Il T – Venerdì 14 Marzo 2025
«Politiche abitative, c’è immobilismo»
Sindacati | Cgil, Cisl e Uil contro il superbonus: «In media solo 7 appartamenti all’anno»
Casa, lo scontro con la giunta è totale
Cgil, Cisl e Uil vanno all’attacco della giunta in tema di politiche per la casa: «È inaccettabile l’immobilismo di fronte alle difficoltà di moltissime famiglie trentine. Il bisogno di abitazione non si risolve con interventi di pura facciata contro lo spopolamento delle valli», prendendosela con l’ultima misura, quella del superbonus per l’acquisto e la ristrutturazione di alloggi in alcune zone ad alto tasso di spopolamento.
«Il piano della Giunta potrà portare la media 7 appartamenti all’anno, quindi sette famiglie, in ciascuno dei 33 comuni a rischio spopolamento. Non serve aggiungere altro per comprendere che giunta e maggioranza provinciale continuano ad ignorare l’emergenza abitativa della nostra provincia, lasciando sole numerose famiglie che non riescono a trovare una casa per i costi fuori mercato rispetto ai redditi, per la speculazione degli affitti turistici di fronte alla quale questa giunta, colpevolmente dal nostro punto di vista, alza le mani senza nulla fare».
Usano parole dure Manuela Faggioni (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Largher (Uil), riferendosi ai lavori di questi giorni del Consiglio provinciale, di cui diamo conto sopra: «È dalla scorsa legislatura che chiediamo un intervento serio per rimettere in equilibrio il sistema casa nella nostra provincia, con un mix di interventi dalla leva fiscale agli alloggi sociali, al fondo di housing sociale, alla regolazione degli affitti brevi. Nessuno è contro il turismo né contro la proprietà privata, ma è compito della politica e del legislatore compiere scelte che tutelino tutta la comunità, non gli interessi di pochi».
I tre sindacalisti tornano a chiedere interventi strutturali seri. «Non si ferma lo spopolamento con queste misure se non si investe nel rafforzamento del sistema economico e dei servizi delle periferie. Allo stesso tempo guardare ai piccoli comuni periferici, ignorando il gravissimo affanno dei comuni maggiori con forte pressione abitativa è miope e controproducente per la tenuta sociale ed economica della nostra comunità. Senza dimenticare che i precedenti interventi per sostenere il ripopolamento dei comuni più periferici hanno avuto scarso successo. Ostinarsi senza cambiare ricetta è veramente inconcepibile e dannoso per tutti».
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