26 novembre 2017 – Trentino
Biblioteca, la “Euro&Promos” non tratta
Saltato l’incontro fissato per venerdì col sindacato. Che chiede al sindaco di vigilare sull’appalto
La sofferenza dei bibliotecari assunti tramite appalto a Rovereto non è finita. La Euro & Promos ha deciso di sospendere i rapporti con i sindacati, e solo perché dà loro la “colpa” delle notizie riportate nei giorni scorsi dal giornale. E dire che i sindacati c’entrano poco o nulla. Avevamo infatti riferito delle difficoltà dell’azienda ad esaudire gli aumenti di stipendi che sarebbero dovuti ai lavoratori, ora passati al contratto con Federcultura, e che si stava valutando di sopperire a questa mancanza con il welfare aziendale (tradotto, buoni pasto o simile). Venerdì scorso sindacati e imprenditori avrebbero dovuto ritrovarsi a discutere di questo, invece i rappresentanti dei bibliotecari si sono visti sbattere la porta in faccia. Un bel segnale, avranno pensato. Intanto la ventina scarsa di lavoratori che operano in biblioteca a Rovereto attualmente ricevono qualcosa meno di prima, in attesa dell’adeguamento. Sempre se ci sarà. «Avevamo espresso le nostre perplessità sulla corresponsione di parte della retribuzione in welfare aziendale, e il rinvio a venerdì scorso era stato richiesto dall’azienda scrivono in una nota congiunta Picchetti della Uil Tucs e Galvagni della Fp Cgil attualmente è pendente il ricorso al Consiglio di stato sulla procedura di valutazione dell’offerta economica, e l’azienda pare aver chiesto al Ministero la fattibilità della corresponsione di parte di stipendio in buoni. Presumibilmente Euro & Promos avrebbe rinviato la discussione in attesa del pronunciamento del Ministero, risposta che arriverà dopo la sentenza del Consiglio di Stato. Secondo noi il calcolo di quanto dovuto ai lavoratori era in possesso dell’azienda già prima del subentro all’appalto». Secondo i sindacati l’azienda fa melina in attesa della sentenza, «e, in caso di vittoria, per strumentalizzare la sentenza in sede di trattativa. Ricordiamo però che il giudice amministrativo non si pronuncia sul merito, ma solo sulla procedura.
Se l’azienda avesse voluto avrebbe potuto intanto procedere alla definizione delle retribuzione dei lavoratori e poi trovare insieme ai sindacati gli eventuali possibili strumenti. Intanto i lavoratori rimangono nel pantano dell’immobilità. Intanto l’azienda continua a corrispondere quello che vuole e non quello che deve.
Intanto chiediamo alla pubblica amministrazione di vigilare sull’appalto come aveva promesso che avrebbe fatto», concludono Picchetti e Galvagni.
Scarica il pdf: biblioteca ART 261117
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