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06 Apr
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La UIL informa sulle NOVITA’ DAL FONDO VITTIME AMIANTO

La UIL informa sulle

NOVITA’ DAL FONDO VITTIME AMIANTO

Bene l’aggiornamento delle mappa trentina dei siti inquinati dall’amianto: tema ambientale e della saluta da portare in campagna elettorale.

La UIL informa sulle

NOVITA’ DAL FONDO VITTIME AMIANTO

Cosa prevede la Legge 29 dicembre 2022 n.197 (Legge di Bilancio)? 

L’Azienda sanitaria ha aggiornato la mappa provinciale dei siti inquinati, soprattutto dalle  coperture di cemento/amianto, risalente al 2014, alla situazione attuale, del  2022. Si tratta di un lavoro di al bonifica urgente per poco meno di 200 ettari e meno impellente per quasi 300 ettari. Peer un totale di 486 ettari da bonificare. Ecco un’altra delle materie su cui dovranno, o almeno dovrebbero, impegnarsi le forze politiche nell’imminenza della campagna elettorale, noi le solleciteremo e vigileremo anche su questo.

Tra burocrazia e mancanza di impianti, la bonifica dell’amianto avanza a passi da lumaca. E se in Trentino abbiamo ora almeno questa parziale mappatura del fenomeno, a livello nazionale, dove ogni Regione legifera autonomamente ed il quadro normativo è frammentato e contraddittorio, assistiamo ad un lentissimo smantellamento di queste coperture: in trent’anni ridotte di 800.000 metri quadrati, rispetto ai 2 miliardi di metri quadri censiti appunto, nel 92; con le tecnologie meno avanzate di quelle di oggi ( satelliti, droni, aerei con sensori a infrarossi). Si calcolano, con questo ritmo necessari 100 anni per eliminare il problema

Peraltro la legge di bilancio 2023 del 29 dicembre 2022 n.178 prevede importanti novità in merito al Fondo nazionale Vittime Amianto.

Nel dettaglio, dal 1° gennaio 2023:

Viene elevata di 2 punti – dal 15 al 17 per cento – la misura percentuale (riconosciuta, a decorrere dal 1° gennaio 2021, dall’art. 1, co. 356, della L. 178/2020), calcolata sulla rendita già in godimento, della prestazione aggiuntiva erogata dall’INAIL ai soggetti (o ai superstiti) già titolari di una rendita riconosciuta dallo stesso Istituto (o dal soppresso Istituto di previdenza per il settore marittimo) per una patologia asbesto correlata (lett. a)). Resta fermo che la suddetta prestazione aggiuntiva è erogata unitamente al rateo di rendita corrisposto mensilmente ed è cumulabile con le altre prestazioni spettanti a qualsiasi titolo sulla base delle norme generali e speciali dell’ordinamento;

L’altra novità riguarda l’indennità una tantum, in favore di chi ha contratto il MESOTELIOMA per cause ambientali o per esposizione familiare, a lavoratori impegnati nella lavorazione dell’amianto, come specificato in premessa, diventa una prestazione di carattere strutturale.

Per tutti gli eventi accertati dal 1.1.2021, viene aumentata l’indennità una tantum da 10.000 (diecimila) euro a 15.000 (quindicimila) euro.

Ricordiamo inoltre che  la domanda può essere presentata entro tre anni dall’accertamento della malattia (data diagnosi) dagli interessati, ma anche dagli eredi.

Pertanto consigliamo tutti coloro che avessero contratto il MESOTELIOMA dal febbraio 2017, di contattare il Patronato ITALUIL di Trento telefonicamente allo 0461/376180 o per mail a italtrento@uiltn.it per presentare istanza di riconoscimento della prestazione “una tantum”.

 

Trento, 4 aprile  2023

 

Il Segretario Generale

UIL del Trentino

Walter Alotti

La Responsabile

ITALUIL del Trentino

Paola Urmacher

 

Scarica il pdf: 2023 Amianto

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06 Apr
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Lavoro. A gennaio frenano le nuove assunzioni. Calo del 10,4% rispetto al 2022. A pagare sono giovani, donne e i precari. Sindacati: servono misure strutturali per la crescita. I bonus non producono occupazione stabile

Lavoro. A gennaio frenano le nuove assunzioni. Calo del 10,4% rispetto al 2022. A pagare sono giovani, donne e i precari. Sindacati: servono misure strutturali per la crescita. I bonus non producono occupazione stabile

 

Rallenta l’occupazione in Trentino. A gennaio, secondo i dati dell’Ufficio studi delle politiche del mercato del lavoro le assunzioni sono calate del 10,4 per cento rispetto allo stesso mese del 2022, attestandosi a 10.324, 1.195 in meno. La riduzione ha toccato soprattutto il terziario, -12.4 per cento ed in particolare i servizi, chiaramente collegato all’andamento delle imprese, mentre sono cresciuti i pubblici esercizi, +12,1 per cento grazie all’ottimo andamento della stagione turistica.

Le assunzioni frenano anche nel secondario, -6 per cento, ed in particolare nell’industria (- 4,8) e nelle costruzioni ( -9,4). L’industria a gennaio ha fatto registrare anche un forte incremento delle ore di cassa integrazione, +170 per cento. Il dato è trainato dal comparto tessile, chimico/gomma plastica e dal cartario, settori che hanno subito l’aumento dei costi energetici e delle materie prime.

