Mercato del Lavoro. In Trentino disoccupazione al 2,4%, meno 1.600 lavoratori nell’industria
Sindacati: “Si conferma un andamento generale positivo. Ma gli occupati crescono solo nei settori a minor valore aggiunto. Rivedere le politiche e attuare il patto sulla crescita delle imprese per sostenere competitività, produttività e salari”
Resta positivo l’andamento del mercato del lavoro in Trentino. A confermarlo è l’ultima indagine trimestrale sulle forze lavoro dell’Istat. A giugno, in provincia, il tasso di disoccupazione è calato all’2,4 per cento rispetto al 3,5 per cento dello stesso periodo del 2024; le persone senza un’occupazione sono circa 6.100 contro le 8.900 del giugno dello scorso anno. La disoccupazione sale lievemente rispetto al primo trimestre dell’anno quanto il tasso di chi cercava un lavoro era sceso all’1,7 per cento, ma si tratta di una tendenza fisiologica legata alla stagionalità di molti settori produttivi.
Cresce in parallelo l’occupazione: le persone che hanno un lavoro sono circa 252.600, 3.600 in più rispetto a giugno 2024. Il tasso di occupazione, dunque, si attesta al 71,4 per cento rispetto al 70,9 per cento dello scorso anno.
A “guadagnare” occupazione è la componente maschile: gli occupati passano da 135.700 a 137.600, mentre i disoccupati calano da 5mila a 2mila. Guardando alle percentuali il tasso di disoccupazione tra i maschi è pari all’1,4 per cento contro il 3,6 per cento del 2024. L’occupazione cresce anche tra le donne, da 113.300 a 115.000, ma le disoccupate salgono a quota 4mila circa con un tasso che si attesta al 3,5 per cento in lieve crescita rispetto all’anno precedente. Una dinamica che si spiega con l’aumento del numero di donne che entrano nel mercato del lavoro e con il conseguente calo del tasso di inattività che nella componente femminile in Trentino scende dal 32 per cento del giugno 2024 al 31,4 per cento del secondo trimestre di quest’anno.
“Quantitativamente la fotografia dell’Istat ci restituisce l’immagine di una situazione positiva del mercato del lavoro trentino con un tasso di disoccupazione ai minimi storici – commentano i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher -. E’ importante però guardare anche alla qualità, dunque vedere in quali settori cresce l’occupazione, quali sono le dinamiche legate a produttività e retribuzioni. Sono queste le questioni decisive per il futuro del nostro territorio”.
Guardando ai settori i dati Istat evidenziano, tra i lavoratori dipendenti, una crescita dell’occupazione nel terziario (da 141.300 a 144.800 occupati), soprattutto commercio e turismo dove gli occupati alle dipendenze crescono di oltre il 10 per cento, e nelle costruzioni (da 13mila a 14mila). Si riducono, invece, i lavoratori dipendenti nell’industria manifatturiera che passano da 43.500 a 41.900 occupati, pari ad una contrazione del 3,7 per cento. “Purtroppo l’occupazione cresce soprattutto in settori a bassa produttività e a basso valore aggiunto – proseguono i tre segretari provinciali -. Per questa ragione è fondamentale rivedere rivedere rapidamente le politiche economiche provinciali, in particolare quelle sugli incentivi alle imprese, puntando su una maggiore selettività a favore dei settori che possono contribuire di più alla crescita dell’innovazione e della qualità della domanda di lavoro”.
Per Cgil Cisl Uil questi dati, infine, dimostrano anche l’urgenza di dare attuazione concreta agli impegni previsti dal Patto sui salari. “Migliorare qualità del lavoro e retribuzioni deve essere la priorità dei prossimi mesi”, concludono.
Trento, 12 settembre 2025
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