Nuovo regolamento Itea. Modifiche peggiorative. Sindacati infuriati: nessun confronto né al tavolo per l’edilizia abitativa né in commissione. Assessore e Giunta sulla casa vanno avanti da soli e ignorano l’emergenza
A nulla sono valse le richieste di confronto, le proposte di integrazione e le discussioni al Tavolo provinciale sull’emergenza abitativa, ormai ridotto a mero organismo formale. Sulla casa l’assessore Marchiori e la Giunta provinciale vogliono andare avanti da soli, probabilmente nella speranza di massimizzare in ogni modo possibile il consenso, dimenticandosi, però, che quella abitativa in provincia è un’emergenza che mette in gravissima difficoltà sempre più famiglie. Non c’è altro modo per Cgil Cisl Uil per spiegare l’accelerazione impressa dall’Esecutivo sul nuovo regolamento per l’edilizia abitativa pubblica. Il testo, atteso da mesi, è arrivato in IV Commissione la scorsa settimana, senza alcun confronto né audizione con i sindacati degli inquilini. Venerdì l’approvazione in Giunta provinciale. “Nessun passaggio al Tavolo per l’emergenza abitativa, che l’assessore si vanta di aver messo in piedi, ma che evidentemente bypassa volentieri, visto che non veniamo convocati sulle questioni importanti e urgenti quali le nuove modalità per fare la prossima domanda di casa Itea”, tagliano corto Manuela Faggioni, Michele Bezzi e Walter Largher.
Il giudizio dei sindacati è negativo sia nella forma sia nella sostanza. “Non conosciamo il testo definitivo nel dettaglio, ma dalle informazioni di cui disponiamo possiamo affermare con ragionevolezza che, per l’ennesima volta, dietro il pretesto della semplificazione si peggiora la situazione per le famiglie che hanno bisogno di un alloggio popolare”.
Nessuna delle proposte avanzate dalle tre sigle, infatti, è stata tenuta in considerazione. Non c’è l’indicizzazione dell’Icef, con la conseguenza che sempre più famiglie pagano affitti onerosi e di mercato o, peggio, perdono i requisiti per fare domanda di casa Itea. Non c’è nero su bianco l’innalzamento della soglia massima Icef da 0,34 a 0,40, attualmente si procede per provvedimenti tampone anno dopo anno. “Le soglie di accesso e uscita dalle graduatorie non sono state adeguate e di conseguenza non sono in alcun modo rispondenti alla situazione economica reale delle famiglie”.
È previsto un cambiamento epocale, con il passaggio da un sistema a graduatoria ad un sistema a bando per comunità di valle, che potrebbe creare non poche difficoltà visto che la domanda si potrà fare solo in via telematica. Si innalza da 5 a 6 il numero di anni per cui non si può fare domanda di alloggio popolare nel caso in cui il soggetto abbia rinunciato ad un’assegnazione, senza previsione di deroghe nemmeno nei casi più gravi. Restano poi irrisolte alcune questioni tecniche relative al passaggio dal canone sociale e quello di mercato. “Doveva essere l’occasione per superare le criticità e apportare dei miglioramenti, invece è stata l’ennesima dimostrazione che anche sull’emergenza casa, al di là dei proclami, assessore e giunta vogliono le mani libere e boicottano il confronto”, rimarcano i sindacalisti. Infine il mancato coinvolgimento ricadrà anche sugli utenti. Sono numerose le persone che si rivolgono agli sportelli casa di Cgil Cisl Uil per avere informazioni e per sapere come muoversi per fare richiesta di alloggio popolare. “Un lavoro che sgrava anche gli uffici provinciali, ma che oggi sarà più difficile fare con completezza”, concludono.
Trento, 9 settembre 2025
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