l’Adige – Martedì 2 Settembre 2025

Mesi caldi per 15mila metalmeccanici

 

Guarda: «I salari dovrebbero crescere più dell’inflazione se per effetto delle innovazioni c’è aumento di produttività»
Moser: «Con gli sgravi Irap si passi dalle parole ai fatti»

LAVORO

di Daniele Battistel

Tra contratto nazionale scaduto da 14 mesi, integrativi aziendali che attendono la firma sul primo per essere rinnovati, incertezze sulla ripresa (che ancora non si vede) della locomotiva tedesca, effetto dazi e nuovo corso per gli stabilimenti Dana di Rovereto ed Arco, sarà un autunno piuttosto caldo per gli oltre 15mila metalmeccanici nelle circa 200 fabbriche con sede in Trentino.

Contratto nazionale
L’accordo è scaduto a giugno 2024 e nonostante 40 ore di sciopero programmate ed attuate nei primi 6 mesi dell’anno siamo ancora lontani dalla firma. Per effetto del vecchio contratto che prevede la clausola di salvaguardia è scattato comunque un aumento legato all’avanzare dell’inflazione. «A differenza di altre categorie questo ci permette di non subire la drammatica perdita di potere d’acquisto – spiega il segretario della Fiom Cgil Michele Guarda – anche se il recupero avviene con 12 mesi di ritardo». «I salari per definizione dovrebbero crescere più dell’inflazione se per effetto delle innovazioni tecnologiche c’è aumento di produttività e dunque dei guadagni dell’azienda» continua Guarda specificando che è proprio qui il punto di contrasto con la piattaforma presentata da Federmeccanica. Di buon auspicio il fatto che nel frattempo sono stati rinnovati il contratto della piccola industria e quello delle cooperative meccaniche che contiene questo principio.

Accordi territoriali
«Stiamo portando avanti trattative anche per i contratti di secondo livello, da Dana a Sandwik a Karl Mayer Rotal di Mezzolombardo – ma finché non c’è la base dell’accordo nazionale è difficile arrivare alla firma» puntualizza il segretario della Fim Cisl Paolo Cagol. «Alla luce dello sgravio fiscale proposto dalla Provincia sull’Irap mi auguro che si possano trovare buoni accordi per tutti» aggiunge Willj Moser della Uilm. «Ci aspettiamo un rapido passaggio dalle parole ai fatti» sottolinea il segretario dei metalmeccanici Uil, ricordando – non a caso – che da aprile c’è sul tavolo dei vertici dell’Associazione artigiani la piattaforma di rinnovo per metalmeccanica-impiantistica con importanti richieste sul fronte di malattie e permessi. «Visto che tutti dicono che c’è la necessità di aumentare gli stipendi dei lavoratori questa è l’occasione buona per mettere in pratica tanti bei discorsi».

Questione Dana
Dopo l’annuncio della trattativa con Allison Transmission e l’incontro al Ministero, ora è in atto la due diligence per stabilire il valore del business “Off Higway” e della decina di stabilimenti italiani (tra cui quelli di Arco e Rovereto) che Dana intende cedere. La compravendita dovrebbe concludersi entro l’anno. Per i sindacati da inizio 2026 l’interlocutore sarà dunque Allison. Sul tavolo il tema di come sostituire il 30 per cento della produzione dello stabilimento di Rovereto che Dana trasferirà in Messico per accorciare la catena delle forniture. «Una partita aperta – spiega Guarda –. La Provincia ha messo in campo un pacchetto di misure per fare in modo che chi arriverà sia incentivato non solo a mantenere ma addirittura ad aumentare la produzione fatta in Trentino. Questo è un buon inizio, noi chiederemo alla Provincia di essere coinvolti a pieno titolo nella contrattazione, rivendicando garanzie occupazionali per tutti i lavoratori».

Marangoni Meccanica
Su quello che a suo tempo era stato concepito come il gioiello del gruppo lagarino si sono addensate nubi. «Il mercato non sta dando i riscontri attesi – conferma Cagol –. Il quadro non è positivo né a livello finanziario né di ordini. Siamo in attesa del piano di ristrutturazione, sappiamo che ci sono manifestazioni di interesse per l’acquisto e contatti in corso».

Il quadro
«In generale la situazione resta in fase complicata. Registriamo cali di fatturato anche se non drammatici, perché gli stabilimenti trentini risentono della situazione di difficoltà della Germania e anche i dazi non aiutano» spiega Guarda. Per quanto riguarda i numeri della cassa integrazione, ci si attende una crescita nei prossimi mesi. «Non c’è comunque disastro sociale» rassicura. La perdita di lavoro al momento riguarda i contratti di somministrazione, che vengono ricollocati velocemente dalle agenzie perché la carenza di manodopera è ormai un problema che tocca diversi comparti».

 

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ADIGE ART metalmeccanici 020925