06 febbraio 2019 – Corriere del Trentino

 «assenza di dialogo sulla manovra»

«Tra qualche anno raccoglieremo i cocci di questa decisione». Alessandro Olivi non usa giri di parole. Di fronte all’emendamento presentato da Maurizio Fugatti sul reddito di cittadinanza-assegno unico—chealzada3a10la residenza per la quota A e toglie la residenza «storica» — il vicepresidente del consiglio provinciale si mostra in linea con il giudizio dei sindacati. «Questa misura — osserva l’esponente pd — ha una valenza propagandistica simbolica che produrrà gravi effetti distorsivi sull’equità sociale. E sarà gravemente inefficace». Un provvedimento, prosegue Olivi, «ai confini della tenuta costituzionale, che provocherà più tensione sociale: si creerà una frattura culturale e sociale». Non solo: «L’emendamento colpirà anche i trentini che vanno all’estero e poi tornano». Senza contare, conclude il consigliere, «che non si sa ancora dove verranno reinvestiti i soldi risparmiati».
«Difficile dare un giudizio a una misura che nessuno spiega» tuona Filippo Degasperi. Che ieri mattina ha chiesto in Aula la sospensione dei lavori proprio per approfondire la questione: «Serve un po’ di tempo per giudicare. Questo emendamento non è passato nemmeno in commissione» spiega il capogruppo dei 5 Stelle. Che «prende atto» della «mediazione politica» romana sui dieci anni di residenza. Anche se, ammette, «per quanto ci riguarda abbiamo sempre portato avanti la linea dei cinque anni di residenza. Ci sembrava ragionevole».
Ancora critici i sindacati. Che dopo aver bocciato l’innalzamento a dieci anni del requisito di residenza, ora stigmatizzano «l’assenza di dialogo sulla manovra». «I risparmi che verranno a crearsi sull’assegno unico — è l’auspicio dei segretari di Cgil, Cisl e Uil — devono essere reinvestiti nel sistema di welfare provinciale».

Scarica il pdf: manovra ART 060219