Corriere del Trentino – Venerdì 23 Maggio 2025

Sciopero sanità privata. «Confindustria non ci riceve»

 

I sindacati sotto Palazzo Stella per il rinnovo del contratto: «La politica intervenga»

Mario Parolari

TRENTO «Non ci ricevono perché sono al Festival dell’Economia. Ma l’economia la stiamo facendo noi lavoratori». Questa l’ira degli addetti della sanità privata trentina, lasciati fuori dai cancelli di Confindustria. Novanta giorni fa Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Sanità avevano annunciato lo sciopero nazionale per chiedere i rinnovi dei contratti collettivi Aris e Aiop, fermi da 6 anni per le Rsa, per alcuni settori anche da 13 anni.

Fallito il tentativo di conciliazione con il Ministero del Lavoro e dopo mesi di rinvii, spiegano i sindacati, hanno organizzato un presidio delle categorie locali, sfidando la pioggia ieri mattina sotto Palazzo Stella. Ma i tre segretari provinciali, Giuseppe Pallanch (Cisl Fp), Giuseppe Varagone (Uil Fpl) e Alberto Bellini (Fp Cgil), si sarebbero visti negare l’incontro. «Un fatto gravissimo: il presidente di Confindustria, nonostante uno sciopero nazionale, non c’è e non riceve i lavoratori — spiega Pallanch —. Chiediamo le sue dimissioni, visto che ha annunciato sui giornali che vanno rinnovati i contratti. È inaccettabile che oggi non abbiano trovato il tempo di riceverci. Servirebbe un integrativo: la nostra richiesta economica è l’adeguamento del contratto e della percentuale a quelli del pubblico».

«Negli ultimi anni il settore della sanità privata, che in Trentino era molto limitato, ha avuto un aumento importante degli spazi di affidamento dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari — spiega Bellini —. Per questo il fatto che non ci abbiano ricevuto è un segnale molto duro. E richiederà una mobilitazione ancora più dura. Se aumenteranno gli affidamenti pubblici ci sarà sempre più necessità di personale. Dalla proclamazione dello sciopero non c’è stato nessun tipo di interlocuzione».

Lo sciopero e il mancato rinnovo del contratto coinvolgono un migliaio di lavoratori in provincia, che operano negli ospedali di San Pancrazio e San Camillo, nelle case di cura Eremo, Villa Regina, Villa Bianca, Solatrix, presso la Cooperativa Villa Maria e il Centro Franca Martini. Come spiegano i sindacati, Aiop e Aris continuano a vincolare l’avvio del negoziato alla copertura integrale dei costi da parte del governo, delle Regioni e delle Province Autonome. «La Provincia vincoli gli accreditamenti al rinnovo degli accordi — dice Pallanch —. Chiediamo all’assessore di convocare immediatamente una riunione con questo odg. La politica deve dare una risposta». «I contratti sono fermi da sei anni, ma l’inflazione avanza — spiega Varagone —. E la sanità privata si arricchisce con le prestazioni pagate dalla Provincia e non rinnovando i contratti ai lavoratori. Non ci fermeremo, senza di noi non possono erogare prestazioni».

«Veniamo da una realtà, Villa Maria, che negli anni si è fatta sempre più complicata — racconta l’assistente educatrice Serena Folgherait —. C’è sempre più difficoltà a reperire personale e un’utenza sempre più completa. Durante la pandemia è stata dimostrata la nostra essenzialità. Si parla di qualità dei servizi, ma con gli stipendi fermi da 15 anni è un’utopia».

 

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