l’Adige, Il T, Corriere del Trentino – Giovedì 24 Luglio 2025
«Rimprovero davvero vergognoso e offensivo»
Uil, Cisl e Cgil contro l’accusa da parte dei docenti sul silenzio delle sigle per il caso Prati
I sindacati
«Questo rimprovero del “totale silenzio” lo trovo veramente vergognoso e offensivo». Così Pietro Di Fiore, segretario Uil Scuola, sull’accusa mossa dai docenti firmatari del caso Prati relativa alla mancata presa di posizioni delle organizzazioni sindacali.
«Il nostro sindacato – continua Di Fiore – ha fatto passi che non sono certo stati esternati sui giornali. Facciamo un esempio: appena partita la visita preliminare sono intervenuto con la dirigente Mussino per saperne di più. O ancora in una vera e propria azione legale abbiamo sostenuto la disparità di trattamento sul fatto che fosse stana negata la la quarta ginnasio. Cosa si può rimproverare a noi? Di non aver partecipato come le associazioni di docenti, come forze politiche, o come l’assessora, capacissima di mettersi in bella mostra di fronte ai giornali?».
«Non fa bene alla scuola essere oggetto di scontro politico, – aggiunge anche Monica Bolognani della Cisl Scuola – al quale purtroppo ci stiamo abituando, riteniamo tossica tutta quell’attenzione mediatica che ha voluto vivisezionare la questione Prati restituendo all’opinione pubblica una versione stropicciata di un Liceo classico di lunga tradizione, nel quale vive una comunità scolastica di tutto rispetto».
Non abbiamo voluto partecipare al dibattito mediatico, anzi avremmo preferito che le questioni fossero state affrontate nei luoghi preposti, però ci siamo espressi rispetto al conflitto in generale che troppo spesso abita le nostre scuole creando contrapposizione e disagio».
Parole dure anche da Raffaele Meo di Cgil Scuola: «Il Dipartimento ha facoltà di inviare delle ispezioni dove ritiene necessario e fondato o sulla base di segnalazioni – ha ricordato –. Dove emergano criticità è giusto siano attenzionate».
«Noi tenemmo un’assemblea sindacale al Liceo Prati – aggiunge Meo – proprio nei giorni immediatamente successivi l’ispezione e trovammo un corpo insegnante appassionato, collaborativo e molto professionale. Durante l’assemblea nessuno fece il minimo cenno alle possibili o presunte ragioni che avevano portato all’ispezione e il dibattito si focalizzò su tutt’altro, il che ci portò a pensare che si trattasse di un affair riconducibile a una cerchia ristrettissima di persone se non a singoli individui, e come tale andrebbe affrontato, vale a dire senza troppo clamore o facili strumentalizzazioni, né da una parte né dall’altra; nell’interesse e nel rispetto di chi lavora nella scuola con coscienza e dedizione».
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