Il T – Domenica 7 Settembre 2025
Cartiere in ripresa Fedrigoni cresce del 7% e crea tre società
Carta Il mercato resta difficile ma il settore trentino, che conta 1.300 dipendenti, mostra segnali di ripresa
ECONOMIA
Dopo gli ultimi anni difficili, con crisi e cassa integrazione alimentate dalle difficoltà dei mercati internazionali e dai rincari dell’energia, spuntano segnali di ripresa nel settore cartario trentino, che conta in tutto 1.300 addetti. Nel primo semestre di quest’anno il gruppo Fedrigoni di Verona, che in Trentino ha 4 stabilimenti con 650 dipendenti, ha fatturato 1 miliardo 22 milioni di euro, in crescita del 6,8% rispetto ai primi sei mesi del 2024. Il semestre si chiude ancora con una piccola perdita, 27 milioni, decisamente inferiore però ai 208 milioni di rosso della prima parte del 2024. Il gruppo guidato da Marco Nespolo, che complessivamente conta 6.000 dipendenti in 28 Paesi, ha in cantiere un progetto di riorganizzazione che prevede la creazione di tre società indipendenti che faranno capo ad una holding: una società per la divisione carta, una per la divisione etichette, di cui fa parte tra gli altri la controllata trentina Arconvert, e la terza della nuova divisione etichette e antenne intelligenti, sviluppata soprattutto all’estero a partire dall’acquisizione della francese Tageos. Intanto Cartiere del Garda, gruppo spagnolo Lecta, 450 addetti, ha chiuso il 2024 con un fatturato di oltre 334 milioni, in aumento del 2,7% sull’anno precedente, e un utile netto di 24 milioni. Nel primo semestre di quest’anno il gruppo Lecta ha visto una performance negativa sulla carta, ma positiva sulla produzione di energia, cresciuta in un anno del 51% da 29 a 44 milioni. In campo in questo settore e in particolare nella cogenerazione c’è Alto Garda Power, controllata da Cartiere del Garda. Cartiere Villa Lagarina, oltre 170 addetti, è coinvolta invece nella crisi del gruppo trevigiano Progest di cui fa parte. A luglio Progest ha chiesto la proroga di altri sei mesi della composizione negoziata della crisi per trovare un accordo con i creditori dopo il default sui bond emessi. Tuttavia nell’ultimo incontro di giugno al Ministero delle imprese e del Made in Italy sulla procedura di crisi, i vertici hanno parlato di recupero dei volumi in tutte le business units nel primo quadrimestre del 2025.
Il progetto di Nespolo
La semestrale del gruppo Fedrigoni si chiude con oltre 1 miliardo di ricavi, che sfiorano i 2 miliardi se si considerano i dodici mesi fino al 30 giugno, un Ebitda (margine lordo) di 148 milioni, pari al 14,5% delle vendite, 37 milioni di investimenti, 1,46 miliardi di indebitamento netto. Il progetto per efficientare il gruppo, presentato dal presidente Nespolo, prevede la creazione di tre società indipendenti, per le quali si fanno già i nomi dei possibili amministratori delegati: Fulvio Capussotti per la divisione carta, Rodrigo La Versa per la divisione etichette e un dirigente francese per la divisione antenne intelligenti. «Chiederemo incontri a livello nazionale e territoriale per chiarire i termini di questa riorganizzazione – commenta il segretario della Uiltec Alan Tancredi – Dobbiamo capire quali saranno gli effetti nei perimetri di business che sono stati definiti». La divisione etichette, in particolare, comprende la Arconvert di Arco, 250 dipendenti e 191 milioni di fatturato 2024, in crescita del 4%. «Dovremmo vedere come gestire le relazioni industriali in questo nuovo assetto organizzativo – prosegue Tancredi – E dovremo coinvolgere la Provincia e l’assessore Achille Spinelli».
Come uscire dalla crisi
Nell’ultima riunione al Ministero, Francesco Zago, amministratore delegato di Progest, il gruppo a cui fa capo Cartiere Villa Lagarina, ha affermato che, se anche il settore cartario continua a trovarsi in una significativa fase di crisi, si registra un recupero dei volumi in tutti i comparti rispetto all’anno precedente. Progest ha proseguito con le dismissioni degli asset non-core. I primi sei mesi della procedura di composizione negoziata della crisi sono scaduti il 9 luglio e c’è stato il rinnovo per altri sei mesi. La Slc Cgil, come gli altri sindacati, ricorda che nell’incontro al Ministero «era venuto proprio dalla struttura ministeriale l’invito a presentare con la massima urgenza alle organizzazioni sindacali il piano industriale di cui si parla ormai da un anno».
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