Il T – Sabato 8 Marzo 2025
Otto marzo, i gap a sfavore delle donne: tasso di occupazione inferiore, salari più bassi, poco credito in banca
Le sindacaliste di Cgil e Uil: servono misure concrete per una società a misura di donne
LAVORO
L’8 marzo ha ben poco dell’aria di festa a cui spesso viene associato. I numeri raccontano tutt’altra realtà. In Trentino, il divario di genere nell’economia resta netto: salari più bassi, ostacoli nella crescita professionale, pensioni ridotte e difficoltà di accesso al credito continuano a limitare l’indipendenza economica delle donne. Un sistema che si autoalimenta, aggravato da un carico di cura squilibrato, che in alcuni casi costringe le madri alla scelta drastica di lasciare il lavoro.
Anche se i primi dati sulle dimissioni in maternità del 2024 segnalano un lieve calo rispetto all’anno precedente, il numero resta sopra quota 500 e quindi il problema resta strutturale. «Bisogna rompere l’equazione donna-madre e costruire l’equazione donna-lavoratrice. Lavorare, guadagnare denaro e gestirselo è l’unico strumento che le donne hanno per essere libere e autodeterminarsi», riflette l’economista Azzurra Rinaldi.
Il divario economico
Il divario di genere nel mondo del lavoro è dimostrato dai dati forniti dall’Agenzia del lavoro: in Trentino il tasso di occupazione è al 75,9% per gli uomini e al 64,5% per le donne. In provincia il tasso di part-time tra le lavoratrici è pari a 38,6% (5,3% tra gli uomini), mentre i salari sono più bassi del 15,7% per i contratti full-time e del 10,1% in quelli part-time. Se guardiamo alle pensioni, gli assegni delle donne trentine sono la metà di quelli degli uomini.
Il problema salariale è aggravato dal modello di lavoro della nostra società, che non valorizza la gestione degli equilibri familiari e porta chi guadagna meno nella coppia a sacrificare la carriera. «Abbiamo riportato i dati per far comprendere ma anche perché una società a misura di donne è possibile — continuano Manuela Faggioni e Annalisa Santin, responsabili di genere di Cgil e Uil del Trentino —. Bisogna puntare su orario personalizzato, flessibilità, banca delle ore, asili aziendali, welfare. La strada passa necessariamente attraverso la contrattazione di secondo livello che andrebbe agevolata. Vanno altresì rafforzati i servizi territoriali di conciliazione per alleggerire il lavoro di cura che le donne dedicano a figli piccoli e familiari anziani».
Accesso al credito e lavoro
Il divario economico tra uomini e donne non si ferma a stipendi e pensioni. Si riflette nell’accesso al credito. Secondo la Federazione autonoma dei bancari italiani (Fabi), in Trentino-Alto Adige, risultano 24.945 donne con un prestito intestato, contro 44.444 uomini. La quota di prestiti alle donne è pari al 21,4%, il che significa che agli uomini le banche concedono molti più soldi, per la precisione 2,5 miliardi di euro in più.
Per l’economista Rinaldi, la maternità è «l’elefante nella stanza, quando si parla di donne e lavoro in Italia. Mancano i servizi alle famiglie, ma c’è anche un mercato del lavoro che tende a sminuire il capitale umano femminile, tanto più quando si diventa madri».
Se la giornata internazionale della donna deve rappresentare un’opportunità per fissare nuovi obiettivi sociali, per le sindacaliste di Cgil e Uil è necessario ragionare su una società più equa e inclusiva, rafforzando le misure per il sostegno alle lavoratrici.
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