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21 Nov
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«Liste d’attesa eterne, anziani a rischio» I sindacati dei pensionati lanciano l’allarme sulla sanità Dori: «La società invecchia, il sistema rischia di saltare»

l’Adige – 20 novembre 2022 (altro…)

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21 Nov
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Uomo travolto dalle assi di legno

l’Adige – 20 novembre 2022 (altro…)

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21 Nov
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Gruppo Fedrigoni, scatta la cassa integrazione

Il T – 19 novembre 2022 (altro…)

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21 Nov
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Precipita dal tetto per 4 metri, operaio in rianimazione. I sindacati: «Situazione grave, non può essere ignorata»

Corriere del Trentino, Il T – 19 novembre 2022 (altro…)

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21 Nov
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Manovra, sindacati critici «Più tutele per le famiglie»

l’Adige – 19 novembre 2022 (altro…)

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21 Nov
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A22, caselli senza operatori controlli da remoto di notte. Proteste della Uiltrasporti Petrolli: «Così si rischia di perdere personale e, chi interviene, di essere picchiato da utenti esagitati»

l’Adige – 19 novembre 2022 (altro…)

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21 Nov
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25 Novembre – Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

25 Novembre – Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

La UIL è, da sempre, impegnata contro la violenza sulle donne. Qualunque tipo di violenza. Dentro e fuori il contesto lavorativo.
Negli anni, il numero dei femminicidi nel nostro Paese è, purtroppo, rimasto costante. Così come costante è l’alta percentuale di femminicidi commessa da un partner o ex partner. Questo elemento è un’ulteriore dimostrazione di come il fenomeno della violenza contro le donne – compresa la sua espressione più feroce, il femminicidio – siano, prima che un tema di sicurezza, un tema culturale.
Ecco perché lavorare sulla prevenzione significa molte cose: esortare le donne ad allontanarsi e denunciare ai primissimi segnali di atteggiamento abusante o violento (compresa la violenza psicologica e la violenza economica); lavorare per la formazione e la specializzazione degli operatori, sulla violenza di genere e per la rimozione di pregiudizi e stereotipi, soprattutto nei settori professionali che maggiormente possono essere a contatto con episodi di violenza; agire, in ogni modo e con ogni strumento a disposizione, sulla coscienza collettiva, sulla cultura ancora estremamente diffusa che vede le donne come proprietà degli uomini, una mentalità ancora profondamente patriarcale che si esprime in ogni contesto della nostra società.
La UIL è e vuole essere in prima linea su tutti i fronti nei quali possiamo fare la differenza. Non solo nella giornata del 25 novembre ma nella quotidianità della nostra azione e del nostro lavoro, nelle aziende, nei territori e nella società nel suo complesso.

 

Scarica il pdf: Campagna violenza donne

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21 Nov
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Legge di stabilità. Nella manovra Pat mancano risposte efficaci contro la crisi. Oggi i direttivi unitari di Cgil Cisl Uil hanno analizzato il testo. Servono misure per tutelare il potere d’acquisto delle famiglie, investimenti in rinnovabili e risorse per casa e sicurezza sul lavoro

Legge di stabilità. Nella manovra Pat mancano risposte efficaci contro la crisi. Oggi i direttivi unitari di Cgil Cisl Uil hanno analizzato il testo. Servono misure per tutelare il potere d’acquisto delle famiglie, investimenti in rinnovabili e risorse per casa e sicurezza sul lavoro

La legge di stabilità varata dalla giunta provinciale è inadeguata a rispondere alla situazione di crisi che stanno vivendo famiglie e imprese trentine. Mancano interventi efficaci ed equi per rispondere all’emergenza e non ci sono investimenti strutturali per proiettare il Trentino oltre l’attuale fase di congiuntura negativa. E’ quanto hanno condiviso questa mattina i direttivi di Cgil Cisl Uil riunitisi insieme per discutere delle misure contenute nella manovra finanziaria che a breve arriverà all’esame del consiglio provinciale. “E’ come se la politica vivesse su una dimensione diversa da quella dei cittadini reali, ne ignora le fatiche e i malcontenti concentrandosi solo a discutere di poltrone in vista delle prossime elezioni provinciali. I trentini non possono permettersi un 2023 di campagna elettorale. Servono interventi urgenti per dare risposte a chi non arriva alla fine del mese con un’inflazione che sfiora il 12% e per rilanciare la competitività del nostro sistema economico e creare occupazione di qualità”, è stato detto.

In particolare per Cgil Cisl Uil mancano misure efficaci per le famiglie. Ci si concentra su bonus parziali e iniqui che non risolvono il problema del carovita né riducono la pressione dell’aumento dei prezzi sui ceti più deboli.
Niente si fa sulla casa, mentre aumentano i nuclei con un provvedimento di sfratto. I sindacati hanno chiesto di aumentare i fondi per l’integrazione al canone d’affitto e accelerare sulla ristrutturazione degli alloggi di risulta in possesso di Itea, ma gli appelli rischiano di restare ancora inascoltati.
Totalmente assente anche la voce contratti: non ci sono risorse per i rinnovi dei contratti pubblici né incentivi per spingere la contrattazione decentrata, aziendale e territoriale, e adeguare i salari.

Misure insufficienti anche sul piano della riconversione energetica.
Positivi gli incentivi per spingere le famiglie ad investire sul fotovoltaico, ma è una goccia nel mare. Serve più coraggio e maggiori investimenti.

