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MANOVRA DI ASSESTAMENTO DI BILANCIO PAT E DEPF 2017. LE PERPLESSITA’ E LE CRITICHE DELLA UIL ALLA GIUNTA ROSSI.

 

Comunicato stampa UIL del Trentino – 7 luglio 2017

 

MANOVRA DI ASSESTAMENTO DI BILANCIO PAT E DEPF 2017.

LE PERPLESSITA’ E LE CRITICHE DELLA UIL

ALLA GIUNTA ROSSI.

 

La UIL del Trentino, alla luce della presentazione da parte del Presidente della manovra di assestamento di bilancio e DEPF, esprime non poche perplessità e dubbi sulla qualità delle azioni deliberate dalla Giunta provinciale, che saranno inviate al Consiglio provinciale.

Nel merito

Non si può non rimanere basiti, alla luce dello sconfinato ottimismo autonomistico del Presidente, circa la opportunità di un atteggiamento quantomeno imprudente, se non provocatorio, tenuto dalla Giunta Rossi nei confronti della Giustizia Contabile. La UIL, nel criticare alcuni provvedimenti a favore dei soliti noti (impiantisti sciistici, promozione turistica ed agricoltori, scuole equiparate), chiede innanzitutto chiarimenti circa la ventilata modifica dell’iniquo meccanismo detrazioni addizionale IRPEF, che oggi premia le famiglie a maggior reddito, ma di cui si sono perse le tracce.

Nel riconoscere la parte costruttiva e sicuramente positiva delle azioni volte alla coesione sociale, attraverso interventi a sostegno dell’occupazione (finanziamento Progettone ed Agenzia del Lavoro) e della famiglia (assegno unico, audit family e welfare anziani), la UIL da tempo chiedeva e chiede estrema cautela ed attenzione rispetto alle ulteriori agevolazioni ed incentivi alle imprese previsti nei documenti di programmazione finanziaria. Negli ultimi anni l’estensione di benefici ha prodotto una gran mole di provvedimenti, soprattutto di natura fiscale, a favore delle aziende, le cui ricadute non sono state né monitorate con attenzione, come richiesto dalle Organizzazioni sindacali, né spesso riconosciute dalle Associazioni di categoria datoriali, sempre pronte a chiedere, ma piuttosto restie poi a riconoscere le misure provinciali a loro dedicate.

Un esempio concreto. Il fatto che l’impatto in Trentino di Imu, Imis, Tari, Irap, IVS, Irpef ed addizionale Irpef per le PMI fosse il meno rilevante (198 gg di lavoro per tasse ed imposte) rispetto al resto d’Italia e perfino a Bolzano (210 gg), dato questo confermato dalle stesse organizzazioni imprenditoriali, ci spingeva e ci obbliga oggi a chiedere alla Giunta, e al Vicepresidente OLIVI in particolare, massima prudenza nel proporre nuove agevolazioni e contributi.

La UIL si augura che le nuove agevolazioni ed incentivi siano erogate solo dopo attenta e mirata selezione, ad aziende e settori che effettivamente innovano, assumono personale ed investono nelle attività produttive che perseguono, senza attendere per forza l’aiuto caritatevole di “mamma Provincia”.

I recentissimi dati della Banca d’Italia infatti segnalano una forte indolenza della maggioranza degli imprenditori trentini nell’investire direttamente nelle loro stesse imprese. Anche quando hanno forti margini di redditività.

Di converso è purtroppo necessario constatare l’assenza di provvedimenti, come quelli sappiamo allo studio in Provincia di Bolzano, di intervento della PAT sul costo dell’energia sia per le aziende che per le famiglie (riduzione 7-9%?).

Non poca preoccupazione desta la decisione di diventare azionista di Pensplan Invest SGR, malgrado sia la contemporanea dismissione delle partecipazioni in Mediocredito, sia la mancanza di un piano di riassetto / riorganizzazione / fusione delle società partecipate. Il tutto, come già espresso, senza porre particolare attenzione alle recenti osservazioni della Corte dei Conti.

