28 maggio 2021 –  l’Adige

Agli stagionali aiuti da 800 a 1.500 euro

È arrivato il momento degli aiuti ai lavoratori stagionali, che potrebbero ricevere da 1.500 a 800 euro ciascuno. Nei prossimi giorni la giunta dovrebbe chiudere il cerchio, per quanto riguarda i criteri di accesso ai sostegni, così da dare il via libera alle richieste sempre sulla piattaforma ideata allo scopo -per chi è rimasto senza occupazione, e quindi senza stipendio, a causa della pandemia.
Il problema è noto: solo per far fronte alla stagione invernale, di solito, venivano chiamati all’appello tra 15 e 20 mila persone, per la maggior parte trentine, che sul lavoro stagionale contavano. Quest’anno, tutta questa gente il lavoro non ce l’ha avuto, perché semplicemente la stagione non è mai partita. O meglio: pareva partire da un mese all’altro, ma non è mai accaduto. I dati sui contagi non hanno permesso aperture nemmeno parziali né tra regioni, né delle piste da sci. Le difficoltà per i lavoratori del settore sono facilmente immaginabili. Finora sono arrivati i sostegni statali (in queste ore chi ha fatto richiesta e ne aveva diritto sta ottenendo i 2.400 euro da Roma). La Provincia, nella manovra anticrisi ha stanziato 18 milioni di euro per i lavoratori. Il punto era come dividerli, a chi garantirli, sulla base di quali criteri.
A dirlo sarà una delibera ad hoc, analogamente a quanto accaduto per le imprese. Dovrebbe andare in discussione in giunta nei prossimi giorni, per permettere l’avvio delle domande la prossima settimana. «La logica del provvedimento è chiara: esistono diverse tipologie di soggetti lavoratori stagionali -spiega l’assessore allo sviluppo economico Achille Spinelli abbiamo cercato di garantire un sostegno, tenendo conto delle diverse occasioni di lavoro che hanno avuto e abbiamo inserito un gran numero di attività che fanno parte del turismo invernale trentino». Quanto alla burocrazia, Spinelli rivendica la semplicità della procedura: «Sono domande semplici, presentabili dai soggetti interessai senza grandi aiuti o consulenze, attraverso il portale informatico».
Entrando nel merito, ad avere diritto di richiedere il contributo saranno i lavoratori del turismo e degli impianti a fune, ma anche del commercio, se i negozi sono ubicati in località turistiche. Il beneficio è pensato per chi aveva un contratto a tempo determinato o somministrato e l’ha perso. Chi ha nel frattempo trovato lavoro, è escluso se ha un contratto a tempo indeterminato: se l’incarico è a termine, il contributo è comunque concesso per il passato.
Per quanto riguarda le cifre, l’ipotesi allo studio è di dare 1.500 euro a chi tra novembre 2020 e aprile 2021 non ha lavorato nemmeno un giorno, mille euro a chi nello stesso periodo ha lavorato meno di 30 giorni e 800 euro per chi ha lavorato tra 31 e 90 giorni. L’idea è inoltre quella di tenere conto dei carichi familiari. Per questo il contributo dovrebbe essere aumentato del 10 % per chi ha fino a due persone a carico e del 15% per chi ha almeno tre persone a carico. Il sostegno sarà inoltre cumulabile con eventuali pensioni di invalidità, ma anche con lo svolgimento di attività agricola, purché il fatturato annuo non superi i 7 mila euro e soprattutto con i benefici statali. Infine le modalità di richiesta: i lavoratori dovranno fare domanda attraverso la piattaforma.
Il via libera definitivo lo darà la giunta nei prossimi giorni, così da aprire le domande dal primo giugno o dai giorni immediatamente successivi.
Ieri i criteri sono stati illustrati alla commissione per l’impiego. Ad ascoltare, anche i sindacati, che pur non prendendo posizione in via ufficiale, mostrano segni di evidente perplessità. Sono le stesse perplessità che Cgil Cisl e Uil avevano espresso già all’indomani dell’approvazione della manovra anticrisi. Prima di tutto, il fatto che per aiutare i lavoratori si sia scelto di usare uno strumento nuovo: «Dirigenti e assessori si riempiono la bocca della parola semplificazione osservano ma al dunque aumentano i carichi amministrativi imposti ad Agenzia del lavoro che oggi dovrebbe concentrarsi sulle politiche attive anche in vista dello sblocco dei licenziamenti. Bastava far fare al Fondo di solidarietà: se ne sarebbero occupati i funzionari Inps, i lavoratori avrebbero ricevuto i bonifici automaticamente sul proprio conto corrente senza dover fare alcuna domanda e oggi la gran pare degli stagionali avrebbe già ricevuto un mese in più di Naspi, contributi previdenziali inclusi». Per ora, comunque il Fondo di solidarietà ha sospeso il sostegno al reddito, per evitare sovrapposizioni: «L’abbiamo fatto per senso di responsabilità, quello che è mancato alla Provincia. A settembre decideremo insieme ai datori di lavoro cosa fare di questa misura».
Ma restando al sostegno provinciale, altri due aspetti irritano i sindacati: il mancato coinvolgimento, e la necessità, per i lavoratori, di essere muniti di Spid: «Non è neppure stato ipotizzato di poter attivare i patronati come succede per le Naspi. Allora anche questa volta ai lavoratori daremo una mano noi».

 

Scarica il pdf: ADIGE stagionali ART 280521