l’Adige – Sabato 17 Maggio 2025
Patto per i salari, le proposte dei sindacati
Si chiede di privilegiare industria e settori innovativi per garantire posti di lavoro di qualità e ben retribuiti
Cgil, Cisl e Uil del Trentino hanno presentato ieri alla Provincia un articolato documento unitario con una serie di punti che rispondono alla proposta della Giunta per un «Patto per la crescita delle imprese e politiche salariali», che era stata discussa l’anno scorso – in via preliminare – con le imprese e illustrata poi in una riunione plenaria con tutte le parti sociali ed economiche il 10 dicembre scorso.
I segretari generali provinciali Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Largher (Uil) hanno avuto un incontro con Laura Pedron, dirigente generale del Dipartimento sviluppo economico, ricerca e lavoro, alla quale hanno illustrato i punti che ritengono prioritario inserire nel Patto proposto dalla Provincia. Ecco in sintesi alcuni dei punti principali del lungo documento.
Piano straordinario per l’innovazione e l’industria.
La prima proposta invita a privilegiare l’industria e i settori ad alto valore aggiunto per garantire posti di lavoro di qualità e meglio retribuiti. Per i sindacati: «Servono politiche industriali capaci di sostenere la crescita dimensionale d’impresa, la nascita e/o l’attrazione di aziende in settori ad alta tecnologia naturalmente vocate all’innovazione sia nel campo della manifattura che del terziario avanzato». Inoltre: «Vanno sviluppati strumenti di sostegno agli investimenti e le politiche di contesto utili per favorire la nascita o l’insediamento di attività imprenditoriali in specifici settori ad alta produttività come quelli della transizione energetica, delle tecnologie della sostenibilità, del digitale e della robotica».
Contrattazione di secondo livello e leva fiscale
«Per rendere maggiormente selettivi gli sgravi fiscali alle imprese, – sostengono Cgil, Cisl e Uil, – si propone di adottare il medesimo meccanismo concordato dalle parti economiche e sociali in Alto Adige per l’accesso alla riduzione di aliquota Irap e inserito in legge di stabilità per il 2025 dalla Giunta Kompatscher. In pratica anche la nostra legislazione provinciale deve prevedere che le aziende possano accedere agli sgravi Irap solo se applicano un contratto collettivo di secondo livello territoriale o aziendale non scaduto».
Welfare, servono più risorse.
I sindacati evidenziano che la mancata indicizzazione dell’Icef e del welfare provinciale di fatto riduce il perimetro dei potenziali beneficiari di sussidi. «Ricordiamo – scrivono Bezzi, Grosselli e Largher – che a fronte dell’aumento dei prezzi registrato nel periodo 2018-2024 pari a circa il 20%, non è stata assunta da parte della Giunta alcuna deliberazione per garantire un recupero del valore reale degli interventi del welfare». Per questo «va concordato un articolo di legge che preveda l’automatico adeguamento al costo della vita delle soglie Icef e delle misure del welfare provinciale. Allo stesso tempo, in considerazione dell’erosione del valore reale delle provvidenze provinciali e degli sgravi tariffari, vanno adeguati fin dal prossimo assestamento di bilancio i budget storici delle singole misure per ripristinare il bacino dei potenziali beneficiari e per garantire un reale recupero del potere d’acquisto delle famiglie».
Lavoro povero negli appalti di servizi.
Per fare fronte al problema del lavoro povero negli appalti dei servizi, per cui i nuclei familiari non riescono a sostenere le spese necessarie per vivere, i sindacati chiedono di individuare «un salario essenziale a livello provinciale grazie ad una commissione tecnica partecipata dalle parti economiche e sociali che allo stesso tempo monitori le condizioni reali di lavoro nel sistema dei servizi pubblici esternalizzati».
Giovani, più apprendistato e meno tirocini.
«Va modificata – sostengono i sindacati – la previsione di tirocini estivi nella legge provinciale sul lavoro, va sostituita nella legge provinciale sulla formazione professionale con l’istituzione di una specifica disciplina dell’apprendistato a termine per lo svolgimento di attività stagionali».
Lavoro femminile, conciliazione da potenziare.
«Si propone – scrivono Grosselli, Bezzi e Largher – di rivedere complessivamente il sistema del finanziamento dei servizi conciliativi e di ampliare la platea dei potenziali beneficiari al fine di favorire i genitori di figli minori nell’accesso a servizi di conciliazione e quindi di sostenere l’occupazione femminile». Per i congedi di maternità e paternità e i congedi parentali viene proposto di strutturare «una specifica convenzione con Inps per l’integrazione di questi benefici così da semplificare le procedure e rendere efficace il diritto per i beneficiari».
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