Il T, Corriere del Trentino – Venerdì 22 Agosto 2025

Riforma Icef, via libera in commissione

 

Contrari i consiglieri Manica, Maule e Parolari, sindacati delusi: «Passo indietro»

ECONOMIA

La quarta commissione legislativa presieduta da Maria Bosin ha espresso favorevole sulla delibera della giunta provinciale che reca ad oggetto le nuove disposizioni per la valutazione dell’Icef. Hanno espresso parere contrario i consiglieri Maule, Manica e Parolari.
Delusione è stata inoltre espressa dai sindacati, che temono che la misura si traduca in un sistema welfare meno inclusivo.
«La riforma – dicono Cisl, Cgil e Uil – è un’occasione persa perché non solo non rende l’Icef più moderno e adatto alle mutate condizioni della società trentina, ma con il pretesto della semplificazione rischia di escludere dai benefici provinciali o penalizzare un numero importante di famiglie, in particolare quelle dove entrambi i genitori lavorano, le famiglie numerose e quelle con persone disabili».

Altro punto a sfavore, secondo i sindacati, è «il fatto che il nuovo Icef non incentiverà, ma penalizzerà l’occupazione femminile».
In particolare le tre sigle criticano la mancata indicizzazione. «Il nuovo sistema di calcolo – scrivono in una nota congiunta – non sarà in grado di rispondere in modo efficace ed equo ai bisogni delle famiglie trentine e alla loro perdita di capacità di spesa determinata dall’aumento dell’inflazione, soprattutto sui beni primari quali quelli alimentari e per le spese per la casa».

Senza l’indicizzazione, che, affermano Cgil, Cisl e Uil, «la Giunta si è ostinatamente rifiutata di introdurre, saranno considerate più ricche persone che di fatto hanno visto ridursi il proprio potere d’acquisto reale».
Del resto, concludono i sindacati, «tra il 2019 e il 2024 l’inflazione in media è cresciuta del 20%, i redditi contrattuali da lavoro del 12%. Questo vuol dire che il potere d’acquisto si è ridotto dell’8%». Perdita di cui l’Icef, però, non tiene conto non essendo previsto ad oggi un sistema che incorpori nell’indicatore la variazione dei prezzi al consumo.

Critici anche i consiglieri del Pd: «Con il nuovo indicatore ben il 43% dei 13.296 nuclei che beneficiano della B1 – diretta al sostegno alla spesa dei figli e dei minori equiparati – riceverebbe meno soldi e il 9,5% di queste famiglie non ne avrebbe più diritto perché uscirebbe dalla soglia massima di Icef dello 0,3».

«È evidente, quindi, che la giunta, consapevole di questo peggioramento, deve dire se e come intende farvi fronte», dicono Parolari e Manica.
Altro nodo critico è la mancata indicizzazione, che, dicono i consiglieri, «comporta che una famiglia, per il solo fatto di aver avuto un aumento in busta paga, paga di più il nido e riceve meno per i buoni di servizio».

Da parte sua, l’assessore Spinelli ha chiarito che si sta facendo già un percorso ponderato di revisione delle politiche, con l’obiettivo di non creare disagi alla popolazione che accede al beneficio. «La parte applicativa sarà riformata e il percorso dovrà essere il più equo possibile», ha assicurato.

 

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