11 settembre 2018 – Corriere del Trentino

Aquaspace rimane col fiato sospeso

Tessil4, tempi determinati a casa
Ieri l’incontro fra Gilmozzi e sindacati. Il timore è che i tempi si allunghino oltre il 26

Dopo i quattro licenziamenti in Aquaspace, adesso anche Tessil4 ha iniziato a non confermare alcuni lavoratori a tempo determinato. Un segnale di sofferenza per le due aziende oggetto dell’incontro ieri fra l’assessore Mauro Gilmozzi e i sindacati. Si aspetta la conclusione dei rilievi e l’incidente probatorio del 26 settembre, con il relativo deposito della relazione dei tre periti che stanno studiando i problemi al depuratore. I sindacati si augurano che i tempi vengano rispettati e che questa fase non si allunghi ulteriormente: ne andrebbe di mezzo il futuro delle due aziende e di una settantina di lavoratori.
La vicenda è iniziata a metà febbraio con il sequestro del depuratore di Rovereto: l’impianto di Aquaspace viene usato in particolare dalla Tessil4, senza il quale faticherebbe a rimanere in Trentino. Ai primi di marzo l’allarme dei sindacati: il depuratore Aquaspace sequestrato può portare alla perdita di lavoro 80 persone, 15 Aquaspace e 65 Tessil4 ramo di Rovereto. Poi una cascata di avvenimenti: prima manifestazione dei dipendenti, poi Giulio Bonazzi si dimette da presidente di Confindustria Trento (Aquaspace ha autonoma governance, con Aquafil spa ha in comune l’azionista, la società Aquafin Holding spa di Bonazzi e famiglia, socio unico di Aquaspace ed azionista di maggioranza di Aquafil spa), successivamente i quotidiani pubblicano le motivazioni del Riesame («Sistematicità delle violazioni. Rifiuti diluiti per occultare inquinanti»). Mercoledì 21 marzo l’incidente probatorio dice che l’impianto rimane chiuso, ma viene chiesto all’azienda di elaborare una proposta per una riapertura parziale. In seguito c’è stata un’altra manifestazione, inoltre, in parallelo, i passaggi giudiziari non hanno portato al dissequestro dell’impianto, fatto che ha causato quattro licenziamenti in Aquaspace (ora sono attivi in 7). Adesso si attende il 26 settembre per conoscere i risultati dei periti e intanto pure Tessil4, che sta continuando comunque a lavorare, comincia a lasciare a casa i precari.
Ieri l’assessore Mauro Gilmozzi non ha potuto fornire elementi aggiuntivi ai sindacati, dato che tutto è in mano alla magistratura. «L’assessore ci ha riferito che allo stato attuale non hanno elementi ulteriori. Una volta depositata la perizia vedremo — fa sapere Osvaldo Angiolini della Uiltec —. Pare di capire che la questione potrebbe essere anche “blanda”, nel senso che si potrebbe risolvere in una faccenda di “giusta interpretazione”. Ma noi ricordiamo che qui sono in ballo un sacco di lavoratori e di famiglie». Giovedì è in programma un’assemblea con i dipendenti di entrambe le società, che già sono in stato di agitazione e negli ultimi mesi hanno manifestato un paio di volte. Pare di capire che se si trattasse di un errore di funzionamento «non troppo grave» del depuratore, la Provincia farebbe di tutto per trovare velocemente una soluzione. «Ci auguriamo una conclusione positiva, anche pensando alla salute dei cittadini» conclude Angiolini.
«Il mio timore — fa sapere Ivana Dal Forno, segretaria della Femca Cisl — è che il 26 settembre non si arrivi a una conclusione con l’incidente probatorio, ma che vengano richiesti altri mesi». A quel punto i tempi della giustizia risulterebbero troppo lenti rispetto a quelli industriali e si rischierebbe concretamente il ridimensionamento o la chiusura di entrambe le aziende.
All’origine della vicenda c’è pure un forte disaccordo fra i due enti che hanno indagato sul depuratore — Appa e Sava —, fatto già contenuto in un verbale del 24 gennaio, data precedente al sequestro.