13 dicembre 2021 – l’Adige

Aumenti, Previsto un ulteriore peggioramento per il mese di novembre. I sindacati: «Ampliare le detrazioni Irpef»

«L’aumento dell’inflazione è preoccupante, soprattutto se la dinamica dovesse diventare strutturale. In Trentino poi ad ottobre i prezzi sono aumentati non solo più della media nazionale (3,4% contro il 3% del resto del paese) ma anche di Bolzano (3,2%). Un surriscaldamento di questo tipo non si registrava a livello locale da quasi dieci anni, quando nell’ottobre del 2012 l’inflazione aveva raggiunto il 3,3%». È questa la reazione di Cgil, Cisl e Uil affidata alle valutazioni dei segretari generali, rispettivamente Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti.
Secondo i sindacalisti, gli incrementi dei prezzi, che anche a novembre a livello nazionale dovrebbero crescere ancora sfiorando il 4%, si ripercuotono immediatamente sui redditi medio bassi, specie quelli di lavoratori dipendenti e pensionati. Basti pensare che sono beni di prima necessità come l’energia, i trasporti e la casa a vedere in Trentino gli incrementi più consistenti. «È quindi fondamentale -sostengono Cgil, Cisl e Uil -agire subito per ridurre le bollette a carico delle famiglie e bene fa il Governo nazionale a cercare le risorse necessarie a questo scopo. Ma anche in Trentino bisogna agire per tutelare il potere d’acquisto delle famiglie con retribuzioni basse. Per questo chiediamo alla Provincia di estendere la detrazione dell’addizionale all’Irpef fino a 20mila euro di reddito com’era prima della giunta Fugatti».
Più in generale l’andamento dei prezzi delle materie prime e soprattutto dei prodotti energetici non risente solo della ripresa della domanda internazionale dopo la crisi del 2020, ma più a lungo termine rischia di essere alimentato anche dai processi di decarbonizzazione che penalizzano la produzione da combustibili fossili. «Anche il Trentino quindi -precisano Cgil, Cisl e Uil -deve investire su un modello energetico più sostenibile fondato sulle rinnovabili nel mix tra energia idroelettrica ed idrogeno. Purtroppo sugli oltre 2 miliardi di euro di progetti presentati dalla giunta Fugatti in vista del Pnrr, solo 15 milioni riguardano specificatamente l’idrogeno».
Infine c’è anche un altro nodo, quello dei rinnovi contrattuali: «I contratti debbono essere rinnovati tempestivamente da parte dei datori di lavoro pubblici e privati per frenare la perdita di potere d’acquisto di stipendi e salari».

 

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