In generale le assunzioni si riducono più marcatamente tra le donne (-14,9) e tra i giovani -14). Questo, insieme al dato sul calo dei contratti a tempo determinato ( -13,5), in somministrazione ( -17,7) e a chiamata ( -10,9), è la dimostrazione che a pagare l’andamento in discesa dell’economia sono i soggetti più fragili sul mercato del lavoro. “La riduzione dei contratti instabili e la crescita di quelli a tempo indeterminato è positiva. Siamo però lontani da una svolta purtroppo. I contratti a tempo indeterminato crescono evidentemente nelle imprese che sono riuscite a consolidare la loro posizione nel mercato del lavoro. Allo stesso tempo il calo del tempo determinato e della somministrazione sono la conferma di un mero utilizzo flessibile della manodopera – fanno notare Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Walter Largher che per Cgil Cisl uil seguono il mercato del lavoro -. Dunque i segmenti più deboli e meno tutelati anche contrattualmente pagano questo rallentamento con la perdita dell’occupazione. Chi in questi mesi aveva un contratto a tempo indeterminato ha goduto, per fortuna, degli ammortizzatori sociali, come dimostra il dato sulla cassa integrazione dell’industria. I precari sono rimasti a casa”.

I sindacati insistono, allora, sulla necessità di mettere in atto misure che incentivino l’occupazione stabile. “Queste misure hanno bisogno, però, di andare di pari passo con politiche industriali che puntino alla crescita strutturale del nostro tessuto economico. E’ chiaro come i bonus creino occupazione non duratura nel tempo e dunque non un reale sviluppo e competitività”. A questo si aggiunge anche il rischio di impoverimento del mercato del lavoro locale in termini di competenze e professionalità. “In generale la disoccupazione in Trentino e nel resto d’Europa è in calo. Questo aumenta la mobilità all’interno del mercato del lavoro e dunque la disponibilità a spostarsi in cerca di occasioni di lavoro migliori. Se il Trentino diventa più territorio da cui partire che meta in cui arrivare abbiamo un problema molto spinoso di cui farci carico. E ci auguriamo che la giunta e il mondo imprenditoriale ne prendano atto rapidamente”, concludono Zabbeni, Pomini e Largher.

Trento, 4 aprile 2023

 

 

A questo link i dati completi: https://www.agenzialavoro.tn.it/content/download/10999/180129/file/Nota%20tecnica%2031%20marzo%202023.pdf

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06 Apr
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Non autosufficienza. La Giunta è rimasta ferma. L’accusa dei sindacati dei pensionati: il Piano triennale doveva essere definito con il coinvolgimento delle parti sociali. Mai convocati mentre i cittadini più fragili affrontano ogni giorno enormi difficoltà

Non autosufficienza. La Giunta è rimasta ferma. L’accusa dei sindacati dei pensionati: il Piano triennale doveva essere definito con il coinvolgimento delle parti sociali. Mai convocati mentre i cittadini più fragili affrontano ogni giorno enormi difficoltà

Poco più di una settimana fa ha visto finalmente la luce in Parlamento la legge delega per la tutela della dignità e la promozione delle condizioni di vita, di cura e di assistenza delle persone anziane, cioè sulla non autosufficienza. Un passaggio molto atteso anche dalle famiglie trentine che devono gestire persone non autosufficienti. Mentre a Roma qualcosa si muove in Trentino, però, tutto resta fermo. E’ questa l’accusa che muovono alla Giunta provinciale i sindacati dei pensionati di Cgil Cisl Uil, Spi, Fnp e Uilpensionati, che guardano con grande preoccupazione all’immobilismo dell’assessora Segnana sulla questione. “La legge sulla non autosufficienza rappresenta un passo avanti importante per il nostro Paese e vedremo come il Governo nazionale darà attuazione alla delega, anche alla luce delle risorse che deciderà di stanziare – dicono Claudia Loro, Tamara Lambiase e Claudio Luchini -. Il tema che più ci preoccupa è però il fatto che tutti i territori, Trentino compreso, avrebbero dovuto definire tra dicembre e metà marzo, i piani locali sulla non autosufficienza, in sostanza l’insieme di progetti e interventi per il prossimo triennio per dare risposte alle persone non autosufficienti e alle loro famiglie. Come parti sociali siamo all’oscuro di tutto”.

Secondo quanto previsto dal Dpcm le Regioni avrebbero dovuto definire i piani locali confrontandosi anche con le parti sociali. Le richieste d’incontro di Spi, Fnp e Uilpensionati sono rimaste lettera morta. “Dall’assessora Segnana non abbiamo avuto alcun riscontro – insistono Loro, Lambiase e Luchini -. Non è stato attivato nessun tavolo di confronto, a dispetto di quanto prevede la norma nazionale. E’ chiaro che tutto è proiettato alla campagna elettorale ed evidentemente i bisogni della parte più fragile e bisognosa della popolazione contano poco in termini di consenso. Non abbiamo altre ragioni per spiegare la scelta di ignorare le nostre richieste. Eppure anche in Trentino ci sono molte famiglie che vivono in una situazione di enorme difficoltà perché devono prendersi cura di un caro non autosufficiente”.

Una logica che, per i sindacati, starebbe anche alla base, della scelta di non prevedere l’indicizzazione dell’assegno di cura all’inflazione. “Come noto l’aumento dei prezzi ha eroso pensioni e stipendi, ma non un euro è stato stanziato per adeguare questa misura di sostegno. Insieme alle confederazioni continuiamo a chiedere che la Provincia si muova in questa direzione e preveda un adeguamento all’inflazione di tutte le misure di sostegno per le famiglie. Nel caso dell’assegno di cura l’adeguamento è previsto nella legge ed è ancora più grave temporeggiare”, insistono e rilanciano l’urgenza di aprire un confronto. “E’ ormai evidente che il dialogo non è il metodo di questa giunta né dell’assessora Segnana. Restiamo comunque convinti che rappresenti invece un importante anche per migliorare le proposta a vantaggio dell’intera collettività”, concludono.

Trento, 3 aprile 2023

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