23 gennaio 2019 – Trentino

 Oggi il 20% dei professori prende il premio provinciale

Bilancio del primo anno di applicazione della «Buona scuola» in salsa trentina A disposizione per tutti gli istituti c’è un budget di 2,7 milioni di euro

Tornano le pagelle per i professori. E con le pagelle tornano anche i premi per gli insegnanti. Ma sono premi per pochi eletti, una minoranza che arriva a prendere cifre non indifferenti, anche 2471 euro a testa come è successo al Prati di Trento o 2865 euro al Pilati di Cles, mentre la maggioranza non ha preso neanche un euro stando ai dati relativi all’anno scorso, il primo in cui il sistema delle pagelle è stato applicato in Trentino. Qui da noi si chiama valorizzazione del merito del personale docente, ma secondo Pietro Di Fiore, segretario della Uil scuola, i criteri con i quali vengono assegnati sono poco trasparenti e arbitrari, tanto che alla fine viene premiata la fedeltà al dirigente e la gestione più che l’attività didattica e l’innovazione. Per questo la Uil Scuola chiede al nuovo assessore alla scuola di cambiare passo: «L’anno scorso era stato il primo anno del sistema premiale in Trentino. E il bonus si è trasformato in una mancia assegnata dal dirigente con criteri non trasparenti e in totale autonomia. Noi all’assessore Bisesti chiediamo che vengano individuati criteri oggettivi che possano premiare l’impegno nella didattica dei docenti, la loro capacità di proporre progetti innovativi e considerati validi dal Consiglio d’Istituto. Altrimenti il premio resterebbe solo una mancia per chi è più fedele e senza avere ricadute sulla qualità». E dire che i soldi a disposizione non sono per niente pochi. Per tutta la scuola trentina si tratta di 2 milioni e 718 mila euro che vengono assegnati ai vari istituti con criteri che tengono conto del numero di studenti e del numero di insegnanti. In media sarebbero circa 300 euro per ciascun insegnante, ma già le stesse linee guida firmate dall’ex dirigente generale del Dipartimento della Conoscenza Livia Ferrario indicavano ai dirigenti la strada del premio consistente per pochi piuttosto di quella di un premio più basso, ma distribuito tra più persone. «Le linee guida per la valorizzazione del merito della professionalità dei docenti intendono promuovere un processo che parte da un modello comune a livello provinciale, ma resta aperto a un approccio plurale e multidimensionale che tiene in dovuta considerazione dati e documentazioni, ma allo stesso tempo le analisi del singolo dirigente, che si assume la responsabilità della valutazione come leva per il miglioramento e la valorizzazione professionale». Da tener presente che il premio va richiesto dagli stessi professori che devono anche presentare la documentazione relativa al loro lavoro, I singoli insegnanti, comunque, possono anche rinunciare al bonus destinandolo alla scuola.
Di Fiore spiega, però, che nei fatti il premio è stato concentrato su pochi: «In media abbiamo calcolato che è stato riconosciuto al 20% del corpo docente dei singoli istituti, ma ci sono scuole in cui questa percentuale scende».
Tra gli insegnanti che possono beneficiare del premio ci sono anche quelli a tempo determinato che secondo una prima previsione erano stati esclusi. Lo stanziamento è stato deciso con una delibera del 22 giugno scorso dalla giunta Rossi. L’istituto che ha a disposizione più soldi è il tecnico tecnologico Buonarroti-Pozzo con 48201 euro, il Rosmini di Trento ha a disposizione 34930 euro, la Scuola Ladina di Fassa, 44.553 euro, il liceo linguistico Sophie Scholl di Trento, 26.272 euro, il liceo scientifico Galilei 21.300 euro, il Da Vinci 32.157 euro.
I criteri sono «la qualità dell’insegnamento, anche attraverso il contributo al miglioramento dell’istituzione scolastica e formativa, all’innovazione didattica e metodologica, alla collaborazione alla ricerca didattica, il positivo assolvimento di responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico, le attività di sviluppo professionale, con riferimento anche ai crediti formativi acquisiti». Criteri che, però, si prestano ad applicazione molto soggettiva e che rischiano di premiare soprattutto chi collabora con i presidi nell’organizzazione.

Scarica il pdf: professori ART 230119