24 febbraio 2017 – Corriere del Trentino

 La disamina dei sindacati

«La pubblica amministrazione non connette le banche dati»

«I controlli sulla sicurezza dei lavoratori non si toccano». Anche se la Provincia lo ha esplicitato, i segretari dei sindacati confederali preferiscono ribadirlo. Su tutti gli altri controlli, con accenti diversi, il messaggio è uno: sì alla razionalizzazione annunciata dalla Provincia, iniziando dalla connessione delle banche dati. «Il problema è che i sistemi informatici delle varie amministrazioni non si parlano — dice Walter Alotti, segretario della Uil — e il primo modo per snellire la macchina dei controlli è proprio quello, con vantaggio per le aziende e i lavoratori». Come gli Artigiani, anche Alotti promuove l’esperienza dei controlli affidati agli enti bilaterali «fatta eccezione per la parte sanzionatoria». «Utilizzare gli organismi paritetici può snellire il lavoro a carico della Provincia», conclude il segretario della Uil.

«Cinquantasettemila controlli all’anno per 51.000 imprese sono numeri impressionanti —riconosce Lorenzo Pomini, segretario della Cisl — e certamente vanno evitate le duplicazioni dovute al fatto che gli enti tra loro non si parlano. Da questo punto di vista, il registro elettronico che la Provincia vuole istituire va benissimo. Però voglio essere molto chiaro: i controlli bisogna continuare a farli, perché possono qualificare i nostri servizi, il turismo, l’agroalimentare e anche altri settori. Propongo di legare al superamento dei controlli un marchio di qualità, una sorta di patente a punti che le imprese possono esibire. La Provincia, per esempio, potrebbe erogare i contributi solo a chi ha dimostrato di essere in regola».

Per Franco Ianeselli, segretario della Cgil, «esiste indubbiamente il problema del carico burocratico sulle imprese. Un territorio amico dell’economia è anche quello che non appesantisce inutilmente le verifiche a carico di chi produce. Come parti sociali, auspichiamo di essere coinvolti in questo processo che, però, non deve riguardare i controlli sul lavoro, come abbiamo già avuto modo di dire in passato». La questione burocratica investe direttamente la competitività delle imprese: «Un’economia che funziona non è un’economia senza controlli, ma un’economia con i controlli giusti. La competizione è sana se si basa sul rispetto delle regole senza sovraccaricare le imprese di burocrazia».

Sui numeri, il segretario della Funzione pubblica della Cgil, Giampaolo Mastrogiuseppe, sottolinea: «I dati sui controlli non mi sembrano fuori di testa e sinceramente non mi risultano vessazioni a carico delle imprese. Se ci sono tanti controlli, forse, è anche perché vi sono irregolarità. Tuttavia sono convinto che la pubblica amministrazione debba finalmente far parlare tra loro i propri sistemi informatici per razionalizzare la propria azione». Mastrogiuseppe pone anche il problema degli organici: «Negli ultimi due anni la Provincia ha ridotto il personale di duecento unità. Non vorrei che la riduzione dei controlli sia un modo per fare passare una riduzione del sistema pubblico: se si vogliono buone performance, bisogna investire nel capitale umano, non tagliare. Siamo naturalmente interessati alle implicazioni del piano sul personale».

Scarica il pdf: pubblica amministrazione ART 240217