Stupisce l’enfasi manifestata circa una “progressiva attuazione del nuovo modello di autonomia scolastica provinciale”. La UIL ha più volte, e nei fatti, denunciato la scarsissima capacità provinciale nel rispettare l’autonomia pedagogica e didattica delle Istituzioni scolastiche: le recenti modifiche poste alla legge provinciale sulla Scuola (la cosiddetta “buona scuola in salsa trentina”) ne sono palmare esempio. A fronte di annunci relativi a roboanti progetti di innovazione didattica, in vero più di facciata che sostanziali, si sono dovute rilevare forzature burocratico – amministrative, peraltro di scarsa efficacia e di dubbia efficienza. Lo stesso progetto “Trentino trilingue”, per il versante propriamente scolastico, ha subito non poche incertezze, a tratti delle battute d’arresto. Anche su questo fronte è necessario un ponderato ripensamento.

Nel Metodo

E’ necessario osservare come, differentemente dagli anni passati, il Presidente non ha voluto convocare alcun incontro “preventivo”, per informare le Organizzazioni Sindacali sulle linee guida della manovra. Eppure era stato ripetutamente richiesto. Vorrà dire che la UIL esprimerà le proprie osservazioni direttamente alla Prima Commissione permanente del Consiglio Provinciale, la settimana prossima.

Tornando infine alla scelta politica di non tenere in grande considerazione la pronuncia della Corte dei Conti dei giorni scorsi (dopo quella già sulla rendicontazione 2015), viene da porre un’ultima considerazione assolutamente da non sottovalutare. La UIL si augura che la linea provocatoria assunta non sia letta addirittura come “indisponenza istituzionale” e non produca ulteriori acredini ed antipatie, oltre quelle già sfociate in provvedimenti e prese di posizione nazionali centralistiche, che potrebbero costare a tutti i cittadini trentini – e non solo ai governi della politica e all’estabilishment trentini – un ridimensionamento della propria autonomia ed un danno anche economico e finanziario. La supponenza giuoca, spesso, danni molto gravi.

Walter Alotti

Segretario Generale

UIL del Trentino

Scarica il pdf: COM 070717 Manovra assestamento e DEFP luglio 2017

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OSSERVAZIONI E RIFLESSIONI UIL del Trentino in merito al riordino delle partecipazioni nel settore del credito.

29/6/2017 ore 15,30.

OSSERVAZIONI E RIFLESSIONI UIL del Trentino in merito al riordino delle partecipazioni nel settore del credito.

“Consultazione Prima Commissione permanente del Consiglio Provinciale di Trento con i soggetti istituzionali in ambito finanziario ed economico per approfondire la situazione del credito in provincia di Trento.”

Dichiarazione del Segretario Generale UIL del Trentino Walter Alotti:

E’ anni ormai che la situazione del credito in Trentino è molto critica, soprattutto nel comparto del credito cooperativo, dove numerose da anni sono le Casse Rurali che chiudono i bilanci in perdita. Nel 2016 ben 15 presentano una perdita cumulata di 50 milioni di euro e altre 21 riescono a galleggiare con un utile complessivo di soli 25 milioni di euro. Complessivamente il sistema del credito cooperativo nel 2016 chiude con una perdita di 25 milioni di euro (L’Adige 16 marzo 2017).

Il risparmio vincolato pluriennale dei trentini è sempre più convogliato fuori dal sistema bancario cooperativo ed anche fuori dal sistema bancario in generale (fondi di investimento, polizze assicurative, fondi pensione, ecc…), con quindi scarso ritorno sul territorio trentino. Problema segnalato anche di recente dalla Banca d’italia.

Permane tuttavia una consistente quantità di risparmio a breve sui conti correnti, in quanto mancano valide alternative di investimento. Le obbligazioni bancarie, visti i disastri delle 4 bad bank italiane e delle 2 bad bank venete, non sono viste più come una forma sicura di impiego e le obbligazioni statali rendono ancora troppo poco per allettare come alternativa.

Vi sono quindi, secondo noi, le condizioni per cui i risparmiatori trentini possano acquistare le quote di Mediocredito che la PAT dovrà dismettere in seguito alla uscita massiva obbligata degli enti pubblici dalle società che operano in ambiti di mercato (Madia). La scelta della PAT pare invece quella di favorire la confluenza di Mediocredito nel nascente gruppo cooperativo nazionale di Cassa Centrale Banca, che per nascere ha dovuto accettare una “trentinità molto diluita”, con il rischio, tra qualche anno, di perdere entrambe le banche, nel caso confluisca poi tutto nel gruppo cooperativo nazionale di Iccrea, molto più grande, con baricentro romano.

