel 2015. Questi vengono impiegati, appunto, per contribuire ai piani d’accumulo (a partire da 50 euro al mese) previdentemente effettuati dalle famiglie – sempre che lo abbiano fatto – all’inizio del percorso delle superiori.

Cosa significa? Significa che ancora una volta ci guadagnerà solo chi ha lungimiranza e i mezzi economici e culturali per provvedere al futuro dei propri figli con così largo anticipo. Significa anche che i giovani sono deresponsabilizzati nel momento in cui la scelta sulla propria formazione futura ricade in maggior misura sui famigliari e meno sull’arbitrio di chi, con l’approssimarsi della maggiore età, deve cominciare a pensare da solo a cosa vuol fare da grande. Vuole anche dire che ci stiamo avvicinando a un sistema di liberalizzazione più simile a quello dei Paesi (vedi USA) in cui l’accesso allo studio è particolarmente esclusivo e vi accedono solo i ricchi o chi ha potuto permettersi di accumulare per molti anni, quando da europei e da italiani dovremmo sapere che sull’istruzione pubblica oltreoceano hanno poco da insegnarci.

«Abbiamo aumentato di un milione i soldi per le borse di studio che sono di meno, ma molto più corpose di prima» – obbietta l’assessora. Dobbiamo perciò dedurre che le borse di studio sono di meno, sono ottenibili perlopiù da chi ha già mezzi da investire per tempo nei piani d’accumulo e, per questa minoranza, hanno importi più consistenti. Francamente auspicheremmo un sistema più democratico e che premi i meriti dello studente piuttosto che quelli delle famiglie.

Le borse di merito varate lo scorso 9 settembre ci avevano fatto confidare in un ravvedimento dell’assessora dopo l’affossamento del Fondo Giovani e del Prestito d’onore, ma l’istituzione di questi Piani associata a un tanto rilevante calo degli iscritti all’università non ci fa ben sperare per il futuro. Ci rivedremo a dicembre, quando saranno scaduti i termini per la presentazione delle domande finalizzate alla concessione del contributo per quantificarne i fruitori e fare le conseguenti valutazioni.

 

Walter Alotti Segretario generale Uil Trentino

Scarica il pdf: borse di studio com 071117 (1)

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