Il T, Corriere del Trentino – Martedì 16 Settembre 2025

Ospedale Rovereto, 30 lavoratrici a rischio. Chiudono le cucine, il futuro è incerto. «Le nostre richieste cadute nel vuoto»

 

Mobilitazione sindacale: «L’Azienda sanitaria non può lavarsene le mani»

Trento La cucina chiuderà tra tre settimane e trenta lavoratrici non conoscono ancora il loro futuro. Questa la situazione delle addette alle cucine dell’ospedale di Rovereto che ieri si sono riunite in assemblea davanti alla Santa Maria del Carmine. In pratica, tra poco più di venti giorni gli spazi dove si fa da mangiare resteranno inutilizzabili, causa lavoro, per almeno sette mesi, durante i quali chi distribuisce i pasti e lava le stoviglie non sa se avrà un lavoro retribuito. «Unica certezza è la totale incertezza sul loro futuro», fanno sapere i sindacati Filcams, Fisascat e Uiltucs.

Le lavoratrici hanno appreso, in via informale, che i pasti saranno preparati al di fuori dell’ospedale. «Di fatto in via ufficiale nessuno ha comunicato nulla né a noi sindacati né alle trenta lavoratrici coinvolte — sottolineano con rammarico Carla Tatti, Gabriele Goller e Stefano Picchetti, rispettivamente, di Filcams, Fisascat e Uiltucs —. Le nostre richieste di informazioni sono cadute nel vuoto. Silenzio da Dussmann, la società che gestisce l’appalto, e un totale scarica barile da parte dell’Azienda sanitaria che si limita ad affermare che è un appalto di servizio e in quanto tale risponde chi è titolare dell’affidamento. Il risultato è che noi abbiamo appreso della chiusura dai giornali e da voci di corridoio. Qui c’è in ballo la vita di trenta famiglie».

I rappresentanti dei lavoratori sono sicuri che, lungo o breve che sia, la chiusura porterà disagi alle lavoratrici e, quasi sicuramente, la riduzione delle «già basse» retribuzioni. I sindacalisti insistono affinché si faccia chiarezza sul futuro delle lavoratrici e, inoltre, ritengono inaccettabile l’atteggiamento dell’Azienda sanitaria: «Non può lavarsene le mani. È un modo di operare che abbiamo verificato anche in altre circostanze, come nel caso del lavaggio divise all’ospedale di Tione — dicono i sindacalisti —. È come se una volta affidato il servizio non fossero più problemi loro. Al contrario dovrebbero continuare a vigilare».

Su questa delicata situazione è intervenuta anche la consigliera provinciale di Avs Lucia Coppola, la quale ha presentato una interrogazione al governatore Maurizio Fugatti: «Perché la Giunta provinciale e l’Apss hanno scelto la strada del silenzio invece di affrontare con chiarezza e responsabilità la questione?». Inoltre, Coppola ha chiesto quali garanzie retributive e occupazioni si intenda chiedere alla società appaltatrici, se sono già state individuate soluzioni organizzative che eviteranno ricadute negative sulle lavoratrici, entro quando le cucine saranno riaperte e, infine, quando si darà una risposta ufficiale alle lavoratrici.

Un’altra situazione denunciata dai sindacati riguarda la Elcograf di Cles. «Da anni le maestranze dello stabilimento vivono una situazione di continua instabilità: cassa integrazione, contratti di solidarietà, cambi turno imposti, ferie forzate per coprire carenze di ordinativi, peggioramento delle condizioni economiche, problemi di sicurezza — hanno detto Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil —. A tutto questo si aggiunge, negli ultimi mesi, una crescente disorganizzazione interna e un clima di tensione insopportabile, coinciso con l’arrivo della nuova direzione». Inoltre, sono stati denunciati «comportamenti arroganti, offensivi e provocatori» da parte dei vertici aziendali. Per questi motivi, i sindacati hanno proclamato il blocco della flessibilità e degli straordinari, in attesa di un «cambio radicale del comportamento aziendale».

 

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