La regia pubblica provinciale avrebbe dovuto (ed è ancora in tempo per farlo) cercare prudentemente di fare da regista ad un passaggio della maggioranza delle quote di Mediocredito (53%) dagli enti pubblici ai cittadini trentini che così avrebbero avuto nuovamente una banca di proprietà. Nelle casse rurali ormai tutti i soci si sono resi conto quanto poco contino singolarmente. Il nuovo Mediocredito in mano ai risparmiatori trentini potrebbe finanziare finalmente gli investimenti economici delle aziende trentine, completando l’offerta di credito alle famiglie, terreno ormai dove si sono sostanzialmente sfilate le casse rurali, viste le perdite subite dalle avventure creditizie andate male con le imprese.

Scarica il pdf: prima commissione audizione partecipazione credito 29 giugno 2017

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dumping
29 Giu
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Contratti irregolari, anche in Trentino c’è chi fa dumping sul costo del lavoro

Contratti irregolari, anche in Trentino c’è chi fa dumping sul costo del lavoro

La denuncia dell’Unione Provinciale di Trento dell’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro, con Cgil Cisl Uil del Trentino. “Si lucra sui diritti dei lavoratori, facendo correre enormi rischi alle aziende”

 

Si presentano promettendo di far risparmiare fino al 40 per cento del costo del lavoratore. E molte aziende, anche in Trentino, abboccano non sapendo, in realtà di correre un rischio considerevole, oltre che diventare parte di una truffa.

Da alcuni mesi sui tavoli di diversi imprenditori della provincia arriva la proposta commerciale di una società di consulenza che opera sull’intero territorio nazionale. La società propone lavoratori in appalto, in tutti gli ambiti dalla ristorazione al comparto alberghiero, dall’amministrazione ai servizi. I lavoratori vengono forniti in appalto all’impresa che decide di avvalersi della società di consulenza. Questa si occupa del contratto, dell’elaborazione delle buste paga, dei versamenti contributivi, ferie, permessi, malattie e di tutti i costi che compongono il lordo in busta paga. Al lavoratore viene riconosciuta la paga concordata, in linea con le retribuzioni di mercato, il datore di lavoro versa circa il 40 per cento in più. Chiaramente una cifra troppo bassa per essere corretta: è noto a tutti infatti che il costo lordo di un lavoratore è quasi il doppio del netto in busta paga. In buona sostanza la società di consulenza “abbatte” i costi operando in modo non chiaro. “Un fatto gravissimo che danneggia sia le aziende sia i lavoratori – denunciano i consulenti del lavoro trentini che hanno ricevuto diverse segnalazioni dai loro clienti -. Il lavoratore come minimo si trova con buchi previdenziali, mentre il datore di lavoro nel momento in cui l’Inps e il servizio lavoro scoprono l’irregolarità paga un conto molto salato. Operando in questo modo, inoltre, si inquina il mercato con una vera e propria azione di dumping sociale”.

Pare che la società di consulenza operasse, fino a pochi mesi fa, come agenzia di somministrazione di lavoro. Ora invece, non si tratta di regolare somministrazione di manodopera, ma di fornitura di lavoro in appalto. “C’è chi gioca sulla pelle dei lavoratori, ma anche delle imprese, in maniera subdola e scorretta – sottolineano Cgil Cisl Uil del Trentino -. I lavoratori che vengono coinvolti sono spesso discontinui. Trovarsi a distanza di anni con un ammanco di contributi è un grave danno. Con sistemi di questo tipo, quantomeno poco trasparenti, inoltre si fa concorrenza sleale tra i lavoratori e un livellamento al ribasso delle condizioni degli addetti”.

La situazione è monitorata anche a livello nazionale e ci sarebbero già degli accertamenti da parte di Inps e Servizio Lavoro della Provincia.

L’invito a lavoratori e imprese è quello di prestare la massima attenzione, rivolgersi al sindacato o ai consulenti del lavoro per segnalare casi di questo tipo.

Scarica il pdf: dumping sociale COM UNITARIO 28062017

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