Corriere del Trentino – 26 maggio 2023

Verso una nuova legge sulle grandi concessioni

Trento Uno spiraglio di dialogo con la giunta è quello che è emerso ieri dalla terza commissione provinciale. Alessandro Olivi ha sospeso il suo disegno di legge sulle grandi concessioni idroelettriche per aprire il confronto con l’amministrazione. L’obiettivo è quello di presentare al Consiglio provinciale un testo condiviso tra maggioranza e opposizione. E di farlo prima dell’appuntamento elettorale di settembre.
Il testo della legge Olivi mirava a prorogare le concessioni in cambio dell’elaborazione di piani industriali e dell’istituzione di canoni aggiuntivi da impiegare per fare fronte alle crisi energetiche. Il tutto in vista di un passaggio delle centrali a società in house pubbliche. Obiettivi condivisi dall’assessore Mario Tonina, che ha accettato la richiesta di dialogo.
Questa svolta è arrivata al temine delle audizioni che hanno animato la commissione presieduta da Ivano Job. Il primo intervento è stato quello di Fabio Scalet, presidente della Commissione dei 12. Scalet ha sostenuto la necessità di avviare una revisione statutaria sul tema dell’idroelettrico. Ha poi suggerito di fare leva sul Pnrr e di aprire una trattativa con l’Unione europea, dato il trattamento iniquo riservato da Bruxelles allo Stato italiano. Tonina si è trovato d’accordo con questa valutazione, dato che altri Paesi hanno proceduto al rinnovo delle concessioni pubbliche. L’obiettivo — ha continuato l’assessore — rimane quello di arrivare a proroghe in cambio di investimenti, sempre in vista di una «provincializzazione» dell’idroelettrico. E questo deve essere tenuto presente anche di fronte a quanto sta facendo il ministro Gilberto Pichetto Fratin a seguito delle pressioni da parte di regioni come la Lombardia, interessate a dare il via alle gare.
L’ipotesi di una società in house è stata però criticata dal professor Damiano Florenzano di UniTrento. L’idea è che i privati permangano nella società a titolo di liquidazione. Tuttavia, il rischio è che questi non se ne vadano, come successo con A22. Sarebbe quindi opportuno — conclude il professore — fare leva sul fatto che l’acqua sia un bene pubblico irrinunciabile e che la Provincia la gestisca come un servizio interno. Inoltre, la via della modifica dello Statuto, ha detto il docente, aiuta a risolvere le questioni tra provincia e Stato, ma non con l’Europa.
Poi Luigi Casanova, vicepresidente di Italia Nostra, ha chiesto che nei piani industriali previsti in cambio della proroga delle concessioni vengano inserite le riqualificazioni dei fiumi. Anche Cgil e Uil sono d’accordo con gli obiettivi. Andrea Grosselli ha detto di condividere la proposta di Olivi, soprattutto per quanto riguarda l’obbligo di investimenti. Bene anche i canoni aggiuntivi a favore di imprese e famiglie. Walter Alotti, invece ha rimarcato l’importanza di rendere pubblico il settore, mettendolo al riparto dagli interessi privati di grandi gruppi stranieri. In nome dei consorzi Bim, Claudio Cortella ha espresso preoccupazione per le tariffe agevolate. Potrebbero fare crescere i costi di gestione, ha detto.

 

Scarica il pdf: CORRIERE concessioni ART 260523