l’Adige – Lunedì 13 Ottobre 2025
«Morti sul lavoro, fare controlli veri»
Il presidente dell’Anmil trentino Bressanini: «Servono accertamenti più assidui e continui»
SICUREZZA SUL LAVORO
Una mattina di silenzio e bandiere listate a lutto, quella di ieri a Trento, per ricordare chi è uscito di casa per lavorare e non vi ha più fatto ritorno. La 75ª Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, organizzata dall’Anmil trentina, si è aperta come sempre in Largo Pigarelli, con la lettura del messaggio del presidente della Repubblica e la deposizione di una corona di alloro. Ma accanto alla ritualità della memoria, non sono mancate parole ancorché pacate, ma dure, a cominciare da quelle di Roberto Bressanini, presidente territoriale trentino dell’Anmil, che ha chiamato in causa istituzioni e imprese: «Non servono leggi nuove, basterebbe far rispettare quelle che ci sono». Leggi che rimandano a controlli veri, severi, sulla sicurezza.
Bressanini non ha cercato giri di parole. «Il problema – ha detto – è che non vengono fatti controlli. Se i controlli fossero assidui, le cose piano piano si metterebbero a posto. Non possiamo continuare a parlare di sfortuna. In Trentino abbiamo avuto cinque morti sul lavoro, la metà dell’Alto Adige, ma questo non significa che siamo stati più bravi: semplicemente, siamo stati più fortunati. E la parola “sfortuna” non dovrebbe neppure esistere quando si parla di infortuni».
Poi, la denuncia che lascia tutti interdetti: undici milioni di euro di arretrati che il Ministero del Lavoro deve all’Anmil per l’assistenza patronale dell’associazione da undici anni a questa parte: «Un buco di bilancio che mette a rischio l’esistenza stessa dell’associazione». «Siamo al fianco delle vittime e dei loro familiari – ha ricordato Bressanini – ma senza quelle risorse diventa difficile persino garantire i servizi essenziali».
Accanto a lui, il vicepresidente e assessore provinciale al lavoro e all’economia Achille Spinelli ha scelto un tono più istituzionale, riconoscendo però la gravità del fenomeno. «Tredici incidenti mortali in regione nei primi otto mesi dell’anno, cinque in Trentino se si contano anche quelli in itinere, ovvero durante il viaggio verso il posto di lavoro: è una contabilità triste, che non deve farci abbassare la guardia», ha detto Spinelli, ricordando l’impegno del Comitato provinciale per la sicurezza nei luoghi di lavoro.
L’assessore ha parlato di formazione, cultura aziendale e vigilanza intelligente: «Su 50 mila imprese attive in Trentino – ha aggiunto – dobbiamo concentrare i controlli su quelle più esposte, dove le criticità contrattuali o organizzative possono essere segnali di rischio». Indicatori di questo tipo, dice Spinelli, infatti possono segnalare contesti dove il rischio è più elevato. L’obiettivo, ha assicurato, è costruire sinergie fra istituzioni e parti sociali per arrivare un giorno ad “azzerare le morti sul lavoro”.
Alla cerimonia erano presenti anche la vicesindaca di Trento Elisabetta Bozzarelli, che ha espresso la vicinanza del Comune alle famiglie delle vittime, e Walter Largher, segretario trentino della Uil, a rappresentare le organizzazioni sindacali. È stato anche letto un messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per cui la «sicurezza sul lavoro è un diritto inalienabile».
Ma è la voce di Bressanini a restare impressa, asciutta e inquieta: «Ogni croce che ricordiamo oggi è il segno di una regola ignorata, di un controllo non fatto. Non abbiamo bisogno di nuovi articoli di legge, ma del coraggio di farli rispettare». Un messaggio che ha attraversato Largo Pigarelli come una fitta: nel silenzio di chi sa che, dietro le cifre, ci sono vite interrotte e famiglie che aspettano ancora giustizia.
Scarica il pdf:
No Comments