Alloggi pubblici, manca una politica per la casa

Cgil Cisl Uil: la giunta stanzi risorse per aumentare l’offerta di abitazioni a canone sociale e moderato; oggi molte richieste restano inevase

La casa resta uno dei problemi più importanti per le famiglie trentine. I costi elevati degli immobili e degli affitti sul libero mercato fanno sì che le spese per l’abitazione pesino in maniera significativa sui bilanci familiari. Una situazione nota da tempo che la crisi economica prodotta dalla emergenza coronavirus aggraverà ulteriormente. E’ per questa ragione, alla luce dei dati di bilancio di Itea, che Cgil Cisl Uil rilanciano la richiesta di un nuovo piano di edilizia sociale e a canone moderato. “Gli appartamenti oggi messi a disposizione da Itea non sono sufficienti – fanno notare i tre segretari Manuela Faggioni, Michele Bezzi e Walter Alotti-. Anzi, dal 2015 gli stanziamenti per gli investimenti per costruzioni o ristrutturazione sono in brusca caduta e nel 2019 si sono azzerati. A ridursi all’osso anche la manutenzione straordinaria del Patrimonio, che permetterebbe di mantenere a regime almeno la ristrutturazione e rimessa in circolo degli alloggi di risulta, gli unici che ormai vengono assegnati alle famiglie in attesa in graduatoria. La politica dell’attuale giunta provinciale, che ha trattato il tema degli alloggi pubblici tante volte in una logica di “esclusione”, imponendo paletti rigidi a svantaggio delle famiglie straniere, non è stata in grado di aumentare la soddisfazione della domanda: le case agli stessi trentini sono continuamente diminuite . In un solo anno è scesa la risposta di Itea alla domanda di alloggio pubblico e di contributo all’affitto dal 78,9% al 73,7%, un meno 5,2% (143 risposte in meno) che ha comportato per esempio un aumento di alloggi sfitti per le più diverse ragioni da 918 nel 2018 (8,6% del patrimonio abitativo) a 1005 nel 2019 (9,4 del patrimonio abitativo). Il vero problema, quindi, non è escludere chi ha bisogno, ma la carenza di alloggi. Serve investire risorse in questa direzione”.

Riguardo poi al canone moderato ed ai piani di Housing Sociale, Cgil Cisl e Uil hanno chiesto e si aspettano al più presto la riattivazione di un nuovo progetto. Quello precedente, che ha prodotto 500 alloggi, gestito da Pat con CDP e Finint, si è esaurito nel 2018 ed ora è necessario costruire un’altra cordata, magari con gli stessi o con altri partner.

In tempi di bilanci risicati, ma di fronte alla necessità di rilanciare gli investimenti per contribuire a risollevare l’economia le risorse per un nuovo piano di edilizia abitativa potrebbero essere trovate anche investimenti provenienti dal risparmio gestito o privato.. “Purtroppo sulla questione casa l’Esecutivo ha dimostrato di essere totalmente assente – proseguono i tre sindacalisti-. A nulla hanno portato le nostre richieste di incontro all’assessora Segnana, prima e dopo questa emergenza sanitaria che ha messo in difficoltà molte famiglie a causa della perdita del lavoro. E sono cadute nel vuoto anche tutte le nostre richieste di attenzione verso quelle famiglie che hanno grandi difficoltà a farsi carico dei costi dell’affitto sul libero mercato, proprio a causa della crisi”.

Cgil Cisl Uil tornano ancora una volta anche sulla necessità di attivare l’Osservatorio per le politiche abitative. “Sarebbe il primo passo per monitorare la situazione e definire strategie condivise. L’assessora si era impegnata ad attivarlo, ma poi nulla si è mosso”, concludono amari i segretari.

Trento, 30 giugno 2020