Il T, Corriere del Trentino – Venerdì 30 Maggio 2025
Niente migranti al Capitol: otto famiglie senza risposte
I sindacati: «Accoglienza nel caos, serve chiarezza dalla Provincia»
Senza un alloggio, a meno di una settimana da quando saranno costretti ad abbandonare il luogo che fino ad ora avevano chiamato casa: la Residenza Adige della Vela a Trento. Questa la situazione di 8 famiglie di richiedenti asilo, con figli minori. Altre 14 sono state collocate dalla Provincia in altrettanti alloggi Itea requisiti sul territorio del Comune di Trento. Le restanti 8 sembrava fossero dirette al Residence Capitol a Gardolo ma pare che non sarà così. Non per l’opposizione né dei residenti, né dei gestori però, ma perché non si è trovato l’accordo con la Provincia.
Nulla di fatto
Ieri mattina a Gardolo, quando ancora si pensava che le 8 famiglie fossero in arrivo i residenti della zona si dimostravano aperti. All’iniziale diffidenza, quando venivano a sapere che si trattava di famiglie, si sostituiva lo spirito di accoglienza. «Se dovessero arrivare sarebbero i benvenuti – dice un residente di Gardolo uscendo dall’edicola presente nel complesso». «Per me se vengono non c’è nessun problema – commenta una donna che risiede nel palazzo – Il mio unico dubbio è che forse non è un luogo adatto a delle famiglie. Qui c’è un po’ di via vai la notte». «Da quando sono qui devo dire che non ci sono stati problemi – racconta un esercente – So che anni fa ce n’era stato qualcuno, ma credo che i titolari abbiano fatto un buon lavoro per sistemare le cose».
E sono proprio i titolari del Residence Capitol a confermare che le 8 famiglie non verranno nella loro struttura. Non perché ci sia contrarietà, assolutamente, ma semplicemente perché, dopo qualche interlocuzione, con la Provincia non si è trovata la quadra sull’accordo che avrebbe visto i nuclei famigliari trasferirsi nel complesso alle porte di Gardolo. Il risultato è che, a meno di una settimana da quando dovranno obbligatoriamente lasciare la Residenza Adige, che il proprietario ha chiesto indietro per altri progetti, per queste famiglie la Provincia non ha ancora trovato collocazione. Nulla è stato comunicato a genitori e bambini, in questo momento in un limbo d’incertezza, e nemmeno ai professionisti della cooperativa che gestisce la Residenza Adige fino alla sua chiusura. La Provincia, e in particolare il governatore Maurizio Fugatti che dal 2018 ha in capo la competenza sull’accoglienza, sono trincerate in un ostinato silenzio, mentre la situazione rimane incerta.
Il caso Fersina
Incertezza che si riverbera anche sul resto di quello che rimane del sistema di accoglienza trentina. La Residenza Fersina, che conta circa 270 ospiti, dovrà essere lasciata libera entro fine anno per i lavori legati al nuovo ospedale di Trento. Anche in questo caso la Provincia non ha ancora individuato, o quantomeno comunicato, dove saranno spostati gli ospiti. Si dice che il piano sia di non concentrare tutti nello stesso luogo, ma individuare tre strutture più piccole, ma sono voci di corridoio. Quello che è certo è che il 30 giugno scade il contratto di gestione della Fersina, già prorogato, con la Cooperativa Kaleidoscopio. Dopo il fallimento del precedente bando, aggiudicato alla cooperativa Il Sorriso di Caltanissetta, ma poi revocato, la Provincia aveva lanciato una nuova manifestazione di interesse. Pare che qualche realtà si fosse fatta avanti, ma, ad un mese dalla scadenza, non è noto se qualcosa si sia concretizzato.
Anche per questo motivo, i sindacati si sono stretti attorno ai lavoratori in un comunicato congiunto firmato dai segretari trentini di Fp Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. «Ad oggi né la Provincia né il Commissariato del Governo hanno ritenuto utile informare i lavoratori né a quali condizioni il servizio proseguirà, né con quale soggetto si intenderà andare avanti, né se ci saranno garanzie di tenuta occupazionale da luglio 2025. Eppure abbiamo più volte chiesto un confronto. Sono mesi che si conoscono le scadenze e le esigenze, sono mesi che la Provincia minimizza e non ci sono risposte certe. In compenso la priorità pare essere quella di fare il possibile per impedire una effettiva integrazione ed esasperare le condizioni di attrito tra richiedenti asilo e residenti, senza ottenere alcun riscontro. Crediamo sia ormai ora di occuparsi seriamente di rendere funzionale l’intero sistema trentino di accoglienza ed integrazione dei richiedenti asilo e che questo servizio meriti visione e progettualità».
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