15 ottobre 2021 – l’Adige

Ags, sindacati dal sindaco

C’è preoccupazione tra i lavoratori di «Alto Garda Servizi spa» per le ricadute in termini occupazionali e di qualità del servizio innescate dalla prossima cessione del ramo d’azienda del «gas naturale», operazione obbligata in ottemperanza alla normativa nazionale che peraltro è stata disattesa per anni ma rispetto alla quale ora la Provincia sembra voler accelerare decisamente arrivando alla gara d’appalto nei primi mesi del 2022. L’operazione prevede che gli impianti attualmente di proprietà della società di via Ardaro vengano ceduti e assieme ad essi parte del personale coinvolto nell’attività, nella fattispecie 11 lavoratori, ovvero un lavoratore per ogni 1.500 Pod o utenze. Il confronto sulle prospettive di questi lavoratori e più in generale dell’azienda e del servizio futuro sinora non ha dato grandi risultati tra vertici aziendali e organizzazioni sindacali. E così queste ultime hanno preso carta e penna e chiesto un incontro urgente alla sindaca di Riva Cristina Santi visto e considerato che il Comune di Riva detiene il 56,6% del pacchetto azionario di Alto Garda Servizi.
Il confronto si è svolto ieri mattina a Palazzo Pretorio, da una parte la prima cittadina di Riva, dal’altra i sindacati con il segretario generale della Filctem-Cgil Franco Weber, Renata Petrolli per la Flai-Cisl e Giuseppe Di Chiara per la Uiltec-Uil. Nella lettera inviata alla sindaca di Riva le organizzazioni di categoria sottolineano come la prossima cessione del ramo d’azienda «determina un disagio forte derivato dal fatto che non essendoci mai stata una separazione netta tra chi apparteneva al ramo acqua e chi a quello gas che impatta enormemente sul personale, è difficile definire il perimetro degli 11 lavoratori che seguiranno la cessione del ramo gas. Oltretutto -proseguono le segreterie sindacali -vorremmo ribadire che, estromettendo 11 lavoratori dall’organico attuale, il ramo acqua cadrebbe in una sofferenza forte di personale poiché ne rimarrebbero solo 5-6: questa sofferenza deriva dall’impegno dell’attività effettiva, il ramo acqua influisce per il 75 % dell’attività rispetto al 25% del gas. È quindi evidente che tra i due rami quello dell’acqua andrà in seria difficoltà compromettendo l’efficienza e l’efficacia dello stesso. A quanto sembra -proseguono Weber, Petrolli e Di Chiara -l’azienda non vede questo rischio, poiché prevede di far fronte utilizzando altri strumenti tipo l’esteriorizzazione di qualche attività del ramo, ma chi meglio di chi ha operato diligentemente e professionalmente nel ramo può supplire a questa inaccettabile idea. Cedere delle risorse importanti, formate e che hanno conoscenza storica degli impianti, è un azzardo inaccettabile».
Il confronto di ieri è stato interlocutorio e ci si è lasciati con l’impegno da parte della sindaca Cristina Santi di organizzare un tavolo di confronto a tre che dovrebbe avvenire entro la fine di ottobre: «Ho ascoltato le osservazioni del sindacato e ritengo opportuno trovarci tutti insieme per capire il futuro, dati alla mano e ascoltando l’azienda -commenta la prima cittadina -Bisogna giocare a carte scoperte. Ridurre i dividendi? Ogni ipotesi al momento è prematura. Ritengo comunque che dal confronto possa e debba emergenze un giusto compromesso, un punto d’incontro».

 

 

Scarica il pdf: l’Adige Ags ART 151021