Il T – Venerdì 17 Ottobre 2025

«La ferrovia rischia nuove chiusure»

 

Valsugana, l’allarme di Uiltrasporti: «È evidente il ritardo nell’elettrificazione»

VALSUGANA

La data stimata per la riapertura della ferrovia della Valsugana, dove da febbraio sono in corso i lavori di elettrificazione, non convince Uiltrasporti. Il problema non sta tanto in questa riapertura parziale, ma nella mancanza di un cronoprogramma che faccia chiarezza sulla riapertura definitiva della linea: se infatti a settembre 2024 la Provincia prevedeva di introdurre gradualmente i nuovi treni elettrici, questa prospettiva sembra essere più lontana. Secondo la Uil, infatti, lo stato dell’arte dei lavori rende irrealistica una riapertura completa nel corso del prossimo anno.

Il sindacato ha espresso i propri dubbi in un comunicato a commento dell’ultimo sopralluogo del presidente Fugatti, firmato dal segretario Raffaele D’Agostino. Una nota che segue quella inviata alla Provincia lo scorso mese — e firmata anche da Cgil, Cisl, Ugl, Fast e Orsa — in cui si chiedeva un incontro urgente proprio in merito ai tempi di completamento della ferrovia. «A seguito del recente sopralluogo da parte del presidente Fugatti e dell’annuncio della riattivazione della circolazione ferroviaria per il 9 dicembre 2025 — scrive D’Agostino — i pendolari della Valsugana non si possono accontentare di un rientro che, a tutti gli effetti, appare parziale e provvisorio».

I dubbi principali nascono dal cronoprogramma originariamente stabilito dalla Provincia, in un comunicato che risale ancora al 26 settembre 2024. Lì si annunciava che la linea sarebbe stata riaperta a dicembre 2025, ma che per motivi tecnici si sarebbe dovuto aspettare fino a maggio 2026 per la circolazione dei primi treni elettrici e ibridi. A seguito del sopralluogo della scorsa settimana, la riapertura è stata confermata per il 9 dicembre. «A questa fase seguiranno le attività di completamento degli impianti tecnologici e il collaudo, con l’entrata in servizio dei nuovi convogli elettrici nel corso del 2026», aggiungeva poi il comunicato, chiedendo di comunicare un programma aggiornato dell’opera.

Una stima che però non convince Uiltrasporti, che nella sua nota sottolinea come si sia passati dal parlare di una linea completamente elettrificata alla semplice predisposizione all’elettrificazione, senza una data certa per l’effettivo completamento dell’opera. «Basta guardare coi propri occhi lo stato della ferrovia rispetto al 10 febbraio — sottolinea il segretario —. Vogliamo capire il perché dei ritardi. Noi avevamo presentato la richiesta di un incontro urgente con la Provincia, che però è rimasta senza risposta».

Insomma, se la Provincia e Rfi avevano entrambe confermato la prima riapertura di dicembre, una semplice ricognizione lungo la ferrovia sembra sollevare alcuni dubbi sull’effettiva riuscita dell’opera. «Il 2026 e non solo sarà segnato con ogni probabilità da nuove e programmate chiusure della linea», conclude il sindacato.

Al di là di questo primo intervento fino a Borgo, sulla ferrovia pesa ancora l’incognita dei prossimi lotti. L’obiettivo finale è infatti quello di elettrificare la linea fino a Bassano del Grappa, permettendo così la circolazione di treni diretti in grado di arrivare, ipoteticamente, fino a Venezia, senza la necessità di un cambio a Bassano.

Il presidente Fugatti aveva ricordato a gennaio il programma di interventi di Rfi rispondendo a un’interrogazione del consigliere Walter Kaswalder. Il primo lotto fino a Borgo ha un costo di circa 60 milioni di euro, ed è inserito nel contratto di programma stilato dal Ministero e Rfi per il periodo 2022-2026. Il secondo lotto invece era stimato per 15 milioni e riguarda il tratto Borgo-Primolano. L’ultimo tratto, fino a Bassano, è quello più costoso (252 milioni di euro). Gli altri due interventi sono quindi fondamentali, ma non sembra esserci nessuna previsione concreta riguardo ai tempi. Per l’intervento fino a Primolano, ha aggiunto Fugatti durante l’ispezione, «servono ulteriori 20 milioni circa», ed è «in corso un ragionamento con Rfi». La Provincia prosegue il dialogo, ma i costi sembrano essere già aumentati di 5 milioni rispetto alle prime stime.

I sindacati non sono gli unici ad aver avanzato dubbi sui tempi relativi all’elettrificazione. Mentre Rfi ha confermato di aver già effettuato diversi interventi sulla parte di linea che attraversa Trento, come riportato dal T Quotidiano il 2 ottobre, cittadini e politici non hanno visto progressi significativi. Tra i primi a segnalare i possibili ritardi c’era stato il consigliere provinciale Pd Paolo Zanella con un’interrogazione. «È necessario che vi sia chiarezza nei confronti dei cittadini in merito ai reali tempi di durata dei lavori, anche a fronte di eventuali ritardi, che sono ormai acclarati sulla messa in sicurezza della galleria Crozi, ritardi che sembra stiano interessando anche i lavori di elettrificazione», aveva infatti scritto Zanella. Al consigliere si era poi unita Lucia Coppola (Avs), che il 10 settembre aveva presentato un’interrogazione analoga.

 

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IL T ferrovie ART 171025