10 aprile 2017 – Trentino

Aperture domenicali, Trento rallenta

Si rafforza la tendenza avviata un anno fa. Confesercenti: «Non conviene. In netto calo gli esercizi che puntano sui festivi».

Le aperture domenicali e festive dei negozi, in Trentino, non rendono più. Dopo gli anni dell’ubriacataura data dalla legge provinciale Olivi prima e quella Monti poi, la liberalizzazione delle aperture ha subito un brusco rallentamento. «Un’inversione di tendenza che si registra soprattutto dallo scorso anno e che si rafforza in questo». Massimo Gallo, presidente di Confesercenti, spiega una provincia che viaggia a due velocità, zone turistiche e città. Il cuore, il capoluogo, ritorna sui suoi passi. E lo fa, paradossalmente, nel momento in cui cresce il gradimento dei turisti per l’offerta cittadina. La cultura vince sul commercio. «Nel 2010 la legge provinciale permetteva alcune aperture, anticipando le liberalizzazioni del decreto Salva Italia ricorda Gallo nei due anni successivi si registrarono le aperture domenicali e festive maggiori, in Trentino. Dallo scorso anno la situazione è molto cambiata. A pesare il calo dei consumi e l’aumento dei costi per i commercianti. Per questo motivo, a gennaio, abbiamo chiesto all’assessore Olivi di mettere mano alla legge provinciale del 2010. Oggi servono giornate con obbligo di chiusura. A Trento città sono in netto calo gli esercizi che la domenica e i festivi vogliono tenere aperto. Tanti lo fanno per emulazione: le grandi catene non chiudono mai».

Di contro però c’è una città che ai turisti piace sempre di più. «Non è detto che questa tendenza si consolidi. Quando aumenterà la capacità di spesa le cose potrebbero cambiare, ma per ora non è così» chiude Gallo. Se i negozi della città soffrono, quelli delle valli seguono le stagioni del turismo. In leggera controtendenza anche i centri commerciali. Il primo è lo Shop Center di Pergine Valsugana. Primo a sperimentare l’apertura domenicale e nei festivi, da due anni a questa parte chiude sia a Pasqua (da sempre) che a Pasquetta. Su Trento, chiude in entrambe le giornate festive anche il Top Center che però, qualche anno fa, a Pasquetta aveva tenuto aperto.

Pasquetta di spesa, invece, al Pam del Bren Center (strenuo sostenitore dell’apertura domenicale e festiva, appunta Walter Largher, segretario della Uiltucs ); Poli e Media World.

Quest’ ultimo esercizio non senza difficoltà, precisa ancora Largher. «Pasquetta, lo ricordo, fa parte delle 12 festività in cui lavorare è facoltativo». L’offerta gastronomica è un capitolo a parte. Sui piccoli esercizi, sarà quindi difficile trovare nelle due giornate di festa un capoluogo ricco di serrande alzate. «Ma non è questo che cerca il turista che viene a Trento». Largher riflette su una tendenza, le aperture domenicali, che non ritiene appartenere alla natura della città: «Chi visita Trento non lo fa certo per la proposta commerciale». Un pasto, certo, ma non lo shopping sfrenato. «Se pensiamo a Bolzano, ad Innsbruck o a Salisburgo vediamo che i negozi chiudono il sabato pomeriggio alle 16 e la domenica restano chiusi. Ovviamente con delle eccezioni, penso alle grandi catene, chiaramente. Dallo scorso anno la tendenza si è rafforzata, gli esercenti trentini non considerano più un affare aprire la domenica e nei festivi. Costa troppo e non aumenta il fatturato. Quello che un trentino compra la domenica non lo compra certo il lunedì. La spesa si spalma sulla settimana e la domenica diventa un giorno come un altro. Non ne vale la pena. La concorrenza? Tra un anno, nel settore alimentari, arriverà il leader europeo dei discount, Aldi. La multinazionale è strutturata, non potremo mai tenere il passo. Reggeremo solo con l’alta qualità dei nostri prodotti».

Scarica il pdf: aperture domenicali ART 100417.