Il T – Venerdì 9 Maggio 2025
«La politica intervenga e riordini il commercio»
Uiltucs | Il segretario Picchetti chiede un piano complessivo che eviti attività opache e contributi a pioggia che seguono logiche oscure
SINDACATI
Il quadro desolante che emerge dall’inchiesta della Guardia di Finanza su affari e droga preoccupa e indigna. E forti timori li esprime anche il segretario generale della Uiltucs Stefano Picchetti: «L’inchiesta “Sciabolata”, che ha svelato un intreccio di opacità, malaffare e infiltrazioni criminali nei settori del turismo, del commercio e della ristorazione, non può essere archiviata come una semplice notizia di cronaca. È, piuttosto, il riflesso inquietante di un vuoto strategico e politico che ha lasciato proliferare zone grigie proprio là dove invece dovremmo coltivare legalità, qualità e futuro. Dove manca una visione pubblica, avanzano l’improvvisazione, il clientelismo e il profitto senza etica».
Picchetti se la prende anche con la politica dei contributi a pioggia e con l’occhio di riguardo per qualcuno in base a logiche opache: «Da anni, come UILTuCS, chiediamo che il terziario venga trattato come un settore industriale a pieno titolo. Invece abbiamo assistito a elargizioni a pioggia, misure una tantum, bonus estemporanei: strumenti inefficaci, che hanno alimentato confusione e favorito operatori improvvisati. È in questo contesto che hanno trovato spazio pratiche opache, evasione sistemica, riciclaggio, illegalità diffusa. L’inchiesta ha acceso i riflettori su un sistema che ha saputo mimetizzarsi nei circuiti del commercio e del turismo, utilizzando i locali come strumenti di copertura economica, strutture pubbliche come obiettivi da acquisire, procedure come ostacoli da manipolare. Particolarmente grave risulta il tentativo di alterare l’assegnazione di beni comuni, attraverso bandi “su misura” e rapporti collusivi, con l’obiettivo di normalizzare il conflitto d’interessi dietro una facciata di investimenti».
«Come UILTuCS, tra il 2022 e il 2023 siamo stati l’unica sigla sindacale a sollevare pubblicamente interrogativi sulla vicenda del Grand Hotel Imperial di Levico Terme, denunciando l’opacità di alcune operazioni e chiedendo chiarezza sulle procedure adottate, sulla destinazione del bene pubblico e sulle garanzie occupazionali. Non abbiamo aspettato che la vicenda deflagrasse, né ci siamo nascosti dietro i formalismi: abbiamo dato voce direttamente alle lavoratrici e ai lavoratori, che per primi avevano colto segnali di ambiguità e di pericolo. Quelle domande sono state ignorate, quando non apertamente sminuite. Oggi, quelle stesse domande risuonano nei corridoi della magistratura, con il peso delle carte giudiziarie».
Per questo Picchetti osserva: «Serve una svolta culturale e politica: non possiamo più accettare che un’attività commerciale venga usata come strumento di riciclaggio, invece che come spazio di lavoro legittimo e contribuente al benessere collettivo. Oggi, alla luce dei fatti, ribadiamo la nostra proposta: serve un piano industriale del terziario, che metta ordine e ridia dignità a un comparto che rappresenta il cuore pulsante dell’economia trentina. Serve una regia pubblica capace di selezionare gli investimenti, condizionare gli incentivi alla creazione di lavoro stabile, alla formazione delle competenze, alla trasparenza fiscale. Serve politica vera, che sappia prevenire, non solo rincorrere l’emergenza. Guardiamo con forte preoccupazione anche all’orizzonte delle Olimpiadi invernali 2026. Un’occasione storica per il nostro territorio, ma anche una calamita per capitali speculativi e interessi opachi. Faremo la nostra parte, vigileremo con determinazione, ma sia chiaro: non spetta ai sindacati o ai lavoratori garantire la salubrità del sistema. Tocca alla politica, alle istituzioni, agli organi di controllo».
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