l’Adige – 03 agosto 2022

Arborea e lo spettro esuberi «Dall’impresa risposte vaghe»

TRENTO «Speriamo che ora arrivino nuovi investimenti e una prospettiva di rilancio». Così i sindacati avevano salutato l’arrivo di Arborea, colosso del settore lattiero- caseario sardo, allo stabilimento di Roverè della Luna. Era il 2018, metà febbraio. Sono trascorsi più di quattro anni, ma del piano strategico «nulla di nulla». Anzi «ad oggi l’unica certezza che abbiamo è che l’accordo di solidarietà scadrà con la fine dell’anno e a quel punto temiamo si possa imboccare una sola strada, quella della riduzione del personale», hanno denunciato ieri Flai Cgil, Fai Cisl e Uila, che in mattinata, dopo la conferenza stampa, hanno convocato due assemblee, molto partecipate, con i circa 100 lavoratori dello stabilimento, dove si produce yogurt.
Nei giorni scorsi l’azienda ha chiesto — «per l’ennesima volta» — l’attivazione dell’accordo di solidarietà. «Che era stato attivato la prima volta a fine 2018 sia per permettere ai lavoratori la copertura della retribuzione fino all’80% per le ore non lavorate sia per permettere alla stessa azienda di sviluppare il piano strategico che ci era stato presentato, ma di cui non abbiamo visto l’attuazione», ha spiegato la segretaria provinciale di Flai Cgil Elisa Cattani. Poi durante la pandemia la cooperativa agricola sarda ha usufruito di «tutta la cassa straordinaria messa a disposizione dall’emergenza, per poi chiedere nuovamente un accordo di solidarietà». Di cui, però, non potranno esserci altre proroghe. Il contratto appena avviato scade a fine dicembre, dopodiché l’azienda non potrà più farne ricorso. E tutto questo «senza mettere in campo nulla che ad oggi abbia avviato l’azienda verso un rilancio del sito trentino. Non c’è stata diversificazione del prodotto, nessuna azione di marketing, nessun incremento dell’attività che possa far pensare ad un miglioramento della situazione — ha sottolineato Franco Zancanella di Fai Cisl — Nulla di nulla a parte la scelta di portare a Roverè della Luna una linea produttiva di uno stabilimento sardo». Più volte i sindacati hanno chiesto lumi sul piano industriale, anche dopo il rinnovo a inizio anno del consiglio di amministrazione, ma «non hanno mai fornito un progetto per il rilancio».
Tutto fa pensare ad un piano di riduzione del personale. Si parla di 15 o 30 licenziamenti per esubero, ma «anche su questo l’azienda è sempre rimasta vaga». «Se ci sono esuberi Arborea ha il dovere di sedersi al tavolo ed affrontare la questione — ha chiarito Cattani insieme ai segretari Katia Negri di Fai Cisl e Fulvio Giaimo di Uila — Con questi continui tira e molla, annunci di tagli e richieste di straordinari ci sono lavoratori che restano fermi, perdendo anche occasioni di nuove collocazioni. Un comportamento del genere è ingiusto e poco onesto». Ai sindacati non è rimasto altro da fare che chiedere alla Provincia di farsi parte attiva, nella speranza di «stimolare l’azienda a fornire risposte».
Quello di Roverè della Luna è tra l’altro uno stabilimento storico. Lì la famiglia Corradini aveva la produzione dell’azienda di Trentinalatte, fondata agli inizi degli anni Ottanta. Poi a partire dal 2006 si sono susseguite una serie di acquisizioni: prima la multinazionale svizzera Emmi, poi nel 2014 la finanziaria tedesca Livia ed infine nel 2018 Arborea. «Che aveva bisogno di arrivare in “continente” per una strategia di espansione», ha ricostruito Zancanella. In quest’ottica, un anno prima, nel 2017, l’azienda sarda aveva ultimato un’altra acquisizione in Toscana, quella del Latte San Ginese dello stabilimento di Capannori (Lucca). Dove, però, lo scorso gennaio si è deciso di cessare l’attività. Ed ora la preoccupazione dei sindacati è che venga replicato lo stesso modus operandi per Roverè della Luna: «Dall’oggi al domani allo stabilimento toscano sono arrivate 26 lettere di licenziamento senza alcun coinvolgimento dei sindacati».

 

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