Il T, Corriere del Trentino – Sabato 5 Luglio 2025

«L’ordinanza serve anche alle imprese»

 

Rischio calore | Mastrogiuseppe (Cgil) e Salvetti (Uil) a Spinelli, Artigiani e Ance

LAVORO

«Apprendiamo che non è solo la Provincia ad essere contraria a una ordinanza per la sospensione delle attività nelle ore più calde della giornata e nei soli giorni a rischio, ma anche Ance e Artigiani». I segretari della Fillea Cgil Giampaolo Mastrogiuseppe e della Feneal Uil Matteo Salvetti commentano le prese di posizione di questi giorni sull’emergenza calore e in particolare sui rischi che corrono 8.000 lavoratori edili nei cantieri trentini (Il T di ieri e l’altro ieri).

«L’ordinanza che immaginiamo – sottolineano i sindacati – è simile a quella emessa da ormai quasi tutte le Regioni dello Stivale. Cosa dicono le ordinanze: il lavoro si sospende nelle ore più calde al superamento di quanto previsto dalle circolari Inps e solo nelle zone a rischio bollino rosso. Quindi in Trentino non serve a nulla tirare in ballo la val di Pejo».

«All’Assessore Spinelli – proseguono Mastrogiuseppe e Salvetti – vorremmo ricordare che il fondovalle trentino ha temperature in tutto e per tutto equiparabili, se non addirittura maggiori, a quelle della pianura Padana e non servirebbe nemmeno puntualizzare che non tutti i cantieri si trovano alle “alte quote” ricordate dal direttore Ance. È invece vero il contrario: la maggior parte dei cantieri in Trentino si trova alle quote basse e nelle città, dove la sensazione di caldo è addirittura accentuata dal fenomeno della cosiddetta “isola di calore”. Invitiamo quindi anche il direttore Ance Garbari e il presidente degli Artigiani De Zordo a consultare meglio le statistiche relative al clima Trentino».

Secondo i sindacalisti, «nemmeno è accettabile il rinvio alla responsabilità delle imprese, perché se le imprese fossero tutte responsabili non staremmo qui a discuterne e nemmeno avremmo vertenze di tutti i tipi. Nessun sindacato ha, inoltre, mai richiesto una chiusura totale delle attività su tutto il territorio provinciale. Siamo consapevoli che anche il territorio trentino presenta una grande varietà di situazioni climatiche».

Ma «l’ordinanza, se ben confezionata, serve anche alle imprese almeno per due motivi. Il primo è che citando l’ordinanza pubblica, al superamento delle condizioni previste dalle norme, non ci sarebbero contenziosi con l’Inps che dovrebbe riconoscere la cassa integrazione senza problemi. Il secondo è che se ci fosse un’ordinanza si potrebbe prevedere che i ritardi nella consegna delle opere non potrebbero dar luogo a contenzioso per ritardata consegna. Quindi ne guadagnerebbero i lavoratori con la salute e gli imprenditori evitando problemi burocratici; anche quelli legati agli infortuni conseguenti al colpo di calore».

«Infine, vorremmo ricordare alle associazioni datoriali, senza voler rubare loro il lavoro, che tra le vittime di colpo di calore riportate a livello nazionale ci sono anche piccoli imprenditori edili artigiani. Si capisce che, come cantavano i Queen “The show must go on”, bisogna andare avanti sempre e comunque ma forse vale la pena introdurre meccanismi chiari di divieto per evitare che, alla prossima ondata di calore – che, non facciamoci illusioni, inesorabilmente si presenterà – qualcuno debba vedere la propria vita messa a repentaglio dalla mancanza di regole chiare».

 

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IL T caldo 050725

CORRIERE caldo 050725