11 gennaio 2019 – Corriere del Trentino

Bcc, contratto rinnovato per 5.000

Sindacati: le capogruppo ci ascoltino Aumento di 85 euro al mese. Iccrea in assemblea, ok alla riforma. Tregua con Ccb

Dopo cinque anni di attesa l’altra sera è stato firmato il nuovo contratto nazionale del credito cooperativo, valido per circa 5.000 bancari in Trentino Alto Adige. Intanto ieri a Trento si è tenuta la prima assemblea nazionale Fabi del gruppo Ccb: «Occorre un confronto immediato con il gruppo: servono nuovi strumenti per i lavoratori in questa fase delicata» ha detto il segretario di Trento Domenico Mazzucchi. Sempre ieri a Roma l’assemblea delle Bcc aderenti a Iccrea ha approvato il nuovo statuto: il gruppo avversario di Ccb nascerà entro la fine di gennaio.
Il contratto nazionale Federcasse in regione riguarda circa 3.000 bancari delle Rurali trentine, ma anche ad esempio i dipendenti di Federcoop. In Alto Adige sono circa 2.000 i bancari delle Raiffeisen. In tutta Italia il comparto comprende 35.000 dipendenti. Sotto il profilo economico viene previsto un aumento medio di 85 euro mensili, in adeguamento al contratto Abi. L’intesa è stata sottoscritta dai sindacati Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Ugl Sincra.
Da Trento il segretario Fuisac Stefano Guolo esprime soddisfazione: «L’accordo definisce i presupposti per gli strumenti utili a gestire questa delicata fase di cambiamento legata all’avvio dei nuovi gruppi bancari. Si tratta di un aspetto molto significativo visto la trasformazione in atto nel mondo del credito cooperativo». Per questo motivo è stata avviata una fase di confronto con i nuovi interlocutori, vale a dire Ccb e Iccrea. È d’accordo il presidente nazionale di Federcasse, Augusto Dell’Erba, che sottolinea «la visione prospettica sui temi del lavoro, specifici del nostro sistema, rappresentata dall’avvio di un tavolo di confronto programmatico con il sindacato, finalizzato al monitoraggio dell’attuazione della Riforma ed alla individuazione di strumenti negoziali, anche innovativi, che ne supportino la fase realizzativa».
Lo stesso argomento preme a Mazzucchi: c’è molto da discutere con le nuove capogruppo, compresa la possibile estensione a livello nazionale del Focc trentino, contribuzione di banche e dipendenti per il ricambio generazionale. «Con Ccb dobbiamo avviare un confronto immediato sul piano industriale di gruppo», in cui Fabi rappresenta 6.000 degli 11.000 dipendenti. «Le nuove procedure di confronto dovranno valorizzare il rapporto con il credito cooperativo, che vede da sempre nelle risorse umane un elemento identitario».
Intanto ieri le 142 Bcc aderenti a Iccrea hanno cambiato statuto e deliberato l’aumento di capitale da 250 milioni, che porterà il patrimonio netto a 2 miliardi. La decisione serve a innalzare i parametri richiesti dagli stakeholder e dal mercato, oltre che a razionalizzare la struttura. Non erano presenti come previsto le banche aderenti a Ccb, che possiedono il 22% del capitale di Iccrea. A quanto pare la matassa dell’incrocio azionario verrà sciolta sotto la guida di Bankitalia, cercando di evitare pericolosi contenziosi. Il gruppo Iccrea sarà il quarto in Italia per attivi, circa 148 miliardi di euro, e il terzo per il numero di sportelli, 2.650 filiali in 1.700 Comuni; i clienti saranno 4,2 milioni e i soci 750.000.

Scarica il pdf: Bcc ART 110119