25 maggio 2017 – Trentino

Assemblea Sait, clima da resa dei conti

I lavoratori non sono stati invitati. In azienda clima pesantissimo: in una «cartella gialla» i destini di famiglie e part time

Non era mai accaduto: alla presentazione di bilancio del Sait, alle 16.30 oggi a Trento, i lavoratori saranno assenti. Non sono stati invitati. «Un segnale chiaro: questo è il nuovo corso del consorzio, risanare il bilancio sulla testa dei lavoratori», tuona Roland Caramelle segretario della Filcams Cgil che non si presenterà all’appuntamento per protesta. In azienda il clima è pesantissimo: c’è una «cartella gialla», raccontano, che contiene il destino dei 130 lavoratori in esubero. Parte sono già in cassa integrazione, circa 60, ma il dato non è ufficiale, non lo conoscono nemmeno i sindacati. Gli altri dipendenti ricevono la comunicazione da un giorno all’ altro. «Ci chiamano in ufficio e ci tremano le gambe raccontano i lavoratori Non sai mai se è per comunicarti che tocca a te o per dirti altro». In quella cartella gialla, nelle mani del dirigente che comunica al lavoratore la cassa, ci sono persone, famiglie: madre e padre, con figli, entrambi messi in cassa. Dentro la cartella gialla ci sono storie di lavoratori che, come quelli del magazzino, «si sono spaccati la schiena per l’azienda e vengono lasciati a casa mentre qualcun altro lavora al posto loro». Caramelle è arrabbiato.

Lo spettro dell’esternalizzazione, in magazzino, per molti è molto più di un sospetto. «Chi movimenta i colli, con i lavoratori in cassa? La merce arriva lo stesso, il lavoro non è calato, chi lo fa? I numeri li abbiamo chiesti più volte. Non ci sono stati dati», incalza il segretario della Filcams che promette di non lasciare la partita. Secondo indiscrezioni, Movi Trento, la cooperativa di supporto al magazzino del Sait, avrebbe aumentato i propri dipendenti. Perché? La domanda posta dal sindacalista non trova ancora una risposta.

Di certo oggi c’è un’ assemblea fatta in giorno lavorativo che non permette ai lavoratori di partecipare. «Storicamente cadeva sempre nel fine settimana, proprio per permettere la partecipazione. In un momento simile, non è affatto un bel segnale»,prosegue Caramelle. «Manca trasparenza, per non parlare del metodo in cui i lavoratori vengono messi in cassa. Molte le donne alle quali è stato chiesto se intendevano rinnovare il part time. Due giorni dopo però, le stesse lavoratrici sono state messe in cassa, con una retribuzione evidentemente differente rispetto ad un tempo pieno. Chiedo: queste lavoratrici non potevano essere avvertite prima?». I motivi per i quali Filcams Cgil non sarà presente nel pomeriggio ruotano attorno a questi punti: la mancanza di criteri e di tempi cadenzati della cassa integrazione, e le esternalizzazioni. Paletti che al tempo della firma sindacale non furono fissati poichè l’azienda diede l’aut aut: o la firma della cassa o i licenziamenti. La Cgil firmò a denti stretti. «E questi sono i risultati rimarca Caramelle ad oggi manca un piano aziendale, non ci sono prospettive per il rilancio del consorzio. Le famiglie cooperative, che dovrebbero pensare alle fusioni per fare economia di scala, al Sait chiedono di abbattere i costi per avere ristorni. Qui si risana il bilancio sulla testa dei lavoratori».

In sospeso restano poi le procedure di mobilità volontaria, l’incontro con i sindacati è stato spostato al 1° giugno. Doveva essere il 16 maggio, appunta Walter Largher segretario Uiltucs . «Che fine hanno fatto i corsi di riqualificazione? Dodici mesi volano, in mezzo c ’è l’estate. Siamo in ritardo. Come riqualificare chi è a casa per poi spostarlo, ad esempio, nei punti vendita? Il 3 aprile 2018 la cassa finisce. Bisogna essere efficaci con il singolo. Anche solo un posto conta. Era previsto un coordinamento dei rappresentanti sindacali per un confronto continuo. Non è stato avviato. Dobbiamo essere presenti nella gestione della crisi». Il pensiero sindacale è comune: l’atteggiamento di Sait deve cambiare.

Scarica il pdf: Sait ART 260517