Sul fronte delle imprese i sindacati lamentano l’assenza di interventi efficaci per contrastare la piaga degli infortuni sul lavoro. La richiesta di incentivi selettivi e sistemi di premialità per chi investe in sicurezza sembrano destinati a restare lettera morta. E nel frattempo la giunta si ostina a confermate gli sgravi Irap a pioggia, sottraendo di fatto risorse agli investimenti per rilanciare innovazione e produttività.
Lunedì Cgil Cisl Uil presenteranno le loro osservazioni in Prima commissione consiliare. Allo stato attuale il giudizio è di insoddisfazione.

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21 Nov
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IL WELFARE TERRITORIALE È DI TUTTI. Sottoscrivi l’appello ora!

IL WELFARE TERRITORIALE È DI TUTTI. Sottoscrivi l’appello ora!

 

Difendiamo insieme il diritto alla salute e all’assistenza per famiglie, lavoratori/trici e cittadini/e. Pretendiamo politiche ambiziose e condivise. Promuoviamo la valorizzazione e il coinvolgimento delle professionalità del sistema pubblico e del terzo settore
Il Trentino nel corso degli anni ha saputo costruire un sistema di inclusione che ha garantito benessere diffuso e coesione sociale. Lo dimostrano, fino ad oggi, i lusinghieri piazzamenti della nostra provincia nelle diverse classifiche nazionali. Il welfare territoriale nelle sue molteplici componenti (politiche sociali, sanitarie, abitative, politiche del lavoro e per le famiglie) rappresenta da sempre un investimento imprescindibile per il consolidare questi standard e per sperimentare, anche in forza delle possibilità offerte dall’Autonomia speciale, soluzioni innovative di fronte a sfide che, di volta in volta, minacciano i nostri livelli di benessere.

Oggi la pandemia, l’invecchiamento della popolazione, la contrazione della natalità, l’aumento delle disuguaglianze, delle povertà e del lavoro instabile e precario e le conseguenze ormai visibili dei cambiamenti climatici ci dimostrano ogni giorno quanto il nostro welfare sia fragile, a fronte di sempre più forti pressioni sul sistema sanitario e di protezione sociale che mettono a rischio una delle fondamenta del Trentino, il capitale territoriale inteso come equilibrio e rapporto dinamico tra ambiti urbani e delle valli. Queste sfide e le trasformazioni necessarie ad affrontarle, in termini di maggiore prossimità, prevenzione, innovazione, digitalizzazione e personalizzazione delle cure nei servizi sanitari e socio-sanitari, non possono essere vinte con politiche di piccolo cabotaggio, slogan o misure spot dal fiato corto. Serve al contrario una strategia condivisa promossa dal Governo provinciale dentro la quale tutti gli attori del welfare possano riconoscersi.

In particolare la sanità trentina sembra in crescente difficoltà nel far fronte ai bisogni di salute della popolazione, e mancano risposte adeguate tanto negli ospedali, quanto sul territorio e nelle RSA. È solo grazie al prodigarsi dei lavoratori della sanità e del sociale se il sistema socio sanitario trentino ancora sta reggendo. I dati di C.R.E.A. Sanità sulle performance dei servizi sanitari regionali del 2019 ci vedono perdere quattro posizioni (passando dal 1° al 5° posto), mentre quelli di Agenas restituiscono un quadro preoccupante sulle prestazioni sanitarie del 2021, in particolare in campo oncologico, dove in tre anni il Trentino è peggiorato più di tutti gli altri territori del Paese nei tempi di risposta alle richieste di visite specialistiche e di presa in carico per gli interventi chirurgici. Tutti i servizi, i reparti ospedalieri, le Apsp, il territorio sono sempre più in difficoltà.

Mancano professionisti della salute e non vi è la capacità reale di trattenerli e attrarne di nuovi e questo mina la tenuta del sistema sanitario pubblico. Molti fuggono nel privato o verso altre Regioni. Gli operatori del Terzo Settore, sulle spalle dei quali si regge gran parte del sistema di assistenza territoriale, subiscono un gap retributivo ormai insostenibile e il personale fugge in altri ambiti mentre i servizi rischiano di contrarsi.

Le difficoltà che la popolazione ha nel trovare risposte ai bisogni di salute si sommano alla crisi socioeconomica che stiamo vivendo e ai problemi nell’accesso alla casa per troppe persone e questo mina la coesione sociale del nostro territorio. La povertà è uno delle principali determinanti della salute, non ultimo perché ostacola l’accesso alle cure, che in un contesto di privatizzazione più o meno strisciante, è messo a rischio proprio per le fasce più deboli della popolazione. Serve una svolta di metodo: una situazione complessa come quella che sta attraversando il nostro welfare necessita di una sorta di Stati generali che permettano un confronto permanente tra tutte le parti in causa: Provincia, Apss, Consulte, Ordini professionali, sindacati, Upipa, terzo settore, Università, associazionismo. Un luogo dove confrontarsi e addivenire a soluzioni condivise.

Nel merito chiediamo una programmazione complessiva, secondo principi di appropriatezza e qualità delle cure, che dia certezza dei livelli essenziali di assistenza, a partire dai servizi territoriali di prossimità e dall’integrazione socio sanitaria, con l’attuazione originale ed inclusiva del DM 77 e del Pnrr; vanno arginate la deriva verso la privatizzazione dei servizi e la fuga di personale, investendo in possibilità di sviluppo professionale e adeguando i contratti, compresi quelli dei lavoratori delle cooperative sociali; serve ripensare il ruolo delle RSA, potenziare e stratificare ulteriormente l’offerta di servizi per gli anziani, investendo in prevenzione e invecchiamento attivo; infine vanno date risposte ai crescenti bisogni sociali della popolazione più debole, vanno garantite politiche di inclusione per i cittadini stranieri e rese più efficaci le politiche per la casa e per la natalità, superando bonus e iniziative spot.

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18 Nov
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Uil: «A22, no a tagli»

Il T – 18 novembre 2022 (altro…)

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