Il T – Venerdì 14 Marzo 2025

Kaswalder: «Il fascismo? C’è del buono». Walter Largher: «Una frase inaccettabile».

 

Kaswalder litiga con Marchiori poi attribuisce l’Inps (1898) al Duce

Lo scontro

Il consigliere attacca frontalmente il «suo» assessore sui temi della casa. Ma poi inciampa nel falso storico sul Ventennio.

Un vero e proprio show, andato in onda nella cornice del Consiglio provinciale, il Parlamento dell’autonomia. Protagonista il consigliere Walter Kaswalder, l’autonomista espulso dal Patt, poi fatto rientrare da Simone Marchiori, candidato alle ultime elezioni, eletto, iscritto al gruppo consiliare delle Stelle Alpine ma non tesserato alle Stelle Alpine. Un battitore libero, che non è nuovo a intemperanze, spesso declinate en dialet anche nei luoghi istituzionali: «Io sono fatto così», dice uscendo dall’emiciclo dopo aver sganciato la bomba. Anzi, due. Prima attacca il suo assessore-segretario Simone Marchiori, accusandolo di non essere mai presente, «e se c’è guarda solo il telefono»; poi scivola sulla colpevole banalità del fascismo che ha fatto anche cose buone, infilandosi in una serie di fake che con fatica riesce in un secondo tempo a correggere, senza tuttavia riuscirci.

Il fascismo «buono»

In Consiglio ieri si parlava di politiche per la casa, e Kaswalder dice la sua: «Quando ho iniziato a lavorare — ricorda ai colleghi, quando prende la parola — sullo stipendio veniva fatta una piccola trattenuta: era per le case Gescal, le case dei lavoratori». E spiega la genesi di questi aiuti sugli alloggi: «Derivavano da Ina-Casa, istituita dal fascismo». Fa una precisazione, non sia mai che qualcuno capisca male, che pensi a una sua apologia del Ventennio: «Per l’amor di Dio, speriamo che non torni più, ma se c’è l’Inps lo dobbiamo al fascio». E la banalità che non muore mai: «Perché durante il fascismo qualcosa di buono è stato fatto». A dire il vero, non l’Ina-Casa, il piano di edilizia popolare denominato anche «case Fanfani», varato nel 1949 e terminato nel 1963. E non l’Inps, che ancora molti credono sia iniziativa del fascismo ma che nasce nel 1898, oltre vent’anni prima della Marcia su Roma di Mussolini. Nel pomeriggio, per spiegarsi meglio, Kaswalder torna sull’argomento, e risponde alle contestazioni sulla veridicità storica delle sue affermazioni. Spiega che intendeva l’evoluzione dell’Inps quando le pensioni furono estese a tutti, «che è stato fatto sotto il Ventennio». Per ribadire, insomma, che il fascismo ha fatto cose buone.

Marchiori in ferie

Lasciati i panni dello storico, Kaswalder indossa quelli del Savonarola che riprende l’assessore, e segretario autonomista, Simone Marchiori perché è stato in vacanza e perché guarda sempre il telefonino. «Non vorrei dire più di tanto — cerca di frenarsi il consigliere — anche perché provengo dal suo stesso partito e non vorrei metterla sul personale. Ma in questi giorni — afferma davanti all’intero Consiglio provinciale — c’erano due argomenti importanti. Il medagliere ai sindaci e il tema della casa». E incalza: «Io non so se è vero che è andato in ferie, ma siccome la convocazione del Consiglio è decisa da tempo, le ferie si potevano anche spostare». E aggiunge, per mostrare la sua di rettitudine: «Io non faccio ferie dal 2000. Io in Consiglio come in Commissione non sono mai mancato una volta». E alzando il tono, amplificato dal microfono: «E guardi in faccia chi parla, lasci fuori dall’Aula il telefonino». Perché Kaswalder, lo dice poi alla buvette, «sul telefonino Marchiori gioca a carte».

«Kaswalder è fuori»

Il segretario autonomista, attaccato nel suo ruolo di assessore, chiede subito di intervenire. «Se sono mancato è perché a volte viene prima la famiglia», dice. E riferendosi a tutte le altre argomentazioni del consigliere: «Questi attacchi non li accetto». E la specificazione che il rapporto tra i due autonomisti non sarà mai sanato: «Se Kaswalder non è nel mio partito, un motivo c’è». E a margine dei lavori, quando Marchiori riceve la solidarietà da alcuni colleghi, tra cui Claudio Cia del Misto e Roberto Paccher della Lega — «un attacco fuori posto» — Marchiori dice poche parole: «Kaswalder è fuori». Ma non si capisce se questa sia una considerazione sulla persona o la decisione di un allontanamento politico definitivo dall’area che fa riferimento alle Stelle Alpine.

La condanna della Uil

Sulle parole di Kaswalder circa il buono che c’è stato nel fascismo, interviene anche il segretario della Uil Walter Largher: «Una frase inaccettabile, soprattutto se pronunciata da chi ricopre una carica istituzionale. Parole che sono una grave mancanza di rispetto verso la nostra storia e le vittime del fascismo. Le parole di Kaswalder non solo sono una grave distorsione della storia, ma vanno anche contro i valori di giustizia, uguaglianza e democrazia che la nostra comunità dovrebbe difendere».

 

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IL T ART casa 140325