l’Adige – Domenica 11 Maggio 2025
I sindacati all’attacco: «Confermiamo i problemi del S. Camillo»
SANITÀ Smentita della smentita: «Non sappiamo a che titolo sia intervenuto Maines, non era nemmeno presente alla riunione»
SANITÀ
Terza puntata del caso San Camillo, con la smentita della smentita. Ricapitoliamo: mercoledì i sindacati avevano lanciato l’allarme di un rischio default finanziario per l’ospedale di via Benedetto Giovannelli.
Il giorno seguente è arrivata la reazione, a firma di Marco Maines per conto della struttura: «Abbiamo letto con stupore e rammarico l’articolo relativo alla presunta situazione di crisi economica dell’ospedale San Camillo e al rischio di perdita dei posti di lavoro. Desideriamo smentire con fermezza le informazioni riportate, che non trovano alcun riscontro nella realtà dei fatti. Non è in alcuna situazione di default né vi è alcun pericolo imminente per la stabilità occupazionale del personale. La diffusione di notizie prive di fondamento ha creato allarmismo tra i lavoratori e disorientamento tra i pazienti, oltre a compromettere ingiustamente l’immagine di una struttura sanitaria di eccellenza e il lavoro quotidiano dei professionisti».
Ma ieri, come accennato, è arrivata la smentita a Maines, con Alberto Bellini (Cgil), Giuseppe Pallanch (Cisl) e Giuseppe Varagone (Uil Fpl) che scrivono: «Confermiamo le preoccupazioni sulla tenuta dell’ospedale San Camillo».
I sindacalisti riferiscono che la loro preoccupazione arriva dopo una serie di comunicazioni ufficiali, documenti nero su bianco dei quali sono evidentemente in possesso, nei quali appare evidente la situazione precaria. «Durante l’ultimo incontro con i vertici della congregazione sono state confermate le tensioni finanziarie e una pesante situazione a bilancio che hanno richiesto il coinvolgimento di un team di esperti e un procuratore per gestire la situazione», dicono Bellini, Pallanch e Varagone. «Prendiamo atto dell’intervento di un dipendente, ovvero Marco Maines, che tuttavia non era presente alla riunione con i vertici del San Camillo e non capiamo a quale titolo sia intervenuto. Quindi confermiamo le nostre preoccupazioni e la necessità di salvaguardare l’organico e un presidio importante per la città. Le difficoltà finanziarie sono state confermate dai vertici del San Camillo, così come l’aver predisposto un piano di rientro per cercare di fronteggiare l’esposizione. Il danno di immagine viene prodotto da chi gestisce male una struttura e non rinnova i contratti».
I sindacati aggiungono che «il rischio ulteriore è il ricorso a processi di razionalizzazione dei posti di lavoro. Non possiamo accettare questa possibilità. Chiediamo che l’ospedale renda conto alle istituzioni politiche ed ecclesiastiche della situazione. Anche per questo confermiamo lo sciopero del 22 maggio con la manifestazione che sosterrà anche a Trento il diritto di veder rinnovato il contratto collettivo fermo da ben 6 anni. È una vergogna, altro che danno di immagine».
Scarica il pdf:
No Comments