03 dicembre 2021 – Corriere del Trentino

Alloggi pubblici: Provincia e Itea assenti

Nelle ultime settimane capita di leggere sulla stampa i comunicati della Provincia che raccontano di alloggi a canone moderato (più recentemente a Mezzolombardo e Borgo Valsugana) messi a disposizione o che verranno offerti dal Fondo di housing sociale trentino agli enti locali per l’assegnazione alle famiglie attraverso appositi bandi, spesso a partire dal prossimo anno. Si darà modo quindi di fare propaganda facendo riannunciare ai politici, ripetutamente e magari con disponibilità frazionate, la fervente attività della Provincia nel rispondere alla domanda di edilizia sociale e convenzionata di abitazioni in affitto. Sembra di essere tornati indietro negli anni, quando la propaganda durante il Ventennio che fu, attraverso carri armati o aeroplani, facevano il giro delle parate militari per esaltare una forza — in realtà inesistente, solo virtuale — su giornali e mass media. Lo stesso numero di prestigio, utilizzato anche dalle passate giunte provinciali e comunali, che ci rimanda agli anni 90, con gli immaginifici 48 alloggi (le «palafitte») di San Bartolomeo a Trento o che sta per essere ripreso con la vicenda della permuta con l’Opera Universitaria dei 24 appartamenti della «Nave»di San Pio X, a sud del capoluogo.

Nel caso dell’housing sociale siamo agli ultimi rilasci di alloggi a canone moderato che fanno riferimento al Piano attivato nel 2015 e scaduto nel 2018, gestito da Finint Investiments SGR che ha realizzato, certamente in un tempo congruo, più di 500 alloggi (su 516 previsti), ma che non è stato poi né riattivato, né replicato. E se oggi si stanno consegnando gli ultimi alloggi di quel piano, dal 2019 nessun altro piano di housing sociale è stato attivato, e nessun cantiere di edilizia a canone concordato è stato aperto, né tanto meno progettato.

Al blocco dell’edilizia pubblica si aggiunge il fenomeno di quasi un migliaio di alloggi sfitti (comunali o Itea e comunque gestiti dalla società pubblica provinciale) e di una carenza di case in affitto a canone sostenibile nel mercato privato, più orientato ad affittare a Trento e Rovereto agli studenti e nelle zone periferiche ai turisti, solitamente nelle stagioni invernali ed estive. Altro che ritorno della residenza di trentini e nuovi trentini nelle periferie e rilancio dello smart working nelle valli. Sono anche le stesse aziende e gli imprenditori, alla ricerca spasmodica di forza lavoro sia stagionale sia permanente, sempre più scarsa, che denunciano tale carenza di abitazioni in locazione, non più sostenibile, per i lavoratori e le loro famiglie. Il problema della casa va a rendere ancor più fragile il mercato del lavoro trentino già condizionato da retribuzioni più basse rispetto alla media del Nordest, da un alto costo della vita, da un basso tasso di lavoratori laureati in provincia e dall’ottusa e iniqua politica provinciale verso i lavoratori «non trentini» di troppo breve residenza sul territorio provinciale(se dieci anni vi sembran pochi!).

Non possiamo quindi che convenire con altri osservatori del «problema casa», come l’editorialista del Corriere del Trentino, Roberto Bortolotti, e stigmatizzare, come da tempo facciamo, l’assoluto immobilismo del governo Fugatti riguardo alle politiche di edilizia pubblica, sia relativamente al sostanziale azzeramento dell’assegnazione, progettazione e costruzione di alloggi Itea nuovi, sia al fortissimo rallentamento anche per l’assegnazione degli «alloggi pubblici di risulta» ( solo 235 nel 2019, ultimo dato pubblico) a disposizione delle 3.000 famiglie in lista di attesa.

Come Uil rilanciamo infine per il futuro la proposta di istituire in via permanente e strutturale, almeno a Trento e nei Comuni ad alta densità abitativa, i «Fondi per la morosità incolpevole», in modo analogo a quanto accade in altre realtà italiane, per un intervento a favore delle famiglie locatarie di un’abitazione sul mercato privato, completamente dimenticate dalla giunta provinciale, a differenza di quanto accaduto in Alto Adige o nelle altre regioni limitrofe, anche a guida leghista.

Infine chiediamo di onorare l’impegno, finora mai rispettato, di definire e avviare un tavolo, un luogo o una conferenza annuale, informativa e consultiva, in cui i rappresentanti dei lavoratori e dei pensionati, degli enti locali, delle parti sociali, nonché degli inqUilini Itea vengano informati delle politiche abitative pubbliche provinciali e dei programmi di sviluppo e gestione dell’immane, e purtroppo in parte inutilizzato, patrimonio appartenente alla stessa Itea.

* Segretario generale Uil del Trentino

Scarica il pdf: Itea ART 031221 2